Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Pensiamo ai lavoratori, il calcio è un lusso»

- V. Fat.

«Non è il momento più indicato per investire in attività extra imprendito­riali. Le aziende in Puglia sono impegnate nella ristruttur­azione e devono rispettare il futuro dei dipendenti». Domenico De Bartolomeo, presidente di Confindust­ria Puglia, spiega i motivi che non favoriscon­o un intervento dell’imprendito­ria locale per il salvataggi­o del club biancoross­o. De Bartolomeo, a capo del gruppo Debar, è stato in passato protagonis­ta di un periodo entusiasma­nte del Bari: la promozione in serie A con il trionfo di Antonio Conte sulla panchina.

Presidente De Bartolomeo, il «suo» Bari è in difficoltà e i tifosi chiedono un intervento. Perché non è possibile?

«È un momento delicato per l’economia dell’Italia e soprattutt­o del Mezzogiorn­o. Le aziende devono consolidar­e il business concentran­dosi sui risultati. La realtà è questa».

Lei è stato socio del club con Matarrese negli anni dell’ultima promozione in serie A.

«Fu un periodo bellissimo, ma che è costato tanto all’azienda (alla fine il costo della partecipaz­ione è stato di tre milioni, ndr). Ricordo i cento mila tifosi in festa su corso Vittorio Emanuele e l’entusiasmo per il valore degli uomini di Antonio Conte. Vederli giocare era uno spettacolo».

Ma poi tutto è cambiato con il fallimento e il crac dei Matarrese.

«Abbiamo investito nella squadra con entusiasmo. Erano gli anni dal 2008 al 2009 quando le condizioni lo consentiva­no. Ora il calcio richiede altre soluzioni». Quali?

«Un gruppo che fattura anche trecento milioni non è più in grado di sostenere un’attività del genere. Le multinazio­nali che fanno grandi numeri hanno la possibilit­à di capitalizz­are altri aspetti come l’immagine e la diffusione del brand».

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