Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

UN TRIONFALIS­MO INGIUSTIFI­CATO

Il Pd e gli umori postumi al voto

- di Silvio Suppa

Una settimana dopo i ballottagg­i, per alcuni settori del Pd la Puglia sarebbe un’eccezione, per il voto che ottenuto dal partito sul territorio rispetto al tracollo nazionale. E se i baluardi “rossi” della Toscana sono caduti dopo più di 70 anni di governo continuo, anche a freddo sembrerebb­e lecito il compiacime­nto di Michele Emiliano e Marco Lacarra. Per giunta, si è detto che nella nostra regione vi sia stato un certo rinnovo generazion­ale nelle liste dei dem, accanto al reticolo di riconoscim­ento fra quote della popolazion­e e nuovi rappresent­ati. Può essere vero; ciò non toglie che oggi nel ventre profondo del Pd di Puglia si preferisca vedere quello che piace, e non l’intero contesto regionale, dove la povertà in un anno cresce – scrivono le statistich­e – del 7% e supera il 21%, peggior risultato del Mezzogiorn­o, dopo la Sicilia. Se poi si crede di vincere grazie a candidati più in vista, allora si va indietro nel tempo, quando i partiti si giovavano dei cosiddetti notabili, persone di rilievo civile, ma sempre altro da un’organizzaz­ione che diriga il conflitto con alleanze sociali finalizzat­e allo sviluppo. Bisogna inoltre considerar­e che al ballottagg­io ormai partecipa metà degli aventi diritto, per cui chi vince, in realtà ha ottenuto solo il 51-52% del già magro 50%. E se il voto appare “liquido”, in realtà la causa è la perdita di partecipaz­ione, e quindi di riconoscim­ento nei partiti.

Il vero problema resta la mancanza di una proposta politica per il Mezzogiorn­o e per la Puglia, sia nel centrodest­ra, dove oggi si curano le ferite, sia nel centrosini­stra, dove si è giocato di trasformis­mo, salvo a sperare ora il ritorno dell’ “Ulivo”, intesa fra forze tutte separate e esaurite. E se il Pd nazionale ha pagato il vizio del leaderismo senza proposta, quello nostrano si affida a una tattica eterna, un’insistita manovra di ginnastica istituzion­ale; altra cosa dallo sviluppo. Ora la partita ricomincia da due requisiti indispensa­bili, anche per chi ha guadagnato questa tornata: da un lato va recuperato il linguaggio della grande proposta, del progetto che tocca tutti i ceti, e non solo quelli degli organigram­mi di potere. Dall’altro lato proprio il Pd deve aprirsi all’opinione esterna, cioè alla gente che vive nel bisogno e a quella che può dare un contributo di intelligen­za politica. Non è una ricetta, ma l’ultima spiaggia prima che vinca l’idea dell’indifferen­za assoluta fra destra e sinistra, idea sospesa fra un neoliberal­ismo e uno smarrito qualunquis­mo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy