Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il futuro del Bari appeso a un filo, Paparesta fuori
Il presidente non ricapitalizza e non dà segnali Paparesta decide di chiamarsi fuori e rinuncia Decaro agli imprenditori: «Salvate la squadra»
È ancora avvolto nel mistero il futuro del Bari, mentre scivola verso una notte senza punti fermi. Sul calare dell’ennesima giornata thrilling, non sono arrivate le certezze che tutti auspicavano. Prima il socio di minoranza, Gianluca Paparesta, che annuncia il disimpegno dall’aumento di capitale per le quote di Cosmo Antonio Giancaspro. Poi il consiglio d’amministrazione che tarda ad avviare la seduta. Intanto il tempo scorre, le scadenze si fanno imminenti, il futuro del Bari diventa una chimera. E lo spettro della serie D rischia di diventare qualcosa di drammaticamente concreto. L’attuale numero uno del club ha chiesto di usare lo strumento della cessione del credito di un altro ramo d’azienda quale modalità di aumento di capitale. Eventualità non accordata. Ieri, infine, è sceso in campo il sindaco Antonio Decaro: «In via istituzionale ho chiamato presidenti delle banche e imprenditori per far si che un’eccellenza della nostra città non fallisca».
Paparesta-bis no, Giancaspro non si sa. E nell’attesa il sindaco di Bari, Antonio Decaro, chiama a raccolta i presidenti delle banche locali e gli industriali per anticipare le risorse finanziarie necessarie a evitare il fallimento del club. È ancora avvolto nel mistero il futuro del Bari, mentre scivola verso una notte senza punti fermi. Sul calare dell’ennesima giornata thrilling, non sono arrivate le certezze che tutti auspicavano. Prima il socio di minoranza che annuncia il disimpegno dall’aumento di capitale per le quote di Giancaspro. Poi il consiglio d’amministrazione che tarda ad avviare la seduta. Intanto il tempo scorre, le scadenze si fanno imminenti, il futuro del Bari diventa una chimera. E lo spettro della serie D rischia di diventare qualcosa di drammaticamente concreto. L’attuale numero uno del club doveva fornire la documentazione necessaria per rendere possibile la ricapitalizzazione. L’aveva richiesta il Consiglio d’amministrazione al termine della riunione di lunedì sera, alla luce della volontà di Giancaspro di usare lo strumento della cessione del credito di un altro ramo d’azienda, quale modalità di aumento di capitale. Già nel primo pomeriggio, invece, c’è stato il dietrofront di Paparesta. «È da diversi mesi – aveva detto – che ho ripetutamente evidenziato gravi problematiche societarie. È stato fissato dall’assemblea il termine delle 23.59 dello scorso venerdì 6 luglio per sottoscrivere l’aumento di capitale, cosa che ho realizzato attraverso un bonifico bancario inviato immediatamente alla società. Inoltre, avendo nel tempo sviluppato numerosi rapporti con imprenditori interessati, ho dichiarato la mia disponibilità a ricevere l’offerta di acquisto delle azioni eventualmente inoptate. Ma il Consiglio di amministrazione e il collegio sindacale non mi hanno fatto ancora sapere se l’aumento di capitale sia stato regolarmente completato. Conseguentemente, alla luce del sempre più prossimo rischio di mancata iscrizione al campionato e soprattutto della assoluta assenza di chiarezza, comunico, sia pur con enorme rammarico, l’inevitabile venire meno di qualsiasi interesse da parte mia e delle persone interessate a sostenermi».
In giornata, inoltre, è sceso in campo il sindaco Decaro. «In via istituzionale — sostiene il primo cittadino — ho chiamato presidenti delle banche e imprenditori per far si che un’eccellenza della nostra città non fallisca. È necessario in questo momento garantire almeno l’iscrizione e dopo si dovrà trovare una soluzione stabile». Tra le eventualità anche una cessione delle quote di Giancaspro a un investitore esterno. Si starebbe trattando.
Timori
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