Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I NUOVI DANNATI DELLE SPIAGGE
In Puglia non ci facciamo mancare niente. Prima l’adesione del governo regionale alla battaglia per l’autonomia che porta il marchio del leghismo della prima ora, quello secessionista e idolatra del dio-Po, poi l’adesione di un gruppo di Comuni alla campagna Spiagge Sicure che ha cucito addosso il marchio del secondo leghismo, quello sovranista di Salvini. Il progetto è chiaro: ostacolare la vendita di prodotti contraffatti da parte dei venditori ambulanti. In massima parte, migranti. Come i quattro multati ieri sul litorale brindisino. Obiettivo che, posto in questi termini, è difficile da confutare. Se non fosse che l’iniziativa rischia di assumere una valenza ideologica di una controffensiva sull’immigrazione clandestina che appare il tratto identitario del governo gialloverde.
Per questo l’obiettivo di far rispettare le leggi rischia di annebbiarsi per la carica ideologica che il provvedimento sta assumendo. Perché concedere più fondi ai Comuni per assumere vigili a tempo determinato o per pagare gli straordinari, finisce inevitabilmente per dividere le comunità pugliesi tra buoniste (il sindaco di Racale che boccia l’iniziativa definendola una guerra tra poveri) e cattiviste (i primi cittadini di Vieste, Ugento, Salve, Otranto, Melendugno, Gallipoli, Fasano, Nardò). Assicurare più sicurezza sulle spiagge è un obiettivo legittimo. Al pari della battaglia per impedire che i bolidi del mare sfreccino a pochi metri dai bagnanti, per non parlare dell’inquinamento acustico e ambientale provocato da italianissimi «prima gli italiani» che giocano sulla sabbia a pallone o con i racchettoni. Ma l’insicurezza è determinata solo dagli ambulanti provenienti da ogni latitudine?
Sono questi i veri problemi che hanno i Comuni? Rendere prioritaria la lotta ai vu cumprà significa stabilire una chiara scala di valori. È legittimo, ma l’importante è avere il coraggio di essere chiari allo scarto. Senza trincerarsi dietro falsi obiettivi. La campagna “sicurezza sulle spiagge” significa cercare di rendere più difficile la vita ai nuovi dannati, agli «esuberi» come li definisce il sociologo Bauman, agli «scarti» secondo papa Francesco. I cittadini hanno diritto, al mare come in città, ai livelli essenziali di sicurezza. Così come, una terra di frontiera come la Puglia, luogo di incroci, mescolanze, contaminazioni, deve riuscire a salvaguardare la sua identità. Che sopravvive alla contingenza del potere di turno. E non sarà la miseria di qualche migliaia di euro a sovvertire l’anima di una terra che non conosce frontiere.