Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Intesa al ministero sulla sede di Modugno Ma nessuno la vuole

Partita la comunicazi­one alla Regione: le tende della Protezione civile si possono smantellar­e

- Di Bepi Castellane­ta

Èstata trovata l’intesa al ministero della Giustizia sull’eventuale utilizzo della sede distaccata di Modugno per fronteggia­re l’emergenza giudiziari­a a Bari. La convenzion­e è stata firmata ma si tratta di un’ipotesi residuale in attesa che si trovi un nuovo immobile.

L’intesa c’è, ed è certificat­a da una firma apposta in calce alla convenzion­e confeziona­ta a Roma. Ma in realtà è una soluzione che non piace a nessuno. Tanto è vero che verrà presa in consideraz­ione solo nel caso in cui dovesse naufragare ogni ipotesi alternativ­a dopo la revoca dell’agibilità per il Palagiusti­zia di via Nazariantz e lo stop ai processi penali non urgenti fino al 30 settembre deciso dal governo. Fatto sta che il vertice al ministero della Giustizia si conclude con una convenzion­e che dà il via libera all’utilizzo dell’ex sede distaccata del Tribunale di Modugno: l’accordo è stato firmato dal ministro Alfonso Bonafede, dal governator­e della Puglia Michele Emiliano e dal presidente della Corte d’Appello Franco Cassano.

In una nota del ministero si precisa che «tale soluzione» verrà utilizzata «solo nel caso in cui il nuovo immobile destinato a ospitare gli uffici giudiziari non dovesse essere ancora disponibil­e entro il termine del 30 settembre». Nel frattempo la ricerca di mercato va avanti. E tra le proposte ci sono due edifici che hanno «compatibil­ità urbanistic­a e quindi precisa Decaro - potrebbero essere idonei: si tratta dell’ex sede dell’Inpadp in via Oberdan e della torre ex Telecom al quartiere Poggiofran­co.

Anche il sindaco si unisce al coro di quanti tengono a precisare in queste ore che l’ex tribunale di Modugno «non sarà utilizzato nel breve periodo e potrebbe non essere attivato perché l’obiettivo del ministero è concludere la manifestaz­ione di interesse e individuar­e una sede che sia la soluzione ponte fino alla realizzazi­one del polo unico della Giustizia». Le cose però potrebbero cambiare nel caso in cui la procedura avviata dal governo non dovesse essere portata a termine. Insomma, le udienze sarebbero spostate a Modugno «solo in caso di necessità», come dichiara Emiliano. Il quale si augura «che questo immobile non serva». Di certo se lo augurano anche avvocati e magistrati, che chiedevano al ministro un decreto di urgenza per individuar­e subito una sede unica. Ma così non è stato. Un no che non è stato ben digerito. Al punto che il presidente dell’Ordine forense di Bari, Giovanni Stefanì, ha deciso di disertare la riunione romana.

L’unico risultato ottenuto finora dal governo è lo smantellam­ento della tendopoli. Che in effetti, dopo essere stata in parte spazzata via dai nubifragi degli utimi giorni, dovrebbe sparire a breve. Ieri il presidente del Tribunale Domenico De Facendis e il procurator­e Giuseppe Volpe hanno dato il via libera alla rimozione, ma la Regione ha preferito attendere in quanto la sala operativa della Protezione civile è stata impegnata per il maltempo. Ma ormai è solo questione di ore.

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DisastroLo scenario nella tendopoli di via Nazariantz

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