Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
UN LINGUAGGIO CHE FA BENE AL SUD
Lo slogan lanciato dai grillini, più ancora che dai leghisti, suona: «Il nostro sarà il governo del cambiamento». Dopo i primi passi del nuovo governo, c’è da chiedersi quale indirizzo esso abbia assunto per trasformare la condizione del Paese. C’è cambiamento e cambiamento, ma quello predicato dai grillini dovrebbe consistere in una strategia di sviluppo che nel medio periodo sia capace di sciogliere i nodi strutturali che inchiodano il Paese in un duro ristagno. Una politica che si limitasse a lenire le emergenze sociali, non potrebbe qualificarsi «di cambiamento». Non si andrebbe al di là di un governo di piccolo cabotaggio, come sono stati quasi tutti quelli che si sono succeduti negli ultimi 50 anni, da quando fu affossato il disegno di programmazione economica di La Malfa e Saraceno. Da questo punto di vista, bisogna dire, il governo Conte finora non ha mostrato di volersi porre sui binari della organica programmazione economica.
In primo piano resta la questione meridionale: l’ha ribadito venerdì scorso il vicepremier Luigi Di Maio nell’intervista al Corriere del Mezzogiorno. Si poteva temere che il governo a trazione grillino-leghista, al contrario, segnasse un arretramento rispetto alla politica del governo Gentiloni. Ora pare che le cose vadano diversamente, con un rinnovato impegno che mira a fare del ministero del Mezzogiorno, come ha dichiarato la ministra Barbara Lezzi, «un presidio per tutti i cittadini meridionali». Con un discorso lucidamente pacato e di tono realistico, il ministro Lezzi ha illustrato il suo programma anche in un incontro con la Svimez, dando un’impressione di sostanziale concretezza. Sono diversi i punti salienti del programma per il Sud: dal possibile recupero delle ingenti risorse dei fondi europei mai utilizzate alla attuazione della clausola che riserva al Sud il 34 per cento degli investimenti pubblici ordinari. Viene poi confermata la validità delle Zes già approvate, a cui si aggiungeranno forme di sostegno per l’impiego di giovani nel campo dell’innovazione tecnologica. Ma una novità è la istituzione di un tavolo a livello della Presidenza del Consiglio per coinvolgere i ministri della Pubblica amministrazione, delle Infrastrutture e della Giustizia nella semplificazione degli iter burocratici. A questo riguardo, Barbara Lezzi, meridionale di Lecce, promette di impegnarsi in un’attività di monitoraggio dell’azione di governo sul terreno della politica meridionalista. Non v’è dubbio che al suo esordio il ministro abbia adottato un linguaggio sobrio e convincente. Rimane da vigilare sugli attriti che potranno insorgere in seno alla compagine governativa con i ministri leghisti, mai aperti verso i difficili problemi meridionali.