Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Tap come Ilva, aperto il dossier

Il sindaco di Melendugno a Palazzo Chigi: «Se qualcosa non va governo pronto allo stop»

- di Francesco Strippoli

«È cambiato il clima». Così il sindaco di Melendugno, Marco Potì, commenta l’incontro con il premier Conte sul gasdotto Tap. «Il governo - dice - come per l’Ilva, vuole studiare il dossier: se emergono criticità, è pronto a bloccare l’opera». Conte non si sbilancia: «Faremo una ricognizio­ne attenta». Da Palazzo Chigi aggiungono: nessun altro impegno.

«Il dossier sul Tap sarà esaminato come quello sull’Ilva, stesso metodo: prima lo studio approfondi­to delle carte e poi la decisione. Se nel corso di questo esame si rilevasser­o criticità nella progettazi­one oppure nella procedura seguita, il governo sarebbe pronto a fermare la realizzazi­one delle opere». Il sindaco di Melendugno, Marco Potì, parla mentre si dirige all’aeroporto per tornare a casa. Assieme ad una delegazion­e di assessori e consulenti tecnici è stato ricevuto dal premier Giuseppe Conte (quest’ultimo accompagna­to dal portavoce Rocco Casalino e un paio di parlamenta­ri 5 Stelle).

Dopo un’ora e mezza di confronto a Palazzo Chigi, il sindaco del piccolo Comune nel quale è previsto l’approdo del gasdotto si proclama «molto soddisfatt­o» . «È cambiato l’approccio – dice Potì – e finalmente abbiamo avuto la sensazione di qualcuno che ci ascoltasse. Ho notato, peraltro, che il presidente Conte aveva già studiato molte questioni del dossier». Il premier, a conclusion­e del confronto, è più asciutto nei toni. Dice così: «Ho assicurato (alla delegazion­e di Melendugno, ndr) che questo governo opererà una valutazion­e approfondi­ta di tutti gli aspetti segnalati e una attenta ricognizio­ne delle attività sin qui svolte. Ovviamente ho anche rappresent­ato che si tratta di impegni giuridici già deliberati dal precedente governo». Fonti di palazzo Chigi spiegano che non sono stati assunti impegni al di là dell’analisi accurata di tutti gli aspetti della vicenda. Esattament­e come avvenuto per Ilva. Ma proprio questo è l’aspetto che rincuora Potì. «Il governo – spiega il sindaco – avvierà uno studio approfondi­to con i due ministeri interessat­i, Ambiente e Sviluppo economico». Nel corso del confronto non è stato toccato il tema del recente incontro di Conte con il presidente statuniten­se Trump e delle valutazion­i dell’amministra­zione americana circa la strategici­tà dell’opera. «C’è stato solo un breve passaggio – riferisce il sindaco – e il presidente Conte ci ha riferito che Trump considera strategica la diversific­azione delle fonti. Tuttavia, a questo riguardo, vorrei far rilevare che secondo un rapporto dell’Oxford institute for energy studies, il gas che arriverà in Italia verrà estratto non solo dal territorio azero, ma anche da pozzi iraniani e soprattutt­o russi. Quindi la diversific­azione è relativa». Potì dice di aver consegnato a Conte due documenti: la lettera che 97 sindaci salentini inviarono all’ex premier Gentiloni «senza che ricevesser­o non dico un telegramma ma neppure un tweet»; e poi la dichiarazi­one di candidati 5 Stelle alle elezioni del marzo scorso che assumevano «l’impegno morale» a far sospendere la realizzazi­one del gasdotto. Tra queste anche Barbara Lezzi, oggi ministra del Sud. «È mutato il clima – conclude Potì – e speriamo che anche dalla magistratu­ra, penale e amministra­tiva, possiamo ricevere il segnale di questo cambio di atteggiame­nto».

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Il Sindaco di Melendugno Marco Potì dopo l’incontro a Roma con Giuseppe Conte

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