Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Analisi e fake news Dal porto di Bari sparisce il grano Il crollo è del 60%
L’allarme dei sindacati per il settore Patroni Griffi: «Esposto in Procura»
L’allarme è stato lanciato dai sindacati preoccupati per la tenuta dell’occupazione: meno traffico di grano significa meno posti di lavoro nell’ambito delle aziende portuali. Così l’Autorità di sistema portuale del mare adriatico meridionale, guidata da Ugo Patroni Griffi, ha presentato un esposto alla procura di Bari per «tutelare il sistema della logistica e l’immagine del porto». «Nel mirino — spiega Patroni Griffi — ci sono siti specializzati che diffondono fake news su grano contaminato presente a Bari. Sono informazioni errate riproposte con cadenza giornaliera e senza l’indicazione della data di pubblicazione. Queste false notizie rimbalzano sui tanti social network presenti nella rete e creano allarme fra consumatori e addetti di settore». La vicenda in questione è quella di giugno 2017 quando a Bari fu sequestrato un carico di 50 mila tonnellate di grano proveniente dal Canada nelle stive della «Cmb Partner» salpata da Vancouver. Le presunte irregolarità (poi fu accertata la conformità del carico alle normative di sicurezza alimentare) erano legate a residui di deossinivalenolo (o don o vomitossina) micotossina e glifosato (diserbante). «L’intento dell’esposto — prosegue Patroni Griffi — non è quello di impedire i controlli. Anzi, è dimostrato come il porto di Bari sia uno dei più sicuri. La priorità è evitare che si speculi sulla vicenda». «L’allarmismo ingiustificato sul grano canadese — sostiene Vito Leonardo Totorizzo, a capo della Spamat — sta mettendo in ginocchio il settore. Occorre intervenire subito perché le aziende sono in affanno. L’effetto della battaglia contro il Canada? Le aziende iniziano a importare nuovamente grano ucraino e russo». Nella filiera portuale lavorano complessivamente 200 dipendenti e si teme per il futuro. I dati indicano un calo importante. Nei primi tre mesi del 2018 sono transitati dall’hub barese 266 mila tonnellate di cereali tra ingressi e uscite. Nello stesso periodo
Caos glifosato Nel 2017 fu sequestrato un carico di 50 mila tonnellate di grano Tutto regolare dopo i controlli
del 2017 le tonnellate registrate furono 481 mila: in pratica si registra un calo del 55%. Ma se si analizza il solo flusso in entrata il quadro peggiora sfiorando una diminuzione del 60% (59,2%): da 436 mila tonnellate del primo trimestre 2017 a 258 mila tonnellate dello stesso periodo dell’anno in corso. Eppure, il grano estero continua a sbarcare sulle coste italiane per rifornire i molini del Mezzogiorno: da Salerno a Ravenna, da Ancona a Napoli. Anche se il prodotto canadese è sempre più sotto attacco. Perché l’effetto glifosato viene alimentato anche dall’umore dei consumatori. Tanto che qualche settimana fa Emilio Ferrari, direttore degli acquisti di Barilla, ha annunciato un temporaneo taglio delle importazioni di prodotto canadese: «Penso che sia una sorta di suicidio dire che la pasta è avvelenata dal glifosato, ma questo è l’approccio che abbiamo ora». Nonostante l’Ue abbia prorogato la «licenza» d’utilizzo del glifosato per altri cinque anni.