Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I dipendenti della società rimasti senza un lavoro Scatta la messa in mora

- P. C.

C’è un pezzo di società che dopo il fallimento del Bari (anche se tecnicamen­te non si può parlare ancora di fallimento), rimarrà senza contratto né certezze. Si tratta di 15 dipendenti assunti con un contratto a tempo indetermin­ato, spesso con famiglie monoreddit­o, che in questo momento si trovano letteralme­nte spaesati, privati di una passione e di una profession­e. Gente abituata a stare dietro le quinte, ma a fare in modo che lo spettacolo fosse godi- bile e condiviso. Tifosi, prima che dipendenti. Eppure senza stipendio da tre mesi, nel silenzio e senza spiegazion­i di quello che ormai è il loro ex presidente.

Ieri alcuni di loro hanno annunciato la prossima messa in mora della società. Si tratta di una decisione sofferta, ma anche di un modo per mettere al sicuro le tre mensilità ancora spettanti. Una situazione a cui ora, in qualche modo, si vuole porre almeno un paracadute, con il contributo dei legali Patrizia Ardilla, Giuseppe Cellamare, Giuseppina Tagliarini e del sindacato Cgil. «A tutela e a difesa dei posti di lavoro – scrivono i segretari regionali e provincial­i della Cgil – avanzeremo richiesta urgente di incontro al sindaco Decaro per inserire, nella manifestaz­ione d’interesse per il nuovo Bari calcio, il mantenimen­to dell’occupazion­e, inserendo la clausola sociale».

Ben 14 di questi dipendenti arrivarono con Matarrese. Si tratta dei due ragionieri Alfonso Foligno e Gianni Giorgio, del responsabi­le della biglietter­ia Francesco La Forgia, dello storico Vito Volpicella, prima addetto ai servizi sportivi, poi relegato da Giancaspro a portiere presso la «8». Quindi la centralini­sta Mada Attolico, il responsabi­le della sicurezza Vito Fanelli, gli addetti al settore giovanile Giuseppe Farchi e Cosimo Giardino. Una colonna del settore giovanile era anche il segretario Paolo D’Aucelli, così come della storia recente fanno parte Pasquale Lorusso, Vito Bux e Dino Pontrelli, magazzinie­ri amatissimi della prima squadra, e Vito Serino, sempre magazzinie­re ma del settore giovanile. Con Matarrese presidente fu assunto anche Fabio Foglianese, per 15 anni ufficio stampa o responsabi­le della comunicazi­one del club, prima a fianco di De Bellis, poi con Marangon e Centrone, entrambi tagliati, in modi e tempi diversi, da Giancaspro. A concludere la carrellata dei dipendenti, Antonella Indiveri, la responsabi­le amministra­tiva entrata invece in epoca paparestia­na.

Quindici persone con uno stipendio oscillante tra i mille e i duemila euro. Molti hanno deciso di adire le vie legali per tutelare i propri diritti. Prima di ricomincia­re. Proprio come il «loro» Bari.

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