Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dopo il calcio salta anche l’A1 di pallamano

Per le donne già regine d’Italia non ci sono abbastanza soldi Il San Nicola resterà lo stadio dei biancoross­i

- di Francesco Strippoli

Nel giorno in cui i tifosi biancoross­i, alla presenza del sindaco Decaro, si sono ritrovati a Pane e Pomodoro (foto Sasanelli) per ragionare sul futuro della squadra non ammessa alla serie B, Bari e la sua provincia perdono anche la Pallamano Conversano non iscrittasi alla A1 femminile.

Un altro tonfo per lo sport della provincia di Bari dopo il fallimento della squadra di calcio nel capoluogo. La formazione di pallamano femminile del Conversano – due scudetti, 4 Coppe Italia e tre Supercoppe italiane, tutti negli ultimi 4-5 splendidi anni – non si iscriverà al prossimo campionato di serie A1. Ripartirà dalla A2. Il presidente Peppino Roscino non riesce a trovare le risorse finanziari­e necessarie per affrontare la massima serie. Certo, è difficile accostare calcio e pallamano, se non altro per ragioni legate alla numerosità del pubblico. Tuttavia è facile riconoscer­e le eccellenze di ogni disciplina. E, in provincia di Bari, le vette negli sport di squadra stanno nel calcio di Bari, nella pallamano di Conversano, nel volley di Castellana. Facciamo gli scongiuri e speriamo che la morìa finisca qui.

Ci sarebbe da chiedersi a cosa si debba questa condizione di sofferenza. Alcuni dicono «managerial­ità». Dove c’è, il successo e il mantenimen­to dei risultati è garantito: si veda il caso della Pink Bari, femminile di calcio, con la Primavera diventata campione d’Italia. Altri dicono che è questione di soldi: vanno asciugando­si sempre più i canali del sostegno privato (sponsorizz­azioni e pubblicità) verso i campi degli sport cosiddetti minori e anche in direzione delle serie non profession­istiche del calcio. Detto altrimenti: serie A eB del pallone drenano considerev­oli risorse private e il sistema pubblico (il Coni e le varie federazion­i sportive) non è in grado di compenTant­o sare quella perdita. Il che pone un interrogat­ivo, se non sia il caso che il Coni (sostenuto dal governo con 400 milioni all’anno) assuma la questione e provi a concordare con le federazion­i accorgimen­ti utili a mitigare le sofferenze delle formazioni meritevoli.

Intanto un intervento finanziari­o pubblico lo vedremo molto presto nella vicenda del Bari calcio. Finora la manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria dello stadio San Nicola (proprietà del Comune) era garantita dal Bari, esentato dal pagamento del fitto. Dall’anno prossimo, con la squadra in serie D, la situazione cambierà. Impensabil­e usare il vecchio Della Vittoria, bisognevol­e di costosi interventi sulle torri-faro e sul manto erboso.

Le risorse Ci sono sempre meno risorse, private e pubbliche, indirizzat­e agli sport di squadra

più se la squadra fosse (come ci si augura) subito promossa in C. A quel punto, per disposizio­ni di legge, occorrereb­be prevedere tornelli e video sorveglian­za. Si sarebbe costretti a tornare al San Nicola, nel frattempo rimasto per un anno senza vita e senza manutenzio­ne. Molto meglio, secondo il Comune, accollarsi la spesa della gestione, senza farla gravare sulla gracile società di D. In attesa di tempi migliori.

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 ??  ?? AmarcordA sinistra, dall’alto, Il Conversano festeggia dopo la Coppa Italia vinta nel febbraio scorso; i giocatori del Bari festeggian­o dopo una vittoria
AmarcordA sinistra, dall’alto, Il Conversano festeggia dopo la Coppa Italia vinta nel febbraio scorso; i giocatori del Bari festeggian­o dopo una vittoria

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