Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
IL MEZZOGIORNO E LE NUOVE SFIDE
I dossier ancora aperti
Man mano che studia i diversi dossier sul suo tavolo, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, corregge il tiro su alcuni “lanci” precedenti e sembra però in difficoltà nella ricerca di capitoli sui quali differenziarsi in maniera significativa dall’iniziativa del precedente governo. Nell’intervista di ieri sul Mattino, si nota una retromarcia vistosa rispetto alla annunciata volontà di modificare gli incentivi alle assunzioni, di cui avevo fatto notare la stranezza in un precedente articolo sul Corriere. Molto opportunamente, si impegna invece a renderli più stabili, un intento totalmente condivisibile. Stesso discorso per il credito d’imposta su investimenti in macchinari ed impianti che ha generato 6 miliardi di investimenti dal marzo 2017, che il ministro vuole finanziare in maniera più ampia con fondi europei.
I problemi emergono ogniqualvolta prevale il tentativo di differenziare la linea rispetto al passato, una esigenza politicamente comprensibile. La misura “Resto al Sud” è oggi limitata ad imprenditori in senso stretto e a chiunque non sia occupato a tempo indeterminato under 35. Il ministro vuole estendere la misura a professionisti e ai 50enni. Si è già discusso dei dubbi su alcune categorie di professionisti, già in eccesso di offerta. In queste condizioni il rischio è quello di alimentare aspettative irrealistiche nei giovani. Estendere la misura agli over 35 invece eliminerebbe il carattere pro-giovani di una delle poche misure ad essi riservate. Ci si chiede se sia questa la misura giusta per affrontare problemi occupazionali di persone in età matura o se in questa maniera si offra maggiormente il fianco ad abusi della misura da parte di soggetti che sarebbero in realtà in grado di autofinanziarsi. Non è un caso che storicamente le misure di questo tipo siano sempre state riservate alla imprenditoria giovanile.
È comunque importante che ad eventuali allargamenti della “platea” corrispondano nuove risorse, altrimenti bisognerà essere consci che le risorse per finanziare queste categorie verranno sottratte ai giovani imprenditori nei settori che una volta venivano chiamati “produttivi”. L’aspetto che desta più perplessità è quello sul coordinamento rafforzato nell’utilizzo dei fondi della coesione. Da un lato il ministro riconosce l’esigenza di un forte coordinamento statale, assolutamente condivisibile e in qualche maniera in contrasto con le tendenze ‘autonomiste’ di alcuni governatori.
Dall’altro svaluta l’esperienza dei Patti che nasce proprio da quella esigenza. Può darsi che il ministro ritenga non sufficiente il livello di coordinamento e di contrasto alla frammentazione degli interventi raggiunto nei Patti, e chi scrive sarebbe in qualche misura d’accordo. Ma ci sono due caveat. Da un lato bisogna riconoscere le difficoltà politiche di imporre visioni maggiormente coordinate quando le tendenze in atto sembrano di segno opposto. Dall’altro bisogna sapere che instaurare schemi alternativi comporta tempi di “messa in opera” della nuova architettura che probabilmente ritarderebbero l’attuazione e la spesa piuttosto che renderla più rapida.
Le amministrazioni, e quelle del Sud in particolare, hanno tempi di riorganizzazione rispetto a modifiche negli assetti che non sono trascurabili. I Patti rispondono all’esigenza di concentrare la spesa e responsabilizzare e monitorare l’andamento dei lavori. Può darsi che sia possibile semplificarne il funzionamento ma si tratta di modifiche al margine.
Più importante è la questione dell’avvio delle Zes nelle regioni ritardatarie. Campania e Calabria hanno tempestivamente presentato e fatto approvare i loro Piani strategici nella scorsa legislatura. Non c’è traccia delle proposte delle altre regioni. Sulle semplificazioni per le Zes invece va accelerata l’approvazione dell’apposito Dpcm.
Il ministro potrebbe valutare in aggiunta, anche un intervento legislativo, da concordare con il ministro della Funzione pubblica, che consenta semplificazioni più drastiche di quelle che possono essere imposte con Dpcm.