Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Tre minuti: importante la qualità del rapporto con i figli

Una ricerca di specialist­i ha messo in evidenza questo dato

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Genitori moderni, dunque lavoro spesso quotidiano sia per mamma che papà. Ma quanto tempo alla fine si trascorre con i figli/e? Quanto sarebbe giusto passarne? Molti adulti, compresi i nonni e zii, si pongono domande di questo tipo, soprattutt­o se entrambi i genitori (come intuibile) hanno tempi ristretti per impegni profession­ali e rischiano di vedere i propri ragazzini/e solo a fine giornata, quando magari sono stanchi e poco attenti. Secondo gli psicologi, non è importante la quantità ma la qualità del tempo che dedichiamo ai nostri affetti e questa semplice regola può aiutare mamme e papà che non sanno come conciliare gli impegni col benessere dei bambini/e. Il principio consiste nel trattare il piccolo/a in età di crescita come se non lo si vedesse da tempo, come fosse ogni volta una scoperta reciproca. Il lasso di tempo può essere le cinque ore di scuola, ma anche la mezz’ora che si dedica per esempio per fare la spesa. Da qui partire per dedicare dopo solo tre minuti di piena attenzione, guardandos­i negli occhi, chiedendo magari di raccontare qualcosa: cosa pensa, cosa ha fatto, se ci sono dei problemi e così via. Sempre seguendo queste indicazion­e leg- giamo che questo consiglio si basa su due ragioni complement­ari. Da un lato ci sono quei genitori che non riescono a dedicare neanche tre minuti filati ai propri figli/e e dovrebbero ripensare quanto questo piccolo investimen­to fa bene al loro rapporto; dall’altro ci sono anche quelli che hanno l’impression­e di passare molto tempo con i ragazzi/e, ma non li ascoltano mai davvero. Dunque torna fondamenta­le allora focalizzar­si su una misura temporale piccola, ma intensa, evitando così di disperdere energie ed esacerbare le relazioni. Perchè non metterla in pratica?

NON È IMPORTANTE LA QUANTITÀ,

MA LA QUALITÀ

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