Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La diagnostica per immagini del fegato
Dall’ ecografia allaTc,c on importanti varianti, le diverse metodiche possono essere impiegate nella guida delle procedure interventistiche
Èla più grossa ghiandola del corpo umano, ha un ruolo fondamentale nella digestione ed elimina le sostanze tossiche dal sangue. Un fegato sano e ben funzionante è una garanzia di salute per l’intero organismo. Non a caso, buona parte della medicina si concentra, oggi, su quest’organo. «La diagnostica per immagine del fegato è diventata un elemento fondamentale nell’iter clinico diagnostico dichiara il dottor Marcello Bellacicca (nella foto), direttore sanitario del Centro di Radiologia ed Ecografia Aemmegi Srl, a Valenzano - avvalendosi di metodiche ormai consolidate come l’ecografia bidimensionale, il color e powerdoppler, la TC con e senza mezzo di contrasto, la RM con e senza mezzo di contrasto. Le metodiche di imaging - aggiunge lo specialista - possono inoltre essere utilizzate come guida per le procedure interventistiche, finalizzate ad analizzare i tessuti con prelievi citologico o istologici».
Le malattie del fegato possono essere di natura infiammatoria (infettiva o autoimmune), dismetabolica e neoplastica. Dal punto di vista della diagnostica per immagine, vengono divise in focali e diffuse. Queste ultime interessano tutto il parenchima, ossia il tessuto dell’organo e sono la steatosi, che consiste in una situazione metabolica di iperaccumulo di lipidi in sede intracellulare, non è una malattia ma piuttosto un appesantimento funzionale del fegato per lo più su base alimentare; l’emocromatosi che è un accumulo di ferro nel parenchima epatico e la cirrosi, che è una alterazione che determina una sostituzione di parenchima con tessuto fibroso, questo determina una alterazione della vascolarizzazione determinandosi una ostruzione al flusso di sangue portale con formazione di circoli collaterali epatofughi. Le malattie focali possono essere benigne e maligne. «L’ecografia dell’addome spiega il dottor Bellacicca - permette una precisa visualizzazione del fegato e rappresenta sicuramente l’indagine morfologica di prima istanza. Senza uso di radiazioni e senza somministrare mezzo di contrasto - prosegue lo specialista - consente di misurare le dimensioni dell’organo, studiare le alterazioni focali, distinguere tra lesioni solide o liquide. permette di caratterizzare buona parte delle lesioni focali osservabili». Una variante dell’ecografia èl’ e la sto sonometri a .« È un’ alternativa estremamente interessante-commenta il dottor Bellacicca - in quanto permette di valutare la progressione delle epatopatie croniche senza esami invasivi. Le lesioni che non sono caratterizzabili con l’ecografia - continua l’esperto radiologo - meritano valutazione con l’esame TC del fegato o dell’addome, con visualizzazione di tutti gli organi dell’addome superiore, quindi».
La TC ha un’ottima risoluzione spaziale, ma una discreta risoluzione di contrasto, che viene significativamente potenziata dall’uso del mezzo di contrasto iodato. «Nella maggior parte dei casi - osserva il dottor Bellacicca - la TC è risolutiva e nella diagnostica in corso di emergenze mediche è ormai insostituibile». Esistono, tuttavia, alcune controindicazioni alla TC, che sono rappresentate dall’impiego di raggi X e, per l’appunto, del mezzo di contrasto. «Le radiazioni - spiega il dottor Bellacicca - seppur ridotte nella quantità grazie alle macchine di ultima generazione, impediscono di eseguire controlli seriati a breve distanza di tempo, com’è invece possibile con l’ecografia. Il mezzo di contrasto - prosegue lo specialista - non può essere somministrato o, quantomeno, si deve procedere con estrema cautela, nei confronti di pazienti con diatesi allergica nota». Un’importante evoluzione dell’ecografia, in grado di sostituire la TC, è l’eco con
L’ecografia dell’addome - spiega il dottor Bellacicca permette una precisa visualizzazione del fegato, perciò è l’indagine morfologica più utilizzata
Un’importante evoluzione tecnologica è l’eco con mezzo di contrasto, assimilabile alla Tc, ma con il vantaggio di non usare radiazioni
mezzo di contrasto, che permette di eseguire uno studio emodinamico delle lesioni focali proprio come la TC, ma senza usare radiazioni e mezzi di contrasto iodati. Questa opzione necessita di apparecchiature dedicate e di personale esperto medico e paramedico. Al momento, è possibile eseguirlo soltanto in strutture ospedaliere. «Sono pochi i casi che non vengono risolti dalla TC - sottolinea il dottor Bellacicca - ma quando persistono i dubbi è possibile eseguire la RM con o senza mdc (a seconda dei casi), trattandosi di una metodica con maggiore risoluzione di contrasto e multip arametrica, che permette, se ben usata, di giungere sempre ad una diagnosi, o di andarci molto vicino».
Le varie, possibili metodiche possono essere impiegate nella guida delle procedure interventistiche che permettono, attraverso il prelievo di materiale citologico o istologico, di ottenere diagnosi di assoluta precisione. A volte, tuttavia, possibile ottenere una diagnosi solo dall’integrazione di più metodiche, ognuna delle quali evidenzia un aspetto diverso e dalla integrazione delle informazioni delle varie meto- diche si ottengono le diagnosi più precise. «In ogni caso - dice il dottor Bellacicca - mi preme comunque ricordare che tutte le metodiche necessitano oltre che di macchine moderne e performanti, di personale specificamente preparato con esperienza sul campo. Non è possibile usare un cannone conclude lo specialista con un paragone - se non si è in grado di prendere la mira». Non a caso il medico radiologo rimane sempre al centro dell’iter diagnostico ed è sempre più un radiologo clinico.