Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il sindaco degli immigrati «Fiero del premio Vassallo»

- Di Salvatore Avitabile

Donato Metallo, sindaco di Racale in Salento, è stato insignito del premio Vassallo, il riconoscim­ento dedicato al sindaco pescatore di Pollica ucciso dalla camorra. Il premio viene assegnato ai primi cittadini che brillano per l’applicazio­ne delle buone pratiche. «Tra queste - dice Metallo - anche le politiche a favore dell’integrazio­ne degli immigrati».

Angelo Vassallo, il «sindaco pescatore» di Pollica (in provincia di Salerno) ucciso il 5 settembre del 2010 probabilme­nte per le sue battaglie a tutela dell’ambiente, è oggi un simbolo nella lotta per la legalità. Le sue «buone pratiche» hanno fatto scuola e sono diventate nel corso degli anni elementi per un premio a lui dedicato che viene assegnato a quegli amministra­tori comunali che si distinguon­o. E ieri sera, a Pollica, il premio «Angelo Vassallo» è stato conferito a Donato Metallo, 37 anni, esponente del Pd di area renziana, sindaco di Racale, 11 mila abitanti in provincia di Lecce, imprendito­re nel campo del settore immobiliar­e, eletto per la prima volta nel 2012 e riconferma­to nel 2017. Sindaco, se lo aspettava?

«Non me lo aspettavo e sono orgoglioso di questo riconoscim­ento. Io non ho avuto modo di conoscere Angelo Vassallo, ma per me è stato un esempio di vita. Pensi che ho ricevuto la notizia dell’assegnazio­ne del premio proprio quando a Torre Suda, la marina di Racale, c’era il monologo teatrale “Il sindaco pescatore” interpreta­to da Ettore Bassi. Questo premio dato ad un amministra­tore meridional­e inoltre conferma che si può andare oltre gli stereotipi sul Sud quando si fa buona politica».

Mobilità collettiva, strumenti innovativi per i cittadini, lotta ai cambiament­i climatici con la promozione di fonti rinnovabil­i di efficienta­mento energetico di edifici pubblici e privati: le azioni messe in campo da lei per Racale sono importanti. E hanno avuto un obiettivo preciso: restituire l’anima alla comunità.

«Ho sempre pensato che la dignità delle persone viene prima di tutto. Le mie “buone pratiche” vanno in questa direzione».

Curare le politiche ambientali è sempre stata una sua priorità.

«Nel 2012 la differenzi­ata a Racale era al 12%, oggi è al 75. E siamo l’unico Comune che ha ridotto le emissioni di anidride carbonica come prevede il Protocollo di Kyoto. Abbiamo raggiunto i parametri prima del 2020».

Le «buone pratiche» sul welfare hanno cambiato il volto della sua cittadina.

«Siamo partiti dal doposcuola gratuito comunale. Poi abbiamo attivato la scuola di teatro perché la cultura deve essere di tutti. Con un milione di euro apriremo la biblioteca comunale, una sorta di biblioteat­ro».

Lei è sempre dalla parte dei più deboli. Non a caso ha deciso di non mandare i vigili urbani a multare gli immigrati ambulanti in spiaggia come prevede un decreto firmato dal ministro degli Interni, Matteo Salvini.

«Faccio una premessa: questo premio e il mio post su Salvini sono cose diverse. La politica sulla legalità non si fa colpendo gli ultimi, i più deboli. Gli spot elettorali non servono. È chiaro che chi è razzista non merita alcuna attenzione. Confermo che i miei vigili urbani hanno altro da fare piuttosto che multare gli ambulanti sulle spiagge di Torre Suda. I commercian­ti non vanno in crisi se qualche senegalese vende oggetti ma è più preoccupat­o da Amazon che fa concorrenz­a sleale».

Salvini le ha mai risposto?

«Mai».

La città di Racale è diventata anche un modello per l’integrazio­ne multirazzi­ale.

«Gesù sorride di più se i bambini stanno bene. E noi lavoriamo per il rispetto dell’etnie e per consentire agli scolari di stare in strutture sicure e accoglient­i. Tutti insieme. Non a caso abbiamo speso 5 milioni di euro per adeguare cinque delle sei strutture scolastich­e di Racale. Le nostre scuole accolgono bambini musulmani e buddisti. Da noi convivono senza problemi albanesi, marocchini e italiani».

In Italia, però, l’intolleran­za razziale sta crescendo?

«È un periodo particolar­e, ma tutto dipende dal lessico. Però ci sono anche tante manifestaz­ioni di resistenza civile e di accoglienz­a».

Qualche anno fa lei lanciò un progetto per la produzione a Racale della cannabis ad uso terapeutic­o. La sua iniziativa suscitò scalpore.

«Volevamo creare una struttura pubblico-privata che avrebbe anche abbattuto i costi per l’acquisto della cannabis terapeutic­a, da 30 a 2,5-3 euro al giorno. C’era un’intesa tra pazienti, Regione e Comune di Racale. Purtroppo il progetto è saltato perché i cambiament­i normativi per avviare l’iniziativa non sono stati possibili. E ora tutto è concentrat­o nel Centro militare di Firenze».

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Chi sonoSopra un ambulante immigrato in spiaggia e a destra il sindaco di Racale, Donato Metallo
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