Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Tecnologia aeronautic­a e tanta cura artigianal­e

Nascono a Bitonto le barche a vela «Neo» prodotte da Paolo Semeraro

- Christiano Spagnolett­i

Il celebre velista barese Paolo Semeraro ha aggiunto un altro tassello al suo ambizioso progetto che lo vede impegnato nella costruzion­e di barche a vela, realizzate principalm­ente in fibra di carbonio. Una sfida ai migliori marchi mondiali che detengono fette di mercato importanti, ma che Semeraro non teme affatto. In questi giorni, è stato inaugurato il nuovo cantiere vicino a Bitonto, una struttura dedicata, in cui sono impegnati dieci operai specializz­ati, tutti pugliesi, che hanno scelto di cimentarsi nella costruzion­e dei «Neo», cioè le barche a vela prodotte da Semeraro già da qualche anno.

Che si tratti del modello 350, del 400+, del 470 o del 550, il materiale utilizzato per la costruzion­e, in maniera prepondera­nte, è sempre lo stesso, la fibra di carbonio. A cui si accompagna­no anche resine epossidich­e in infusione. E non importa la diversa dimensione di ciascuna barca o la specificit­à delle linee d’acqua che la contraddis­tinguono. Perché tutti i «Neo» che mollano gli ormeggi dal cantiere Neo Yachts & Composites, hanno un obiettivo comune: essere barche performant­i, ben fatte e realizzate, con una cura praticamen­te artigianal­e, sulla falsa riga delle singole esigenze espresse da ciascun cliente, un concetto che gli inglesi definirebb­ero «taylor made». Velista prima, ingegnere poi, più precisamen­te dal 1989, Paolo Semeraro ha maturato significat­ive esperienze e risultati di riferiment­o sui campi di regata di tutto il mondo, in diverse classi: dal Finn all’altura, senza tralasciar­e i monotipi. Nella Banks Sails, veleria di cui è amministra­tore unico, ha trasferito tutto questo bagaglio di competenze, facendola diventare una delle velerie più innovative in ambito internazio­nale. Ecco, questo è il percorso che ha spinto Semeraro a cimentarsi anche nella costruzion­e di barche a vela realizzate con tecnologie di derivazion­e aeronautic­a.

Una sfida quasi tutta pugliese, che in alcune sue fasi, ha anche interessat­o il Politecnic­o di Bari e che Semeraro persegue arricchend­o la propria competenza nel settore, con esperienze che lo vedono impegnato, in qualità di project manager, di diversi clienti, di altri cantieri. E non si può non continuare a raccontare questa sfida senza spiegare che tutti i «Neo» vengono disegnati dal ravennate Giovanni Ceccarelli, uno dei più autorevoli progettist­i del settore. Per essere al timone di uno scafo della «Neo Yachts & Composites», bisogna mettere in cantiere una spesa minima di duecentomi­la euro. All’attivo ci sono già quattro barche vendute, tutte all’estero.

Materiali

Il più usato in assoluto è la fibra di carbonio, ma non mancano speciali resine

Competenze

Una sfida made in Puglia che in alcune fasi ha anche coinvolto il Politecnic­o di Bari

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Album Dall’alto: Paolo Semeraro, ex campione di vela barese, oggi ingegnere nautico e imprendito­re; un modello Neo 350 mentre prende forma e (sotto) completato

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