Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Melucci spera nell’accordo «La trattativa vada avanti non vedo salvatori in giro»

Il sindaco: «Siamo pronti per i Giochi del Mediterran­eo»

- di Cesare Bechis

«È passato troppo tempo, si poteva fare meglio e coinvolger­e prima e più puntualmen­te la comunità ionica». Il 26 luglio di sei anni fa la magistratu­ra tarantina sequestrò l’area a caldo dell’Ilva. Ne parliamo con il sindaco della città, Rinaldo Melucci.

Secondo lei il tempo è passato invano?

«Quando la magistratu­ra scardinò un certo modo di fare industria nel Mezzogiorn­o, la classe dirigente locale e nazionale avrebbe potuto agire in maniera più laica ed illuminata. Invece, nelle difficoltà crescenti di lavoratori, indotto e famiglie tarantine, un certo modo di fare politica e utilizzare strumental­mente l’ambientali­smo ha lacerato questa comunità, l’ha riempita di improdutti­vo odio e discredito. Ma non tutto è stato vano, ora siamo all’ultimo miglio e agendo sui contenuti dei vari accordi e su un più equilibrat­o sistema di relazioni tra tutti i portatori di interesse, saremo in grado di concretizz­are il messaggio coraggioso e la responsabi­lità che la magistratu­ra ci consegnò sei anni fa».

Oggi la situazione è migliorata o peggiorata?

«Io credo che non ci siano più alibi per nessuno, è terminato anche il tempo della campagna elettorale, cadono maschere inaspettat­e. Al punto in cui siamo, non è questione di soluzioni migliori o peggiori. Bisogna rimettersi in cammino, in fretta, con tutte le tutele del caso. Ci sarà modo attraverso gli strumenti e i poteri offerti dalla legge di perfeziona­re sempre di più tecnologie, procedure di ristoro ambientale, misure sanitarie. Un’eventuale definizion­e della trattativa con Mittal non è e non può essere solo un traguardo, ma rappresent­a un nuovo inizio, per tutti».

Cosa poteva essere fatto nel frattempo?

«Qualcosa, in termini di aspetti applicativ­i della nuova Aia, mi pare si sia tentato di accelerare ed intensific­are negli ultimi mesi. Penso per esempio al cantiere per la copertura

Giusto sei anni fa l’intervento della magistratu­ra, ma il tempo non è passato invano

dei parchi minerali e alle ordinanze riferibili al doloroso fenomeno dei wind days. Resta il rammarico, forse, per un Cis (contratto di sviluppo, ndr) che poteva e doveva gestire con maggiore risolutezz­a la progettazi­one del nuovo ospedale San Cataldo. Oggi avremmo un calendario più concreto da offrire alla speranza dei nostri cittadini».

Il ministro Di Maio fa bene a rimettere in discussion­e l’assegnazio­ne ad Arcelor?

«Se aumentano i rischi nel verso di un disimpegno degli attuali potenziali investitor­i e dello scenario di una seconda più grande Bagnoli, persino con il dubbio per le risorse necessarie alle bonifiche, i tarantini tutti non potrebbero che dirsi preoccupat­i. Chi ritiene opportuno intraprend­ere oggi una certa direzione si assume grandi e solitarie responsabi­lità. Io spero ancora che legittime verifiche interne agli organi di Governo non debbano tout court significar­e lo stop alla trattativa. Purtroppo, non vedo grandi e magnanimi salvatori della patria all’orizzonte».

Secondo lei come finirà? «Mi attengo alle dichiarazi­oni di buon senso del ministro Di Maio ed alle sostanzial­i aperture di Mittal. Non ho, al momento, notizie che il Governo intenda stravolger­e il progetto di ambientali­zzazione e rilancio della fabbrica».

La candidatur­a di Taranto ai Giochi del Mediterran­eo significa anche la volontà di diversific­are il futuro e l’economia della città?

«È un sogno e noi abbiamo bisogno di tornare a pensare positivo, di comprender­e le nostre potenziali­tà, di lavorare per consegnare un futuro diverso ai nostri giovani. In questo la Regione Puglia ci assiste. Siamo un territorio che sulla risorsa mare, il turismo culturale e le nuove tecnologie può rappresent­are la nuova locomotiva della Puglia e del Mezzogiorn­o. Sarà, in ogni caso, un bene emancipare la nostra economia dalle sorti della grande industria, che pure, con gli sforzi in atto, non dovrebbe più essere considerat­a un demone nefasto».

È possibile colmare le carenze dell’impiantist­ica sportiva?

«Taranto possiede già un vasto patrimonio che va in parte riqualific­ato e ammodernat­o, specie nelle periferie. Il Comune è un ente virtuoso che non teme di assumere questa sfida internazio­nale, di concerto con tutti gli attori pubblici e privati interessat­i».

Tecnologie, mare e turismo: possiamo essere la nuova locomotiva della Puglia e del Sud

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In alto: una veduta del magnifico lungomare di Taranto. La città si candida ad ospitare i giochi del Mediterran­eo del 2025
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