Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I rimpianti dei tifosi Striscione sulla tomba di Vincenzo Matarrese
Incredulità, amarezza e soprattutto pochissimo tempo a disposizione per organizzare qualcosa che possa realmente smuovere le acque. In città nelle ultime ore sono stati esposti striscioni non certo teneri nei confronti di Giancaspro, oltre che finalizzati a convincere gli imprenditori a salvare il salvabile.
Ma ha fatto ancor più rumore quanto proposto dai «Bulldog». In cimitero, sulla cappella della famiglia Matarrese, è stato infatti affisso uno striscione con poche parole e mille significati. «Tu si che sei un presidente… In A, B o C ma sempre a testa alta». Questo era scritto, a firma del gruppo di tifosi.
Un gesto che da un lato è un omaggio allo storico presidente Vincenzo, dall’altro una implicita e forte contestazione del valore di «Giancaspro presidente». Lo striscione è stato poi rimosso e ci sono indagini in corso per venire a capo dell’autore dell’azione.
Di certo la stragrande maggioranza della tifoseria è rimasta spiazzata dall’involuzione dei fatti. Nessuno, fra i tifosi, aveva immaginato che le cose sarebbero andate in questo modo. Solo negli ultimi giorni, con il precipitare improvviso degli eventi, tutte le negatività sono venute a galla. Troppo tardi, però, perché potesse essere ipotizzata un’azione efficace. Un corteo o una manifestazione di piazza. A questo in realtà si sarebbe anche pensato, salvo non ricevere, data la tempistica, le dovute autorizzazioni.
Da ambienti vicini ad alcune associazioni filtra che domani possa essere proposto qualcosa. La gran parte dei tifosi, però, preferisce pensare ai fatti più che alle parole. Sui social network le reazioni dei supporter sono di ben altro tono. Accuse pesanti, rabbia, in certi momenti anche disperazione. Qualcuno propone una delle classiche «catene», tentando di viralizzare messaggi capaci di fare la differenza. Qualcosa tipo il «compra la Bari» che conquistò l’Italia intera.
Prevale piuttosto lo scoramento, permane una sensazione di sospensione. Come se il rischio della D sia un brutto sogno. In realtà è una concretissima possibilità. Anche se per molti potrebbe addirittura essere il male minore: meglio ricominciare dal basso, spiegano, con una società solida e credibile, che continuare a vivacchiare, laddove almeno vi si riesca. Perché nella peggiore delle ipotesi, purtroppo, non solo non si vivacchia, ma addirittura si muore.