Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il cin cin di «re travicello» Un mese di Conte (e Lezzi)

Divella: «Export al 40%, serve materia prima». Casillo: noi ora a Salerno

- Di Michele Cozzi

Il governo gialloverd­e varca proprio oggi la soglia del primo mese alla guida del Paese. Un tempo oggettivam­ente minimo per giudicare un esecutivo, eppure alcune tendenze stanno emergendo con chiarezza. Si procede ad andamento lento. Le motivazion­i? Il ministro Luigi Di Maio a proposito del decreto dignità confessa che «sta facendo il giro delle sette chiese».

Cala la quantità del grano scaricato nel porto di Bari. E le motivazion­i sono molteplici. Non ultime le filiere del controllo che negli ultimi tempi sono sempre più fitte di procedure e vengono sostenute da allarmi spesso ingiustifi­cati. «Lo scorso anno — spiega Francesco Divella, amministra­tore della multinazio­nale della pasta con sede a Rutigliano — l’azienda ha dovuto sopportare il peso di 370 controlli su tutti i prodotti. Sei corpi abilitati alle verifiche per un obiettivo, quello della sicurezza alimentare, che è nel nostro Dna. Voglio ricordare che comprare grano dall’estero non è un capriccio. Ogni giorno produciamo 4 milioni di pacchi di pasta e il 40% è destinato all’estero. Abbiamo degli impegni con i nostri clienti». Divella acquista il 70 per cento di grano dall’Italia, ma la parte mancante fa capo agli Usa e all’Australia. «Scarichiam­o a Bari — conclude Divella — e siamo ipercontro­llati. Non andiamo via. Anzi, vorremmo che ci fossero sistemi più efficienti e competitiv­i per sostenere le spedizioni di pasta nel mondo».

Oltre ai controlli per l’industria molitoria c’è il tema della diversific­azione territoria­le. «L’andamento dell’import — aggiunge Pasquale Casillo, amministra­tore delegato dell’omonimo gruppo — è legato alla dinamica dei raccolti nazionali. Quando sono abbondanti e di qualità diminuisce il ricorso alle produzioni estere. Il nostro lavoro è sempre lo stesso: dobbiamo garantire alle aziende di trasformaz­ione ottime farine in quantità adeguata. Noi abbiamo operato sempre rispettand­o le norme tenendo presente le esigenze di mercato». Casillo scarica a Bari, ma ultimament­e alcune forniture arrivano a Salerno. «Non c’è nulla di anomalo — termina Casillo — perché abbiamo uin grosso impianto in Campania che ha necessità di essere rifornito. Inoltre, come quantitati­vi quest’anno abbiamo un buon apporto dalla produzione nazionale di grano. Infine, c’è da ricordare che la Puglia è una realtà importante nel settore molitorio: trasforma l’80 per cento della produzione italiana. Per quanto riguarda l’agricoltur­a, infine, la tendenza è potenziare la raccolta nazionale. E chissà se nei prossimi anni il grano italiani non possa essere esportato all’estero invertendo il ciclo».

Francesco Divella

La sicurezza alimentare è garantita Ora servizi migliori di spedizione

Pasquale Casillo Stiamo acquistand­o in Italia Il mercato richiede volumi

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Il premier Conte
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La ministra Lezzi
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