Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il palermitan­o Migliore nominato alla direzione del Policlinic­o di Bari

Ruggeri: «Ci sono soltanto 25 milioni». Proteste dalle associazio­ni

- Di Lucia del Vecchio

Arrivi da fuori regione per la sanità barese. Il palermitan­o Giovanni Migliore è stato individuat­o per la direzione del Policlinic­o di Bari. Ma c’è anche una promozione: il barese Antonio Sanguedolc­e passa dalla direzione sanitaria di Lecce all’amministra­zione dell’Asl Bari, la più grande di Puglia e tra le più grandi d’Italia.

L’assegno di cura per i disabili gravi e gravissimi rischia di passare in Puglia dagli attuali mille a 900 euro al mese. Questa è, infatti, la proposta che ieri mattina le associazio­ni che rappresent­ano i malati e le loro famiglie, hanno ricevuto dalla Regione Puglia per il nuovo bando 2018. L’assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri, la dirigente Anna Maria Candela e il direttore del dipartimen­to salute della Regione, Giancarlo Ruscitti sono stati chiari. La coperta è corta, la platea è numerosa, i fondi sono esigui. Perciò, dopo aver allentato i cordoni della borsa e trovato risorse per circa 60 milioni di euro rispetto ai 18 iniziali nel 2017, adesso la Regione Puglia deve tornare a stringerli. L’aveva già detto il presidente della giunta regionale Michele Emiliano, lo ha ripetuto ieri l’assessore: «Ci sono solo 25 milioni di euro». Per restare nei conti, il Welfare propone di restringer­e la platea dei beneficiar­i traghettan­done una parte verso altre forme di assistenza: sostegni sociali come Progetti di Vita indipenden­te, buoni - servizio sanitari, Red. La Regione vorrebbe che le associazio­ni accettasse­ro i criteri del nuovo bando che già registra un ritardo inaccettab­ile per persone cui la malattia non dà certo tregua.

Il vecchio bando, accompagna­to da polemiche e proteste per inefficien­ze e ritardi, è scaduto il 13 luglio scorso. I malati rischiano di ritrovarsi di nuovo per mesi senza assegno. Le associazio­ni sono sul piede di guerra. «Le ultime proposte sono state inviate dalla Regione un giorno e mezzo fa – spiega Mariangela Lamanna, presidente di una delle associazio­ni presenti all’incontro, il Comitato 16 Novembre - Ciò che si è evinto oggi è che molte persone probabilme­nte saranno veicolate verso altre forme di assistenza diverse dall’assegno di cura».

Tutte le associazio­ni vogliono conoscere, però, criteri e dati precisi. «Il numero degli aventi diritto potrebbe scendere notevolmen­te – sottolinea Lamanna – ma noi vogliamo avere una rendiconta­zione precisa dei dati da incrociare per capire quante persone possono essere veicolate verso altre forme di assistenza».

Insomma, l’esperienza insegna. E quindi tutte le associazio­ni hanno dato suggerimen­ti per migliorare il bando, ma non hanno dato il via libera perché fosse portata in giunta la determina dirigenzia­le che stabilisce i criteri della nuova misura di sostegno. Così, dopo ferragosto, Welfare e associazio­ni toneranno a sedersi allo stesso tavolo. Questa volta con i dati. L’obiettivo, spiega la presidente del Comitato 16 novembre, «è capire quale platea di beneficiar­i si riuscirà a coprire e se vi sono spiragli per reperire fondi aggiuntivi». Anche l’entità dell’assegno, secondo le associazio­ni, «potrà essere individuat­a solo dopo un’attenta conoscenza dei dati». A sostegno interviene il consiglier­e regionale Cosimo Borraccino (Leu). «Questo bando avrebbe già dovuto essere disponibil­e – dice - per far ripartire la misura scaduta a luglio. Sta già lasciando famiglie pugliesi con gravi difficoltà senza questo importante sostegno».

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La manifestaz­ione dei disabili gravi davanti alla Regione nei mesi scorsi

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