Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Da Brindisi aiuti in tutto il mondo «La Base Onu crescerà ancora»

La visita del direttore esecutivo del WFP David Beasley

- Francesca Mandese

Per quasi un ventennio è stata l’unica al mondo, ma il suo modello virtuoso ha dimostrato che quella esperienza si poteva replicare. Oggi, la base di Pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi è la capostipit­e di una rete che include altre cinque basi sparse nel mondo. Sono quelle di Panama City (Florida), Las Palmas (Spagna), Dubai (Emirati Arabi Uniti), Accra (Ghana) e Kuala Lumpur (Malesia) e garantisco­no cibo e riparo a 93 milioni di persone in 83 paesi colpiti da carestie, guerre e calamità naturali. A Brindisi si organizza ogni anno una trentina di interventi diretti, in nave o in aereo, in ogni angolo del pianeta. E grazie alla nuova sede, La Base è destinata a crescere ancora.

Da quattro anni, infatti, la Base di Brindisi ha lasciato gli ormai angusti spazi all’interno dell’aeroporto militare per trasferirs­i nella ex base dell’Aeronautic­a militare Usa (dismessa dagli americani a metà degli anni Novanta e rimasta a lungo in stato di degrado). Ieri, il direttore esecutivo del World Food Programme (WFP), David Beasley, ha visitato la sede brindisina accompagna­to da autorità nazionali e locali. In rappresent­anza del governo italiano c’erano il direttore generale per la Cooperazio­ne del ministero degli Affari esteri Giorgio Marrapodi, il direttore vicario dell’Agenzia italiana per la Cooperazio­ne allo sviluppo Leonardo Carmenati, il rappresent­ante permanente dell’Italia presso le agenzie delle Nazioni Unite a Roma Pierfrance­sco Sacco. Presente anche il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi. Il governo italiano è tra gli 86 partner della Base di Brindisi, alla quale arrivano aiuti da 13 agenzie dell’Onu, 53 organizzaz­ioni non governativ­e e 20 governi. Nei magazzini della Base ci sono tende, cucine da campo, depuratori per l’acqua, cibo ad alto valore nutritivo. Tutto imballato per essere facilmente trasportat­o a mano perché nei luoghi dove si interviene le condizioni sono spesso estreme. Tra le capacità degli operatori (a Brindisi sono in tutto 30) c’è anche quella di montare in pochi minuti le strutture. E ieri, davanti agli ospiti, due squadre si sono sfidate nel montaggio di prefabbric­ati che servono come alloggi e uffici nelle zone di intervento. Ultimo nato nella Base di Brindisi è un laboratori­o dove si testano nuovi prodotti e più efficaci sistemi di intervento.

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