Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Idrovie per evitare traffico e smog
A Brindisi c’è dal 1975 A Taranto trasporti via mare solo nei mesi estivi mentre non sono mai stati sperimentati a Bari né in altre città pugliesi
Il traffico cittadino, le emissioni dei motori a benzina e di quelli diesel, il Pm10 e il monossido di carbonio. Tutti argomenti saliti alla ribalta delle cronache degli ultimi anni con l’obiettivo di ridurre le fonti di inquinamento legate alla circolazione stradale.
Una politica che in Puglia potrebbe essere perseguita anche adottando metodi alternativi anche rispetto all’uso di auto ibride ed elettriche oppure di motori di ultima generazione caratterizzati da emissioni molto più stringenti rispetto al passato. Perché gli oltre ottocento chilometri di coste che si susseguono tra il basso Adriatico e il mar Ionio, oltre alle arcinote finalità turistiche, probabilmente, a qualcosa in più potrebbero servire. È vero, non siamo a Venezia, ma nemmeno a Cortina, dove il mare non sanno cosa sia. Ecco perché un sistema di idrovie ben studiato e attualizzato, senza che diventi l’occasione per conferire consulenze milionarie o per postare nei bilancio degli enti preposti spese difficilmente recuperabili, potrebbe essere preso in seria considerazione sia in ambito regionale che comunale. A dire il vero, alcuni tentativi, seppur non collegati tra loro, ci sono già. A Taranto, nel periodo estivo le motonavi Adria e Clodia, vengono utilizzate per traghettare i bagnanti dalla città a una delle due Isole Cheradi, meglio conosciute come San Pietro e San Paolo. Ed è proprio sulla prima, cioè a San Pietro, che c’è una spiaggia attrezzata e molto frequentata durante tutta l’estate. Appunto, solo nel periodo estivo, come è giusto che sia per un servizio taxi - boat città- spiaggia e viceversa. Che nella stessa stagione funge anche da servizio per le mini crociere con navigazioni dedicate a chi desidera ammirare le bellezze della città dal mare. Ma non tutte le storie hanno un lieto fine e, a settembre, le due motonavi terminano il loro servizio nelle vicine banchine del Mar Piccolo, di pertinenza della Marina Militare. Tutto si ripete, anno dopo anno, con una continuità, quasi svizzera, ma senza novità particolari. A Brindisi, invece, il trasporto via mare esiste dal 1975 ed è garantito dalla Stp esattamente come le linee urbane su gomma, per l’intera giornata e 365 giorni su 365. Si effettua con la motobarca che collega il Lungomare Regina Margherita con il rione Casale. Ultimamente, alle storiche due fermate sulle sponde opposte se ne sono aggiunte di nuove su entrambi i lati della città. La traversata dura pochi minuti e per i turisti è l’occasione anche per ammirare il centro storico e il Lungomare da una prospettiva diversa. Il sogno - lanciato dallo scomparso sindaco Domenico Mennitti - è quello di collegare tutti i quartieri cittadini via mare. A Bari questa tipologia di trasporto pubblico manca del tutto. E la presenza di park&ride vicini al mare potrebbe essere una buona occasione per prendere sul serio questa ipotesi. Per sviluppare delle vere e proprie linee marittime giornaliere che siano in grado di snellire il traffico stradale, anche d’inverno, viste le condizioni meteo abbastanza benevole nei confronti del territorio regionale. Un sogno, forse. Ma cercare di valorizzare la principale risorsa naturale regionale, cioè il mare, potrebbe anche servire a riqualificare alcune banchine e approdi abbandonati. A patto di non fare voli pindarici e con la piena consapevolezza che i battelli hanno una velocità ridotta e, quindi, servono per tratti brevi.