Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La Madonna popolana di Giordano Belardinelli
Nella galleria di Andriani artisti pugliesi degli anni Trenta e Quaranta
«Carneade, chi era costui?», ruminava tra sé don Abbondio, quando Perpetua gli annunciò la visita di due ospiti, mai immaginando la burrasca che avrebbe sconvolto il suo placido tran-tran: alla porta della canonica, infatti, non c’erano Tonio e Gervaso, ma i due promessi sposi Renzo e Lucia, decisi a maritarsi in tutta fretta, nonostante l’imperioso diktat di don Rodrigo.
Sono trascorsi circa tre secoli e lo stesso interrogativo manzoniano ci assilla oggi al cospetto di un’interessante mostra su pittori e scultori pugliesi d’antan nella galleria dell’antiquario Davide Andriani, a Bari. Tra le accattivanti opere in passerella spicca, ad onor del vero, un’icona del modernariato realizzata dal foggiano Giordano Belardinelli, che sin dagli anni Trenta e Quaranta era riuscito ad imporsi per la sua spiccata personalità. Era, insomma, un valente aedo della modernità voglioso di superare, a suo modo, il tabù dell’immagine varcando sentieri inesplorati.
La nostra dimestichezza con questo dipintore d’assalto, risale ai tempi in cui il Belardinelli – ormai barese di adozione e artista già affermato – vantava un «chiacchierato» curriculum, passando da un nuovo e seducente figurativo ad un sorprendente espressionismo astratto. In che modo? Dando sempre più spazio ad una fantasia creativa senza limiti, che ricusava incarichi che avrebbero potuto fruttargli facili e cospicui guadagni per non venir meno alle sue convinzioni. Il «ribelle», imperterrito, continuava per la sua strada perigliosa. E un bel giorno gli toccò affrontare a muso duro un danaroso e ostinato committente che voleva una Madonna come tradizione comanda. L’artista, invece, aveva realizzato una Vergine in base ai suoi canoni: una bella popolana in maiolica, e non in marmo come la Pietà michelangiolesca. Apriti cielo! Le rimostranze del destinatario raggiunsero il diapason, acuite dalla sordità irremovibile del Belardinelli: «La mia arte non subisce restrizioni».
Quell’opera imponente ora è davanti a noi, nella galleria di Davide Andriani, insieme con altri dipinti firmati da Francesco Vacca, dal foggiano Galante e dal chiarista Francesco Speranza. E non possiamo fare a meno, davanti al suo immutato fascino, di schierarci dalla parte di un artista reo soltanto di voler difendere a spada tratta la libertà di espressione da qualsiasi bavaglio. Una Madonna dei nostri giorni, la sua, in grado di darci una lezione sull’accoglienza, invitando tutti, senza distinzione di razza e censo, ad entrare nella sua dimora.
Niente vincoli Foggiano, ribelle, l’autore non accettava condizionamenti di nessun genere
Al suo fianco
Con la sua Madonna anche opere di Francesco Vacca, Galante e Speranza