Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ammazzata per errore In due minacciano i genitori del pentito
Urla, spintoni, un pugno. Così avrebbero minacciato e aggredito i genitori del collaboratore di giustizia di Bitonto, Vito Antonio Tarullo, uno dei pentiti che hanno aiutato gli inquirenti della Dda di Bari a far arrestare i presunti responsabili degli agguati del 30 dicembre scorso che culminarono nell’omicidio, per errore, dell’84enne Anna Rosa Tarantino. Il loro scopo sarebbe stato quello di cacciare i due coniugi di casa e occupare il loro appartamento popolare.
Per il reato di lesioni personali aggravate, i carabinieri della Compagnia di Molfetta, su disposizione della magistratura barese, hanno notificato un’ordinanza cautelare nei confronti dei fratelli Alex e Matteo Sicolo, di 20 e 25 anni. Per entrambi il gip Gianluca Anglana ha disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza, l’ordine di permanenza nella propria abitazione dalle ore 21.30 alle 6.30 di ogni giorno, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria tre volte alla settimana e la misura coercitiva di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle vittime.
Le indagini sono state coordinate dal pm Marco D’Agostino e sono partite dalla denuncia dei coniugi. Le minacce, anche di morte, e le successive aggressioni risalgono all’inizio di luglio e avrebbero avuto l’obiettivo di fare abbandonare a chi ha denunciato l’alloggio popolare in cui vivevano e che gli era stato regolarmente assegnato. «Per come il fatto è stato accertato spiegano gli investigatori - lo scopo ultimo dei due sarebbe stato quello di occupare abusivamente l’abitazione dei due congiunti». Dopo aver subito le minacce, l’uomo sarebbe stato aggredito con un violento pugno. La Procura contesta ai due fratelli anche il reato di violenza privata e l’aggravante mafiosa, entrambi non riconosciuti dal gip.
MInacce Disposto l’obbligo di dimora per i due fratelli che hanno colpito gli anziani Respinta la matrice mafiosa