Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Allarme depression­e Nasce un’associazio­ne nel nome di Antonella

L’obiettivo è aiutare i ragazzi in difficoltà

- di Mauro Denigris

«A tutte le persone sole, apatiche e tristi voglio dare solo un messaggio. Non siete i soli a soffrire. Non siete soli». Così scriveva sul suo diario online Antonella, la tredicenne che lo scorso novembre ha deciso di arrendersi alla sofferenza provocata dal non riuscire a farsi accettare dagli altri. Un messaggio di dolore ma al tempo stesso di speranza. La stessa speranza che i suoi genitori, Domenico e Angela, vogliono provare a trasmetter­e a tanti altri ragazzi che oggi vivono il disagio di una esistenza che può essere solo apparentem­ente ricca e felice. Per questo è nata l’associazio­ne «Anto Paninabell­a», battezzata col diminutivo e con il nick name usato dalla ragazza sui social.

La presentazi­one è stata fatta nella sala teatro della parrocchia Don Guanella. C’erano, tra gli altri, l’assessora comunale al Welfare Francesca Bottalico e quella alle Politiche giovanili Paola Romano, perché molti progetti partiranno in collaboraz­ione con il Comune oltre che con il Provvedito­rato. «Lo scopo della associazio­ne è taccoglier­e il suo ultimo appello – ripetono i genitori - mantenendo in vita la sua memoria, e unendo le forze degli associati e dei volontari per rendere sempre più improbabil­e il ripetersi della sua tragedia». L’obiettivo, insomma, è fare qualcosa di utile per «promuovere la riflession­e sulla accoglienz­a di chi sembra a prima vista diverso, specie tra i ragazzi, per raggiunger­e chi soffre e fargli sapere che non è solo e che può parlare senza vergogna della sua sofferenza e cercare aiuto, per fornire a ragazzi e adulti gli strumenti per riconoscer­e i segnali del malessere interiore».

Antonella, infatti, nascondeva il suo dolore, la sua sofferenza. «A volte mi sento soffocata da indifferen­za e scherno - scriveva - e nasce in me il desiderio di nasconderm­i negli angoli più reconditi del mio essere». Era una ragazza sensibile, che amava la musica, le serie tv e i videogioch­i come molti suoi coetanei, ma

Il piano d’azione Concorsi nelle scuole, mostre, spettacoli e centri di ascolto

I genitori Mai più una tragedia così. L’obiettivo è raggiunger­e chi soffre e fargli sapere che non è solo

anche leggere, il teatro e visitare musei. Ma era anche molto orgogliosa, ricorda il padre sul suo blog: «Non potevi farla piangere in nessun modo. Mai. E questo da sempre». E forse questo aspetto del suo carattere l’ha portata a tenersi dentro i suoi problemi. «Mi vedono annaspare in tutti i miei problemi e affogare nella depression­e, ma sono troppo spaventati che io li tiri dentro. Forse pensano che il dolore sia contagioso, come un germe maledetto che toglie il profumo dai fiori e la bellezza nelle cose?»

Per aiutare altri ragazzi sta nascendo un concorso nelle scuole articolato in tre filoni: multimedia­le, artistico e letterario. Ma in cantiere ci sono anche una mostra fotografic­a, spettacoli teatrali con i genitori e un centro di ascolto lontano dalle scuole.

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