Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’Ateneo sbarca al Polo Al via la missione sul clima
Non un viaggio qualunque. Anzi. Arriveranno sino al Polo Nord. Alternandosi sulla Polar Nanuq, una barca a vela ecosostenibile, mandata in esplorazione geografica e scientifica e guidata da uno skipper italo-australiano. Negli stessi ghiacciai dove esattamente 90 anni fa – era il maggio del 1928 - si arenarono le speranze degli esploratori italiani guidati dall’ufficiale dell’allora Regia Aeronautica, Umberto Nobile, a bordo del dirigibile Italia. Mai più ritrovato. Ci sarà anche un pezzo di Puglia nella Polar Quest 2018, la missione che il prossimo 21 luglio partirà alla volta delle isole norvegesi Svalbard. Sono infatti due i ricercatori baresi che faranno parte del team che sino al 4 settembre viaggerà tra Islanda, Mare di Groenlandia e Norvegia per raccogliere dati sui cambiamenti climatici e sull’inquinamento. Si tratta di Marcello Abbrescia, professore associato del Dipartimento Interateneo di Fisica dell’Università di Bari, e di Mario Nicola Mazziotta, primo ricercatore della sezione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Bari, protagonisti della progettazione del sistema di acquisizione dati dei rivelatori, di sensoristica e di Gps che saranno installati in Norvegia, Islanda e Italia.
Come il dirigibile Italia novanta anni fa, anche la barca a vela Polar Nanuq avrà a bordo strumentazione scientifica per studiare la radiazione cosmica alle alte latitudini, raccogliere dati sull’inquinamento da microplastiche disperse in mare e fare telerilevamenti geografici per modellizzazione 3D e raccolta di dati su fauna e coste. Insomma, una missione a tutto tondo e nel rispetto dell’ambiente. «Come per la spedizione di Nobile anche noi faremo degli esperimenti e a latitudini mai fatte. E abbiamo scelto questa data perché troveremo la zona libera dal ghiaccio», sottolinea il professor Abbrescia. Non è da escludere infatti che tale condizione possa permettere al team di realizzare un’altra impresa: ritrovare i resti del dirigibile Italia.
L’obiettivo più ambizioso resta l’esperimento sui raggi cosmici con un programma senza precedenti di misura e studio a latitudini polari, grazie a un rivelatore sviluppato dal Centro Fermi (Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi), in collaborazione con le sezioni dell’Infn di Bari e Bologna e le Università di Bari, Bologna, e il Politecnico di Torino. Inoltre al Cern di Ginevra, con l’aiuto degli studenti da scuole superiori italiane, norvegesi e svizzere, sono stati costruiti tre rivelatori gemelli (uno sarà installato a bordo del Polar Nanuq, un altro in una scuola superiore della Norvegia, e il terzo in un liceo a Bra in Italia) per consentire la misurazione del flusso dei raggi cosmici simultaneamente su circa 40 gradi di latitudine. «Misurare i raggi cosmici – spiega Abbrescia – è importante per varie ragioni, sulle particelle che arrivano dallo spazio, sulla correlazione con il clima terreste e sulle influenze alle comunicazioni tra satelliti».
Inoltre, il Cnr provvederà a misurare le concentrazioni delle microplastiche arrivate nell’Artico, mentre con i droni ci sarà l’esperimento di mappatura della Terra di Nord Est, molto vicina al Polo Nord. I due baresi parteciperanno a diverse fasi degli esperimenti, documentate sul sito www.polarquest2018.org e sui social con immagini e video. Abbrescia, ad esempio, una volta rientrato in Italia ripartirà ai primi di agosto per una cerimonia commemorativa alla presenza dei discendenti dell’equipaggio del dirigibile Italia e per una circumnavigazione completa delle isole Svalbard. Sempre a bordo della barca a vela ecosostenibile.
I raggi L’obiettivo più ambizioso resta l’esperimento sui raggi cosmici