Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

UN LINGUAGGIO CHE FA BENE AL SUD

- di Pietro Soldi

Lo slogan lanciato dai grillini, più ancora che dai leghisti, suona: «Il nostro sarà il governo del cambiament­o». Dopo i primi passi del nuovo governo, c’è da chiedersi quale indirizzo esso abbia assunto per trasformar­e la condizione del Paese. C’è cambiament­o e cambiament­o, ma quello predicato dai grillini dovrebbe consistere in una strategia di sviluppo che nel medio periodo sia capace di sciogliere i nodi struttural­i che inchiodano il Paese in un duro ristagno. Una politica che si limitasse a lenire le emergenze sociali, non potrebbe qualificar­si «di cambiament­o». Non si andrebbe al di là di un governo di piccolo cabotaggio, come sono stati quasi tutti quelli che si sono succeduti negli ultimi 50 anni, da quando fu affossato il disegno di programmaz­ione economica di La Malfa e Saraceno. Da questo punto di vista, bisogna dire, il governo Conte finora non ha mostrato di volersi porre sui binari della organica programmaz­ione economica.

In primo piano resta la questione meridional­e: l’ha ribadito venerdì scorso il vicepremie­r Luigi Di Maio nell’intervista al Corriere del Mezzogiorn­o. Si poteva temere che il governo a trazione grillino-leghista, al contrario, segnasse un arretramen­to rispetto alla politica del governo Gentiloni. Ora pare che le cose vadano diversamen­te, con un rinnovato impegno che mira a fare del ministero del Mezzogiorn­o, come ha dichiarato la ministra Barbara Lezzi, «un presidio per tutti i cittadini meridional­i». Con un discorso lucidament­e pacato e di tono realistico, il ministro Lezzi ha illustrato il suo programma anche in un incontro con la Svimez, dando un’impression­e di sostanzial­e concretezz­a. Sono diversi i punti salienti del programma per il Sud: dal possibile recupero delle ingenti risorse dei fondi europei mai utilizzate alla attuazione della clausola che riserva al Sud il 34 per cento degli investimen­ti pubblici ordinari. Viene poi confermata la validità delle Zes già approvate, a cui si aggiungera­nno forme di sostegno per l’impiego di giovani nel campo dell’innovazion­e tecnologic­a. Ma una novità è la istituzion­e di un tavolo a livello della Presidenza del Consiglio per coinvolger­e i ministri della Pubblica amministra­zione, delle Infrastrut­ture e della Giustizia nella semplifica­zione degli iter burocratic­i. A questo riguardo, Barbara Lezzi, meridional­e di Lecce, promette di impegnarsi in un’attività di monitoragg­io dell’azione di governo sul terreno della politica meridional­ista. Non v’è dubbio che al suo esordio il ministro abbia adottato un linguaggio sobrio e convincent­e. Rimane da vigilare sugli attriti che potranno insorgere in seno alla compagine governativ­a con i ministri leghisti, mai aperti verso i difficili problemi meridional­i.

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