Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bilancio, la Corte dei Conti promuove la Regione Ma è allarme consulenze
La soddisfazione di Emiliano «Troppi incarichi? Colpa delle vecchie amministrazioni»
«Il rating di una Regione, per le regole delle agenzie internazionali, non può essere superiore a quello dello Stato (Moody’s ha assegnato alla Puglia l’indicatore Baa2, ndr). Tuttavia, senza questo vincolo, sono sicuro che la Puglia sarebbe considerata più solida dell’Italia». Michele Emiliano, governatore della Puglia, commenta così l’esito del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Puglia per il 2017 effettuato dalla Corte dei Conti. Un verdetto che Agostino Chiappiniello, presidente della Sezione regionale di controllo, definisce buono «perché complessivamente la Regione ha avuto una gestione sana dei propri conti».
Secondo i magistrati contabili gli aspetti positivi riguardano il contenimento dell’indebitamento (riduzione dello stock complessivo di 62 milioni) e il miglioramento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria. Così, il procuratore regionale, Carmela de Gennaro, e la consigliera, Stefania Petrucci, danno atto alla regione di aver agito sulla spesa farmaceutica adottando «il prontuario terapeutico unico regionale e l’adozione di un protocollo operativo finalizzato alla corretta gestione della distribuzione diretta dal primo ciclo di terapia alla dismissione». «La contabilità della Regione — ha aggiunto Emiliano — è tra le migliori in Italia. Abbiamo recuperato moltissimo sui Lea in materia sanitaria, eravamo l’ultima Regione e ora siamo ben oltre la metà classifica. Stiamo recuperando sulla spesa sanitaria, abbiamo assunto moltissimi giovani, abbiamo sostenuto le spese degli assegni di cura in un momento difficilissimo, abbiamo il reddito di dignità, unica Regione ad averlo organizzato. In Puglia la tassazione è tra le più basse d’Italia». «Il gettito complessivo è aumentato — scrive la Corte dei Conti — per effetto dei maggiori accertamenti realizzati in termini di compartecipazione all’Iva, della tassa automobilistica regionale e del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi».
Ma non tutto è positivo. Anzi. La relazione evidenzia alcune criticità relative ai debiti fuori bilancio (pari a 17 milioni di cui 5,3 milioni per l’acquisizione di beni e servizi in assenza di preventivo impegno di spesa), ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa (cifra triplicata da 135 mila a 524 mila euro) e alla spesa complessiva del personale (cresciuta da 145 a 150 milioni). Le cause? «Sono tutte questioni legate alle precedenti amministrazioni — ha sostenuto Emiliano — che effettivamente avevano secondo abusato del ricorso agli avvocati esterni. Perciò abbiamo raddoppiato il numero del personale dell’Avvocatura e abbiamo stretto moltissimo, lasciando le consulenze esterne soltanto a quegli avvocati di eccezionale qualità per casi di elevata complessità. E questo nel breve potrà limitare i danni che abbiamo avuto dagli eccessi del passato».
Il governatore della Puglia scarica sulle precedenti amministrazioni (Nichi Vendola e Raffaele Fitto) anche l’inefficienza sui consorzi di bonifica trasformati «in un pozzo senza fondo» agganciato alla finanza regionale per realtà co- stituite essenzialmente da privati. «Per vent’anni — ha attaccato il magistrato in aspettativa da 14 anni —, la Regione ha anticipato le spese di funzionamento per consorzi di privati accumulando un debito di 250 milioni che stava piegando la Regione stessa. Abbiamo dato mandato di recuperare le somme non pagate dai soci. Questa situazione è stata risanata poco alla volta con l’aiuto anche degli agricoltori. L’obiettivo è rimettere in piedi il meccanismo secondo il quale il Consorzio viene finanziato dalle aziende agricole che sono socie del consorzio stesso. Speriamo di poterli riconsegnare al più presto alla normale attività, revocando i commissari regionali. Perché i consorzi sono privati».