Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Pizzarotti si gode l’exploit «Noi con Decaro? Forse»
Parla il leader del movimento Italia in Comune: «Eletti quattro sindaci nel Barese perché siamo convincenti»
Con Italia in Comune, il movimento di cui è leader, ha conquistato quattro delle undici poltrone da sindaco assegnate ai ballottaggi di domenica scorsa. E tutte nel Barese. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, spiega perché: «Semplice, siamo competenti e perciò gli elettori ci hanno premiato». In vista del voto a Bari nel 2019, non disdegnata l’ipotesi di un asse con l’uscente Antonio Decaro: «Ma sarà il territorio a decidere».
Quattro sindaci, su sei eletti al ballottaggio in provincia di Bari, portano le insegne del nuovo movimento civico fondato dall’ex grillino Federico Pizzarotti, sindaco di Parma dal 2012. Italia in Comune irrompe sulla scena politica senza troppe avvisaglie, ma a gamba tesa soprattutto tra i partiti tradizionali in crisi di identità e di voti. Accade ad Acquaviva delle Fonti, con Davide Carlucci; a Mola di Bari con Giuseppe Colonna, a Casamassima, con Giuseppe Nitti, ad Altamura con Rosa Melodia. Destinato a diventare l’ago della bilancia nelle amministrative del 2019, a partire dal Comune di Bari, e nelle regionali del 2020. Ma guai a chiamarlo «il partito dei sindaci». Semmai, giura il presidente Pizzarotti, è il partito «della competenza, che parla il linguaggio dei territori e mette al centro i programmi. Intanto, da oggi (ieri, ndr), ci si può iscrivere direttamente online». Un altro passo avanti per il nuovo soggetto politico che ha iniziato a imporsi a livello locale.
Sindaco, civismo avanti tutta?
«Credo proprio di sì. Non è un caso che i neosindaci eletti abbiano aderito soprattutto alla Carta dei Valori di Italia in Comune. Il merito va a loro, noi abbiamo voluto sostenere dei progetti che avevano un programma concreto e che facevano del civismo, inteso come mettersi al servizio del cittadino, un valore. Comunque, è solo l’inizio di un percorso. In questa direzione, Michele Abbaticchio, quale referente di Italia in Comune in Puglia, sta facendo un grande lavoro».
Ha più volte parlato di un partito aperto e plurale. Dunque, trasversale?
«Noi parliamo innanzitutto di cittadini che hanno un consenso sulla base di progetti. Nell’ultimo direttivo nazionale ci siamo detti che l’area a cui possiamo rispondere in termini di esigenze è sicuramente di un centro molto ampio. Più spostato verso il centrosinistra che centrodestra. Con la Lega, ad esempio, non abbiamo affinità. Ma prima di parlare di persone o alleanze bisogna lavorare sul programma. Il nostro obiettivo è quello di arrivare in autunno con la prima assemblea nazionale in cui votare sia la linea programmatica che le figure di partito».
L’anno prossimo si voterà anche a Bari. Il suo movimento appoggerà la ricandidatura del sindaco uscente, Antonio Decaro?
«Una delle prerogative di Italia in Comune, inserita nello statuto, è che i territori abbiano una loro autonomia. Da parte mia c’è sicuramente stima, sia come presidente dell’Anci che come sindaco di Bari, per Antonio Decaro. Però saranno poi il territorio e le persone che vi lavorano a dover instaurare un dialogo, a fare un loro programma comunale e sulla base di questo capire se vi siano convergenze e obiettivi condivisi. Secondo me, per cambiare il paradigma, bisognerà tornare a ragionare sui programmi prima che sulle persone. Al di là che in questo caso ci sia un sindaco uscente».
Il modello di governo 5 Stelle-Lega nuoce ai due protagonisti nelle realtà locali?
«Sono convinto che con i primi decreti emergeranno forti contraddizioni interne. Sulle infrastrutture, per esempio. Ciò che nuoce a entrambi, e al Paese, è il clima da campagna elettorale permanente. Amministrare deve essere un lavoro concreto. Vedo più un ansia da comunicazione che da realizzazione. Cinque anni fa l’attuale presidente della giunta regionale Michele Eminell’ambito liano vinceva con lo slogan “Sindaco di Puglia”».
Emiliano è iscritto al Pd, ma apre a Forza Italia e ai fittiani. Cos’è oggi il partito dei sindaci?
«Non è il partito dei sindaci. Il fatto che il numero di sindaci e amministratori sia preponderante è solo la testimonianza di una scelta: aver messo al centro il tema delle competenze, del ruolo istituzionale e delle soluzioni concrete a favore dei territori, con problemi diversi che esigono risposte diverse. I cittadini pugliesi oggi hanno premiato questa linea, mi sembra. Tutta un’altra storia».
Sul voto del 2019 a Bari
Stimo Antonio, sia come primo cittadino che come presidente nazionale di Anci. Però sarà poi il territorio a instaurare un dialogo per un possibile programma condiviso