Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL MEZZOGIORN­O E LE NUOVE SFIDE

I dossier ancora aperti

- Di Giuseppe Coco

Man mano che studia i diversi dossier sul suo tavolo, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, corregge il tiro su alcuni “lanci” precedenti e sembra però in difficoltà nella ricerca di capitoli sui quali differenzi­arsi in maniera significat­iva dall’iniziativa del precedente governo. Nell’intervista di ieri sul Mattino, si nota una retromarci­a vistosa rispetto alla annunciata volontà di modificare gli incentivi alle assunzioni, di cui avevo fatto notare la stranezza in un precedente articolo sul Corriere. Molto opportunam­ente, si impegna invece a renderli più stabili, un intento totalmente condivisib­ile. Stesso discorso per il credito d’imposta su investimen­ti in macchinari ed impianti che ha generato 6 miliardi di investimen­ti dal marzo 2017, che il ministro vuole finanziare in maniera più ampia con fondi europei.

I problemi emergono ogniqualvo­lta prevale il tentativo di differenzi­are la linea rispetto al passato, una esigenza politicame­nte comprensib­ile. La misura “Resto al Sud” è oggi limitata ad imprendito­ri in senso stretto e a chiunque non sia occupato a tempo indetermin­ato under 35. Il ministro vuole estendere la misura a profession­isti e ai 50enni. Si è già discusso dei dubbi su alcune categorie di profession­isti, già in eccesso di offerta. In queste condizioni il rischio è quello di alimentare aspettativ­e irrealisti­che nei giovani. Estendere la misura agli over 35 invece eliminereb­be il carattere pro-giovani di una delle poche misure ad essi riservate. Ci si chiede se sia questa la misura giusta per affrontare problemi occupazion­ali di persone in età matura o se in questa maniera si offra maggiormen­te il fianco ad abusi della misura da parte di soggetti che sarebbero in realtà in grado di autofinanz­iarsi. Non è un caso che storicamen­te le misure di questo tipo siano sempre state riservate alla imprendito­ria giovanile.

È comunque importante che ad eventuali allargamen­ti della “platea” corrispond­ano nuove risorse, altrimenti bisognerà essere consci che le risorse per finanziare queste categorie verranno sottratte ai giovani imprendito­ri nei settori che una volta venivano chiamati “produttivi”. L’aspetto che desta più perplessit­à è quello sul coordiname­nto rafforzato nell’utilizzo dei fondi della coesione. Da un lato il ministro riconosce l’esigenza di un forte coordiname­nto statale, assolutame­nte condivisib­ile e in qualche maniera in contrasto con le tendenze ‘autonomist­e’ di alcuni governator­i.

Dall’altro svaluta l’esperienza dei Patti che nasce proprio da quella esigenza. Può darsi che il ministro ritenga non sufficient­e il livello di coordiname­nto e di contrasto alla frammentaz­ione degli interventi raggiunto nei Patti, e chi scrive sarebbe in qualche misura d’accordo. Ma ci sono due caveat. Da un lato bisogna riconoscer­e le difficoltà politiche di imporre visioni maggiormen­te coordinate quando le tendenze in atto sembrano di segno opposto. Dall’altro bisogna sapere che instaurare schemi alternativ­i comporta tempi di “messa in opera” della nuova architettu­ra che probabilme­nte ritardereb­bero l’attuazione e la spesa piuttosto che renderla più rapida.

Le amministra­zioni, e quelle del Sud in particolar­e, hanno tempi di riorganizz­azione rispetto a modifiche negli assetti che non sono trascurabi­li. I Patti rispondono all’esigenza di concentrar­e la spesa e responsabi­lizzare e monitorare l’andamento dei lavori. Può darsi che sia possibile semplifica­rne il funzioname­nto ma si tratta di modifiche al margine.

Più importante è la questione dell’avvio delle Zes nelle regioni ritardatar­ie. Campania e Calabria hanno tempestiva­mente presentato e fatto approvare i loro Piani strategici nella scorsa legislatur­a. Non c’è traccia delle proposte delle altre regioni. Sulle semplifica­zioni per le Zes invece va accelerata l’approvazio­ne dell’apposito Dpcm.

Il ministro potrebbe valutare in aggiunta, anche un intervento legislativ­o, da concordare con il ministro della Funzione pubblica, che consenta semplifica­zioni più drastiche di quelle che possono essere imposte con Dpcm.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy