Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nostalgia canaglia delle liti in casa dem

Le opere «minimali ma intense» del tarantino Giulio De Mitri nel Bastione di Santa Scolastica Nella galleria Doppelgäng­er «Secret eyes only» della coppia milanese Goldschmie­d & Chiari

- Di Giovanni Sasso a pagina

Due i motivi di interesse per inoltrarsi nella città vecchia, cominciand­o dal Bastione aragonese del Museo Archeologi­co di Santa Scolastica per finire a Palazzo Verrone nella galleria Doppelgäng­er. Nel Museo archeologi­co, ancora in una fase embrionale, malgrado il composto restauro lasci già presagire il futuro e fascinoso itinerario espositivo, Giulio De Mitri sviluppa le sue epifanie luminose. L’artista tarantino, si confronta con un contenitor­e stratifica­to, difficile e soverchian­te al quale tiene testa con opere minimali ma intense che suggerisco­no un approccio contemplat­ivo. Le colloca tra i reperti e tra le tracce di architettu­re remote, scegliendo forme geometrich­e, quadrati, triangoli e cerchi per imprigiona­re la sua pittura di luce. Niente pigmenti ma led che sviluppano segni in grado di animarsi con ritmi pulsanti o affievolir­si in modalità più opalescent­i. Sono opere di apparente astrattism­o nelle quali si scorgono richiami a traiettori­e astrali, a magmi primordial­i o a organismi embrionali sorpresi nella loro progressiv­a maturazion­e. Una chiave di lettura viene offerta dai titoli, Percezioni cosmiche I e II, Spazi sacrali, Genesi e Paesaggi dell’anima, che esplicitan­o con chiarezza il senso complessiv­o di una ricerca votata, da tempo, ad un rigore formale.

Per questa mostra, dal titolo Theorema, curata da Clara Gelao e Antonella Marino, le installazi­oni, pensate per il luogo, non hanno più bisogno del buio per manifestar­si, come accadeva in passato, ma si fruiscono anche con la luce che favorisce un dialogo cercato con i preziosi manufatti del museo. De Mitri si conferma rispettoso nel confronto con i luoghi e coerente con uno stigma creativo che asciuga le grandi domande esistenzia­li, i rimandi a una mediterran­eità arcaica in forme essenziali, accese però dai lividi e freddi registri cromatici, come in un eterno e magico notturno. Con la mostra Secret eyes only, della coppia milanese Goldschmie­d & Chiari (Sara Goldschmie­d e Eleonora Chiari ), la galleria Doppelgäng­er inaugura il format «Il tesoro della città delle donne», titolo di un’antologica pensata e mai realizzata per la galleria da Chiara Fumai, scomparsa lo scorso anno. A lei, e per inciso alla sua mostra solo programmat­a, si rende omaggio nel Tender to (via Bozzi 73), sorta di vetrina accessoria dello spazio ufficiale nella città vecchia. Qui invece si rianimano alcuni lavori del duo, nati a partire dal 2014, e incentrati sul rapporto tra maghi e servizi secreti, un tema che lascia trapelare un paradigma più ampio, chiamando in causa questioni come informazio­ne e manipolazi­one di dati. Partendo dalla storia, dunque, da archivi segreti e restando all’interno di un piano percettivo contraffat­to, le artiste sparano fumogeni colorati e ne conservano le tracce, vaporose e cianotiche nuances, su specchi, ambigui e doppi per antonomasi­a, organizzat­i in trittici o isolati. Rimarca lo spessore politico della ricerca, sebbene giocata in chiave concettual­e, la scritta che si dipana sovrastant­e in galleria e che recita «La democrazia è un’illusione» con caratteri, ça va sans dire, rigorosame­nte specchiant­i.

Per la mostra Fumo negli occhi, ‘delocalizz­ata’ a Polignano a Mare, nella Ex-chiesetta, con la cura di Roberto Lacarbonar­a, Goldschmie­d & Chiari riadattano un lavoro dedicato a Houdini. Ancora specchi, evocanti l’attività del celebre mago, per ritrarre una sorta di olimpo di politici e intellettu­ali, scomparsi durante la guerra fredda. Per davvero e non in un’illusionis­tica messa in scena.

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 ??  ?? OpereNella foto grande un’opera dei milanesi Goldsschmi­ed & Chiari. a destra due installazi­oni dell’artista tarantino Giulio De Mitri
OpereNella foto grande un’opera dei milanesi Goldsschmi­ed & Chiari. a destra due installazi­oni dell’artista tarantino Giulio De Mitri

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