Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tempo scaduto, Bari perde il calcio
Si ritira la nuova cordata Radrizzani-Napoli: niente ricapitalizzazione e addio campionato Per il futuro si fa strada l’ipotesi Canonico: si tenta di ripartire almeno dalla serie C
Adesso è veramente finita . Il tempo è scaduto, il Bari non può essere iscritto al campionato di serie B e deve dire addio al calcio professionistico dopo 110 anni di storia. Quella di ieri è stata giornata febbrile, scandita da numerosi colpi di scena. E proprio quando sembrava che la soluzione fosse davvero vicina, c’è stata la rinuncia da parte della nuova cordata Radrizzani-Napoli: troppo rischioso avventurarsi in un’operazione del genere in un così ristretto margine di tempo. Per quanto riguarda il futuro, una delle ipotesi è legata a Nicola Canonica, che potrebbe tentare di ripartire dalla serie C.
Il dramma sportivo dei tifosi ha la lunghezza di qualche frase e il senso profondo di un percorso con troppi ostacoli per essere coronato dal successo. Il Bari scompare dal grande calcio. Neanche l’ipotesi Radrizzani-Napoli, che nelle ultime ore aveva dato l’idea di tramutarsi in realtà, alla fine è andata a buon fine.
«Purtroppo il poco tempo disponibile – ha detto Radrizzani – per eseguire una due diligence dettagliata e approfondita ci costringono a malincuore ad abbandonare questa idea e sfida». Parole rese pubbliche quando tutto sembrava destinato ad andare nel verso giusto, con il proprietario del Leeds e il presidente di Edilportale che parevano sul punto di regalare un sogno alla Bari calciofila.
Anche il preannuncio di dimissioni da parte di Giancaspro aveva contribuito a rendere in discesa il cammino societario. Il presidente biancorosso aveva convocato per le 16.30 un’assemblea totalitaria per verificare il bonifico. Invece il colpo di scena ha il valore di un pugno al cuore. «Provo un sentimento di rabbia – ha detto Napoli, che era pronto a versare la sua quota di 700mila euro – . Abbiamo cercato stamattina di verificare la situazione debitoria reale. Abbiamo trovato decine di contenziosi, insolvenze nei pagamenti. Quadro che, rispetto a quello che prevedevamo, era decisamente peggiore».
Eppure, tra fiducia ed entusiasmo, si era andati avanti. C’era l’ok, anche la comunicazione ufficiale pareva a un passo. Alla fine ha prevalso lo scetticismo nei confronti di Giancaspro e delle sue garanzie, oltre che una tempistica che avrebbe reso impossibile la disposizione del bonifico dall’Inghilterra. «Ce l’abbiamo messa tutta – conclude Napoli – ma purtroppo non ce l’abbiamo fatta. Sono mortificato come tifoso. Ma abbiamo già dato disponibilità al sindaco di prendere in mano il Bari anche ripartendo da serie minori».
Perché adesso è questo l’altro fronte che si apre. Cosa ne sarà del Bari? Niente serie B, niente aumento di capitale. Zero ricorsi, solo la messa in liquidazione, una sensazione di impotenza, delusione. E ulteriori parole, che portano a nuovi rimpianti. Come quella di Pasquale Bacco, della Meleam. «Venerdi – scrive sul profilo Facebook dell’azienda – abbiamo comunicato al sindaco l’assoluta disponibilità a versare i tre milioni. Contattato, Giancaspro ci chiedeva di raggiungerlo su Roma. Gli unici contrasti nascevano dalla richiesta di 16 milioni per il restante 30%. Si decideva di procedere facendo cadere la condizione dell’impegno a vendere le quote residue. Preso atto della portata mediatica della nuova cordata e con il rischio di diventare elemento di disturbo, comunicavamo il metterci da parte. Fossimo intervenuti e qualcosa fosse comunque andato storto, avremmo avuto tutta la Puglia contro».
La Puglia intanto piange la fine di una storia centenaria. «Questo è un brutto giorno non solo per il calcio barese – afferma Decaro – ma per tutta la città. È il giorno di una sconfitta, che brucia mille volte di più di tutte le sconfitte sul campo. Ci abbiamo provato tutti a fare tutto quello che era possibile. Ho provato anche io, forse andando oltre le competenze di un sindaco. L’ho fatto da responsabile di una grande comunità, l’ho fatto da cittadino e anche da tifoso. Ora però non bisogna mollare. Dobbiamo continuare con tutte le nostre forze a lavorare perché a Bari il calcio non finisca in questo pomeriggio di luglio».
Antonio Decaro Questo è un brutto giorno per tutta la città