Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dopo il calcio salta anche l’A1 di pallamano
Per le donne già regine d’Italia non ci sono abbastanza soldi Il San Nicola resterà lo stadio dei biancorossi
Nel giorno in cui i tifosi biancorossi, alla presenza del sindaco Decaro, si sono ritrovati a Pane e Pomodoro (foto Sasanelli) per ragionare sul futuro della squadra non ammessa alla serie B, Bari e la sua provincia perdono anche la Pallamano Conversano non iscrittasi alla A1 femminile.
Un altro tonfo per lo sport della provincia di Bari dopo il fallimento della squadra di calcio nel capoluogo. La formazione di pallamano femminile del Conversano – due scudetti, 4 Coppe Italia e tre Supercoppe italiane, tutti negli ultimi 4-5 splendidi anni – non si iscriverà al prossimo campionato di serie A1. Ripartirà dalla A2. Il presidente Peppino Roscino non riesce a trovare le risorse finanziarie necessarie per affrontare la massima serie. Certo, è difficile accostare calcio e pallamano, se non altro per ragioni legate alla numerosità del pubblico. Tuttavia è facile riconoscere le eccellenze di ogni disciplina. E, in provincia di Bari, le vette negli sport di squadra stanno nel calcio di Bari, nella pallamano di Conversano, nel volley di Castellana. Facciamo gli scongiuri e speriamo che la morìa finisca qui.
Ci sarebbe da chiedersi a cosa si debba questa condizione di sofferenza. Alcuni dicono «managerialità». Dove c’è, il successo e il mantenimento dei risultati è garantito: si veda il caso della Pink Bari, femminile di calcio, con la Primavera diventata campione d’Italia. Altri dicono che è questione di soldi: vanno asciugandosi sempre più i canali del sostegno privato (sponsorizzazioni e pubblicità) verso i campi degli sport cosiddetti minori e anche in direzione delle serie non professionistiche del calcio. Detto altrimenti: serie A eB del pallone drenano considerevoli risorse private e il sistema pubblico (il Coni e le varie federazioni sportive) non è in grado di compenTanto sare quella perdita. Il che pone un interrogativo, se non sia il caso che il Coni (sostenuto dal governo con 400 milioni all’anno) assuma la questione e provi a concordare con le federazioni accorgimenti utili a mitigare le sofferenze delle formazioni meritevoli.
Intanto un intervento finanziario pubblico lo vedremo molto presto nella vicenda del Bari calcio. Finora la manutenzione ordinaria e straordinaria dello stadio San Nicola (proprietà del Comune) era garantita dal Bari, esentato dal pagamento del fitto. Dall’anno prossimo, con la squadra in serie D, la situazione cambierà. Impensabile usare il vecchio Della Vittoria, bisognevole di costosi interventi sulle torri-faro e sul manto erboso.
Le risorse Ci sono sempre meno risorse, private e pubbliche, indirizzate agli sport di squadra
più se la squadra fosse (come ci si augura) subito promossa in C. A quel punto, per disposizioni di legge, occorrerebbe prevedere tornelli e video sorveglianza. Si sarebbe costretti a tornare al San Nicola, nel frattempo rimasto per un anno senza vita e senza manutenzione. Molto meglio, secondo il Comune, accollarsi la spesa della gestione, senza farla gravare sulla gracile società di D. In attesa di tempi migliori.