Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Fragasso tuona «Con la Rossani ignorato il Pug»
Architetto Beppe Fragasso, in qualità di progettista e di presidente dei costruttori (Ance Bari-Bat), come risponde alle questioni sollevate da Fuksas relativamente ai concorsi banditi dall’amministrazione, assegnati e poi snaturati in sede locale?
«I concorsi di idee mettono sul tavolo un’idea, per l’appunto, non sono progetti esecutivi, quindi per loro stessa natura possono essere soggetti a varianti successive. A partire da essi però si determina un processo di costruzione che nel caso di Fuksas, vincitore del concorso “Baricentrale”, dovrebbe, per continuità amministrativa, essere proseguito. Nel caso l’amministrazione volesse accantonarlo, sarebbe giusto dirlo sia alla città sia al progettista».
Come giudica le politiche urbanistiche del Comune, ci sono troppe questioni ancora accantonate?
«La cosa più rilevante, tra quelle accantonate, è sicuramente il Pug, il piano urbanistico generale. In merito abbiamo protestato, sebbene, in questo periodo i costruttori non siano infelici. Infatti il ‘Piano Casa’ consente loro di costruire ma è necessario che ciò non avvenga in modo disordinato, piuttosto in concerto con le politiche di riqualificazione e con la pianificazione urbana complessiva».
Allora ha ragione Fuksas: manca ancora una visione della città, una messa a fuoco sull’uso e sulla vocazione di alcune delle sue parti?
«Questo è uno dei temi su cui l’Ance sta interloquendo con il Comune senza molto successo, purtroppo. Vorremmo aprire il dibattito sul futuro della città anche perché dopo quattro anni di amministrazione, non è ancora chiaro quale Bari vogliamo e cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi vent’anni. Diamo atto a questa amministrazione di aver trovato i fondi per molti degli interventi e dei cantieri in corso, da via Amendola alle periferia.
Noi costruttori chiediamo un tavolo di confronto al Comune per parlare del futuro urbanistico
Ma a fronte di queste positività ci sono altre cose da capire: per esempio il nascente Parco della Fibronit al quartiere Japigia Come si articolerà il raccordo con il resto della città? Si avrà una nuova viabilità in quella precisa area?
«Ci aspettiamo che di questo, come di molti altri temi, il Comune di Bari voglia discutere con noi e con tutti i soggetti interessati, il Politecnico, il mondo delle cooperative e delle associazioni, Lega Ambiente, gli ordini professionali degli ingegneri e degli architetti».
Sarebbe auspicabile che avvenisse al più presto, anche in vista delle prossime elezioni?
«Sicuramente sarebbe necessario per capire quello che ci attende e se appunto sono previste visioni urbane di più ampia gittata. Mi sembra importante confrontarsi anche in considerazione del fatto che i costruttori non desiderano divorare suoli ma, come stanno dimostrando in questi ultimi anni con un’edilizia indubbiamente migliore che in passato, sono attenti ai problemi della sostenibilità e della qualità dell’architettura. La nuova classe di imprenditori, e non di cementificatori, sottolineo, guarda con interesse a modelli di riqualificazione urbana quali, per esempio, piazza Gae Aulenti a Milano. Allo stesso tempo, però, lanciamo un grido d’allarme su Libertà, dove ritengo si debba approfittare di volumi compensativi per diradare la densità abitativa. Nel quartiere, dopo aver salvaguardato gli edifici già censiti dall’amministrazione comunale, bisognerebbe procedere con una ricostruzione dell’edilizia fatiscente».
Di recente a Roma c’è stato il tavolo ‘Sbloccacantieri’, cosa avete proposto come Ance e in che modo, quanto emerso, può interessare il fronte locale?
«Abbiamo chiesto al governo una moratoria sul codice degli appalti che, in questi anni, ha incoraggiato anziché arginare episodi di corruzione. Riteniamo opportuno limitare, nelle gare, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Su questo anche l’ex ministro delle infrastrutture, Raffaele Cantone, ha dichiarato che tale norma, cito le sue parole, “ha consentito di costruire abiti sartoriali su misura per piccole e medie imprese”, favorendo dunque la corruzione se non accompagnata dall’albo dei commissari di gara gestita proprio dall’ Autorità nazionale anticorruzione».
Al Libertà bisogna diradare la densità abitativa Serve una moratoria per il codice degli appalti