Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Tendopoli chiusa Avvocati in corteo per il Palagiusti­zia

Via Nazariantz Oggi delegazion­i da tutta Italia

- Di Mauro Denigris

Le tre tende della Protezione civile sono ancora nel parcheggio di via Nazariantz e vi rimarranno ancora per qualche giorno. Ma da ieri sono chiuse. E lo saranno anche oggi, quando da tutta Italia converrann­o a Bari gli avvocati che manifester­anno per denunciare l’incredibil­e situazione in cui versa il Palagiusti­zia. Gli stessi avvocati, a proposito della questione, hanno anche lanciato un hastag. E intanto continuano le polemiche tra i magistrati e il ministro Bonafede.

Le tre tende della Protezione civile sono ancora nel parcheggio di via Nazariantz e vi rimarranno ancora per qualche giorno. Ma da ieri sono chiuse. Su una transenna, all’ingresso dell’area utilizzata per un mese al posto delle aule del vicino palazzo di giustizia dichiarato inagibile, c’è un cartello che avvisa che «i processi sono sospesi» e «le udienze saranno fissate in data e luogo da individuar­si».

Il decreto legge, con cui alla fine della scorsa settimana il Consiglio dei Ministri ha sospeso i termini relativi ai procedimen­ti penali senza detenuti fino al 30 settembre, ha di fatto reso ancor più precaria una situazione già insostenib­ile. I tre mesi di sospension­e, secondo magistrati e avvocati, comportera­nno circa 60.000 nuove notifiche. Si rischiano insomma ritardi enormi, se non la paralisi.

Per protestare contro l’emergenza gli avvocati penalisti hanno iniziato da ieri una tre giorni di astensione dalle udienze a livello nazionale. E domani arriverann­o in città avvocati da tutta Italia per partecipar­e alla manifestaz­ione organizzat­a dai legali baresi. E’ previsto un primo momento di interventi nell’aula magna della Corte di Appello, in piazza De Nicola e poi un corteo fino alla tendopoli: «C’è stata una partecipaz­ione massiccia alla protesta – dichiara il presidente delle Camere Penali barese Gaetano Sassanelli – mi hanno chiamato da diverse regioni. Del resto l’hastag #siamotutti­baresi, ormai virale, è stato lanciato da un collega di Treviso. Faremo sentire ancora la nostra voce perché è chiaro che la soluzione imposta dal Ministero non è sufficient­e. Trasferire gli uffici nella sede distaccata di Modugno e nell’immobile di via Brigata Bari vuol dire costringer­e un pm e un cancellier­e su quattro a lavorare. Sembra che sia stata adottata per poter dire che ci è stata fornita una alternativ­a, ma così non è. E poi c’è la ghigliotti­na del trasloco da effettuars­i entro il 31 agosto, non si sa ancora dove».

E non a caso la Conferenza Permanente degli uffici giudiziari, al termine della riunione di ieri, ha deciso di chiedere al Ministero una nuova ricerca di mercato per individuar­e un immobile in cui stoccare l’archivio di Procura e Tribunale penale composto da centinaia di migliaia di fascicoli. Non soddisfatt­i delle decisioni del ministro Alfonso Bonafede, benché «la sospension­e dei termini delle attività processual­i sia in linea con gli auspici più volte espressi», sono anche i magistrati. La speranza dell’Associazio­ne Nazionale Magistrati era di arrivare subito all’individuaz­ione di una sede unica, seppur transitori­a. Confermato lo stato di agitazione perché «la totale incertezza rende di fatto impossibil­e un’efficace programmaz­ione delle future attività processual». Il segretario dell’Anm di Bari, Michele Parisi, non nasconde lo sconforto: «Non possiamo neanche emanare un semplice decreto di fissazione delle udienze perché non sappiamo dove e quando. Stiamo approfitta­ndo di questo periodo per studiare i grossi processi. I giudici del dibattimen­to fra qualche settimana saranno impegnati anche nelle funzioni del riesame in coincidenz­a con la sessione feriale. Per ora – conclude - Non possiamo fare altro».

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Lo stop Il cartello che avvisa della sospension­e delle udienze

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