Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tap come Ilva, aperto il dossier
Il sindaco di Melendugno a Palazzo Chigi: «Se qualcosa non va governo pronto allo stop»
«È cambiato il clima». Così il sindaco di Melendugno, Marco Potì, commenta l’incontro con il premier Conte sul gasdotto Tap. «Il governo - dice - come per l’Ilva, vuole studiare il dossier: se emergono criticità, è pronto a bloccare l’opera». Conte non si sbilancia: «Faremo una ricognizione attenta». Da Palazzo Chigi aggiungono: nessun altro impegno.
«Il dossier sul Tap sarà esaminato come quello sull’Ilva, stesso metodo: prima lo studio approfondito delle carte e poi la decisione. Se nel corso di questo esame si rilevassero criticità nella progettazione oppure nella procedura seguita, il governo sarebbe pronto a fermare la realizzazione delle opere». Il sindaco di Melendugno, Marco Potì, parla mentre si dirige all’aeroporto per tornare a casa. Assieme ad una delegazione di assessori e consulenti tecnici è stato ricevuto dal premier Giuseppe Conte (quest’ultimo accompagnato dal portavoce Rocco Casalino e un paio di parlamentari 5 Stelle).
Dopo un’ora e mezza di confronto a Palazzo Chigi, il sindaco del piccolo Comune nel quale è previsto l’approdo del gasdotto si proclama «molto soddisfatto» . «È cambiato l’approccio – dice Potì – e finalmente abbiamo avuto la sensazione di qualcuno che ci ascoltasse. Ho notato, peraltro, che il presidente Conte aveva già studiato molte questioni del dossier». Il premier, a conclusione del confronto, è più asciutto nei toni. Dice così: «Ho assicurato (alla delegazione di Melendugno, ndr) che questo governo opererà una valutazione approfondita di tutti gli aspetti segnalati e una attenta ricognizione delle attività sin qui svolte. Ovviamente ho anche rappresentato che si tratta di impegni giuridici già deliberati dal precedente governo». Fonti di palazzo Chigi spiegano che non sono stati assunti impegni al di là dell’analisi accurata di tutti gli aspetti della vicenda. Esattamente come avvenuto per Ilva. Ma proprio questo è l’aspetto che rincuora Potì. «Il governo – spiega il sindaco – avvierà uno studio approfondito con i due ministeri interessati, Ambiente e Sviluppo economico». Nel corso del confronto non è stato toccato il tema del recente incontro di Conte con il presidente statunitense Trump e delle valutazioni dell’amministrazione americana circa la strategicità dell’opera. «C’è stato solo un breve passaggio – riferisce il sindaco – e il presidente Conte ci ha riferito che Trump considera strategica la diversificazione delle fonti. Tuttavia, a questo riguardo, vorrei far rilevare che secondo un rapporto dell’Oxford institute for energy studies, il gas che arriverà in Italia verrà estratto non solo dal territorio azero, ma anche da pozzi iraniani e soprattutto russi. Quindi la diversificazione è relativa». Potì dice di aver consegnato a Conte due documenti: la lettera che 97 sindaci salentini inviarono all’ex premier Gentiloni «senza che ricevessero non dico un telegramma ma neppure un tweet»; e poi la dichiarazione di candidati 5 Stelle alle elezioni del marzo scorso che assumevano «l’impegno morale» a far sospendere la realizzazione del gasdotto. Tra queste anche Barbara Lezzi, oggi ministra del Sud. «È mutato il clima – conclude Potì – e speriamo che anche dalla magistratura, penale e amministrativa, possiamo ricevere il segnale di questo cambio di atteggiamento».