Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Anagrafe chiusa anche a Ceglie
Le periferie Dopo l’ufficio di Loseto
Un altro ufficio dell’Anagrafe chiude i battenti nelle periferie baresi. Dopo quello di Loseto è la volta di Ceglie. Il Comune infatti ha disposto la chiusura dell’ufficio entro un mese in quanto la struttura non consente l’accesso ai disabili. I residenti saranno quindi costretti a rivolgersi a Carbonara.
Prima Loseto. Adesso tocca alla sede dell’ufficio Anagrafe di Ceglie chiudere i battenti entro fine mese. I locali della delegazione territoriale di Ceglie, di proprietà del Comune di Bari, sono praticamente sbarrati ai cittadini diversamente abili. In carrozzina impossibile superare la rampa di scale per arrivare al primo piano. L’ascensore è inesistente. E anche i servizi igienici sono gravemente inadeguati. I disabili che arrivano in via Municipio 5 a Ceglie per richiedere un documento restano al palo. A meno che qualcuno di buona volontà non li prenda a braccio e li porti su.
L’ultimo episodio del genere qualche giorno fa. Si è anche verificato che fosse un dipendente comunale ad andare da loro in strada per verificarne le esigenze. Ma con l’avvento della nuova carta d’identità elettronica, l’impresa è praticamente impossibile. L’apparecchio non può certo essere spostato dal primo piano alla strada. Insomma, benvenuti a Bari smart. Il trasloco, armi e bagagli, è verso l’attuale sede della delegazione di Carbonara, in attesa della soluzione definitiva di una sede unica in via di realizzazione nel mercato coperto di Carbonara. Tempi: «Almeno un anno», dice Davide Pellegrino, direttore generale del comune di Bari. Questa storia di diritti negati va avanti da tempo. «Tutti sapevano - afferma il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Michele Caradonna - ci sono le mie denunce da oltre un anno ed oggi il danno e la beffa. Si preferisce sopprimere una delegazione territoriale invece di adeguare l’edificio alle norme? Una vergogna istituzionale».
Caradonna aveva denunciato le «gravi carenze dei requisiti elementari per consentire l’accesso e la fruibilità delle persone con disabilità, ma anche la carenza dei requisiti di sicurezza propri dei luoghi di lavoro, come ad esempio uscite di sicurezza». L’amministrazione comunale non ci sta e si difende. «L’adeguamento avrebbe significato impiegare lo stesso tempo di realizzazione del progetto in programma su Carbonara – spiega Pellegrino – . Intanto, quella sede va chiusa per assicurare un servizio adeguato. Si pone un serio problema di razionalizzazione delle delegazioni territoriali – dice ancora Pellegrino – . Un servizio molto utile, per questo cerchiamo nel limite del possibile di tenerle tutte aperte. Ma dieci delegazioni sono molte di più di quante ne abbiano comuni con estensioni maggiori come Firenze o Bologna. Si tratta di una scelta, comunque, fatta molti anni fa quando la situazione relativa al numero dei dipendenti comunali era molto diversa».
Sul tavolo non c’è solo il problema relativo all’accessibilità e alla sicurezza, ma anche alla carenza di personale. «I sindacati stanno facendo una battaglia per razionalizzare le sedi», sottolinea il direttore generale del Comune . «La nuova dirigente dei servizi demografici - prosegue - sta predisponendo un piano per incrementare il personale attraverso i trasferimenti». Dal canto suo, Caradonna, che è anche presidente dell’Anmic, l’associazione a tutela e rappresentanza delle persone con disabilità, dopo le proteste sia di un comitato di cittadini che degli stessi dipendenti comunali, aveva chiesto a luglio 2017 l’immediato intervento del Sisp (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) e dello Spesal (Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro). «A distanza di un anno però non arrivano i nomi dei responsabili delle inosservanze rilevate l’affondo del consigliere - e neanche vengono messe in atto iniziative utili per adeguare la sede, ma la delegazione viene chiusa. Il paradosso: la pubblica amministrazione va in deroga a se stessa, roba da pazzi. Sindaco e giunta hanno fatto orecchi da mercante».
Tra le criticità evidenziate da Caradonna anche la copertura dei servizi di vigilanza per tutto il tempo di apertura degli uffici delle delegazioni, in quanto si erano verificati diversi episodi di aggressioni verbali e fisiche a danno del personale in servizio. «La beffa? – conclude il consigliere di FdI - L’immobile è di proprietà comunale e quindi non si può dire che se ne siano accorti solo ora».
Michele Caradonna Invece di adeguare l’ufficio si preferisce chiudere
Davide Pellegrino La sede va chiusa per assicurare un servizio adeguato