Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

D’Amicis in finale allo Strega «Racconto il desiderio»

Carlo D’Amicis, scrittore finalista al premio Strega con «Il gioco», si racconta

- di Enzo Mansueto

Tra i cinque titoli che giovedì si contendera­nno il Premio Strega 2018, c’è il nuovo romanzo dello scrittore pugliese Carlo D’Amicis, Il gioco (Mondadori, Milano 2018, pp. 526, euro 20). Un romanzo che sfida il pudore della platea, tematizzan­do, attraverso la finzione di un’intervista a tre, il tema del desiderio sessuale. Il libro è stato proposto dal conterrane­o Nicola Lagioia, che così si è espresso: «Seguo Carlo dai suoi primi libri, e in questo ci ho trovato tutte le qualità che me lo fanno amare come autore. Innanzitut­to l’attenzione alla scrittura, la cura della lingua, e poi l’audacia di ciò che racconta».

D’Amicis, scrittore e redattore dei programmi culturali di Radio Rai a Roma, ha lasciato la Puglia da bambino: «Sono nato a Taranto - racconta - e ho vissuto fino ai cinque anni a Sava, troppo poco per definirmi a tutto tondo pugliese, ma abbastanza per sentirmi radicato al territorio. La Puglia è per me una terramadre dalla quale tutto nasce e alla quale immagino sempre di tornare. Sebbene distacco e ritorno facciano parte di un pendolo che si ripete da anni: come nell’eterno ritorno nietzschia­no, le mie origini scandiscon­o un tempo ciclico, composto da continui distacchi e riavvicina­menti, nel quale l’idea di casa e quella di spaesament­o convivono».

La Puglia di oggi ha anche una riconoscib­ilità letteraria più spiccata.

«Sono ormai diversi anni che la Puglia esprime scrittori importanti: molti di loro, per altro, vivono con questa terra un rapporto simile al mio, fatto di vicinanza e lontananza insieme, al punto da suscitare

una riflession­e sull’importanza della distanza in letteratur­a. Forse solamente un passo indietro, o di lato, permette di liberare il racconto, di stabilire con i tòpoi della nostra vita una relazione attiva».

Da Mario Desiati a Marco Rossari, il sesso, al limite della pornografi­a, torna come chiave di lettura della condizione contempora­nea. Il suo è un libro sul desiderio: a cosa si deve questa scelta?

«Il desiderio erotico è uno dei territori più intimi della nostra personalit­à, un immaginari­o che spesso nascondiam­o anche a noi stessi. Basterebbe questo per renderlo oggetto d’indagine letteraria, soprattutt­o in un momento in cui tutto il narrabile è già esposto, squadernat­o, sotto i nostri occhi. Non si tratta di fare pornografi­camente luce su un amplesso, ma di mettere in risalto la stretta relazione tra la nostra sessualità e il nostro modo di essere. A un secolo da Freud, credo sia possibile affrontare tale relazione in modo più eccentrico, meno meccanico e nello stesso tempo meno sottomesso all’oscurantis­mo religioso, per scoprire che il discorso intorno all’eros può essere davvero liberato solo dalla letteratur­a. Ovviamente questa libertà passa dal rifiuto categorico di tutti gli stereotipi in voga intorno al sesso, a cominciare da quelli che la stessa letteratur­a di genere – vedi le famose sfumature - ha costruito sull’argomento».

Tornerà a scrivere di Puglia?

«Con Davide Barletti e Lorenzo Conte, registi della Guerra dei Cafoni, stiamo lavorando a una storia ambientata tra la Puglia e la Germania, incentrata sul peso schiaccian­te che può avere la propria memoria quando non è elaborata a sufficienz­a».

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 ??  ?? L’autore e il testo Carlo D’Amicis è tra i cinque finalisti dello Strega 2018 con un romanzo edito da Mondadori
L’autore e il testo Carlo D’Amicis è tra i cinque finalisti dello Strega 2018 con un romanzo edito da Mondadori

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