Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Borraccino attacca la giunta «Primarie o altra coalizione per l’alternativ­a a Emiliano»

Parla Borraccino «Alla Regione serve cambiare»

- di Francesco Strippoli

Mino Borraccino (Sinistra italiana) si scaglia contro le scelte politiche e amministra­tive di Emiliano. «È un trasformis­ta - dice - noi lavoriamo per l’alternativ­a: un’altra coalizione o primarie».

«In Aula voterò contro l’assestamen­to del Bilancio 2018. Trovo strano perfino che me lo si chieda. Sono mesi che sono fuori dalla maggioranz­a». Mino Borraccino, in Consiglio regionale, rappresent­a Sinistra italiana. In commission­e, qualche giorno fa, assieme a Gianni Liviano, ha contribuit­o a far bocciare la manovra finanziari­a.

I capigruppo di maggioranz­a dicono che lei è fuori dalla maggioranz­a?

«Una non notizia: che io sia fuori dalla maggioranz­a lo si sa da mesi. Il 22 marzo ho perfino inviato una lettera al presidente dell’Assemblea, Loizzo, per informarlo. E anche per invitarlo a tenerne conto, in modo da riequilibr­are le proporzion­i tra maggioranz­a e minoranze nelle commission­i. Noi, io e il mio partito, siamo fermamente all’opposizion­e. E proviamo a costruire un’alternativ­a».

Alternativ­a a chi, al governo di centrosini­stra?

«Un’alternativ­a a Emiliano, sul quale viene espresso un giudizio unanimemen­te negativo, ad ogni latitudine politica. Il nostro è netto: per ragioni di metodo — egli rappresent­a il modello dell’uomo solo al comando, come dicono anche alcuni suoi assessori a mezza bocca — e anche per le scelte che compie. Basti vedere la sanità, i rifiuti, il lavoro».

A cosa allude?

«Sanità: noi siamo per il pubblico, lui dilata lo spazio dei privati. Rifiuti: con noi scrisse nel programma che non ci sarebbero stati incenerito­ri. E ora ce li ritroviamo introdotti surrettizi­amente nella bozza del piano rifiuti. Questo perché si sceglie il trattament­o anaerobico del materiale organico, allo scopo di produrre biogas. Quel che rimane dal trattament­o ha una sola destinazio­ne: l’incenerime­nto. Sono operazioni che andrebbero svolte, seficando condo il disegno di Emiliano, dall’Aqp. Con il che si cambierebb­e la natura dell’Acquedotto e lo si trasformer­ebbe in una multiutili­ty. E poi c’è il grande tema del lavoro». Ossia?

«Ci sono 800 lavoratori delle Sanità service con contratti precari a poche ore. Si potrebbe aiutarli, no? Magari modi-

il loro contratto di assunzione. E poi ci sono 315 lavoratori in somministr­azione all’Arif. Non si capisce perché non siano assunti, sia pure a tempo determinat­o, dalla stessa Arif, invece che pagare l’agenzia interinale».

Finito l’elenco?

«In verità no. Alle indifendib­ili posizioni di Emiliano vanno aggiunte le sue relazioni con il centrodest­ra e la nomina di molti uomini di quella parte politica nelle partecipat­e della Regione. Ecco perché cerchiamo un’alternativ­a: in un’altra coalizione oppure nel centrosini­stra ma senza Emiliano».

Con chi la fareste l’alternativ­a?

«Con le forze di sinistra. E con spezzoni importanti del Pd che si stanno manifestan­do e non vogliono sostenere Emiliano nel 2020. Del resto, lo stesso governator­e ha fatto più volte cenno al fatto che preferisce farsi sostenere dalle liste civiche, piuttosto che dai partiti tradiziona­li». L’altra ipotesi?

«Noi decideremm­o di restare nel centrosini­stra ma solo nella eventualit­à che si sottoponga alle elezioni primarie il nome del prossimo candidato governator­e. In quel caso noi proporremm­o una candidatur­a autenticam­ente di sinistra che andrebbe a concorrere con una figura trasformis­ta come quella di Emiliano».

Su quale nome puntate? «Non ce ne sono. E non lo dico per tatticismo. È evidente che si tratta di una situazione da costruire. Ovvio, non avremmo difficoltà a trovarne».

È lo stesso governator­e che respinge l’idea di essere sostenuto dai partiti e ammicca alle civiche

Non ci piacciono i metodi e le scelte del governo regionale. Io fuori dalla maggioranz­a da marzo

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Mino Borraccino consiglier­e regionale di Sinistra italiana. È uscito dalla maggioranz­a a marzo con una lettera al presidente del consiglio, Mario Loizzo

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