Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’attacco di Caroppo «La sua stagione è finita farebbe bene a ritirarsi»
Il leghista: «Altro che autonomia Emiliano andrebbe commissariato per il bene della nostra Puglia»
«È l’ennesima fibrillazione all’interno della giunta. Non c’è assessore o consigliere di maggioranza che non abbia quello che voi giornalisti chiamate “mal di pancia”. Sono diventati insofferenti verso l’inerzia del governo regionale. È uno stallo intollerabile. Non per noi di opposizione, ma per i cittadini. Ce lo sentiamo dire tutti i giorni». Andrea Caroppo è consigliere di minoranza e segretario della Lega. Usa parole aspre contro la gestione di Michele Emiliano.
Dalla giunta si parla di semplice diverbio tra Emiliano e l’assessore Nunziante.
«Non è la prima volta che entrano in rotta di collisione. Era già successo – e proprio voi lo annotaste – nel corso di una trattativa sindacale. Nunziante fu sconfessato apertamente da Emiliano davanti ai sindacati. Mentre, essendo assessore al Personale, Nunziante aveva le carte in regola per essere il dominus della situazione. Senza dire che per la sua storia istituzionale, l’ex prefetto avrebbe meritato ben altra delega nella giunta».
Lasciamo stare il passato. Il problema di oggi dov’è se- condo lei?
«Emiliano scavalca i suoi collaboratori e ne assume le funzioni, mentre dovrebbe limitarsi a tracciare gli indirizzi lasciando alla giunta la fase attuativa. Invece pare che non ci siano assessori. C’è Emiliano che si occupa di tutto: trasporti, Ilva, Tap, Xylella. C’è qualcuno che si occupa di industria, di agricoltura, di treni in quella giunta? No, c’è il governatore che parla per tutti. Con un aggravante».
Ovvero?
«La giunta non esiste ma pure le strutture di governo e sottogoverno sono state affidate a personaggi mediocri, scelti non per merito ma per fedeltà».
Anche qualcuno di centrodestra.
«Non ne dubito. L’esito è quello che vediamo, decisamente scoraggiante. Come potrei sorprendermi dell’ennesimo, diciamo così, colpo di scena? Non c’è assessore che non abbia avuto un problema con Emiliano».
Interpreta il ruolo sentendosi “sindaco di Puglia”, come il pivot della situazione.
«Ma se l’esito è quello che vediamo, c’è da farsi cadere le braccia. Altro che pivot. Ma poi, per l’ennesima volta, vorrei ricordare che esiste una grande differenza tra un ente comunale (che amministra e gestisce) e un ente regionale (che legifera e programma). La vera carenza di Emiliano è questa: gli manca la visione per svolgere il ruolo di presidente della Regione. Sono tre anni che vive cercando un nemico da contrastare – che sia un ministro o un avversario di partito – al solo scopo di tenere accesa una qualche funzione dialettica. Sarebbe bene che togliesse la Puglia dal suo ingombrante impaccio».
Ne sta chiedendo le dimissioni?
«Emiliano rischia di far perdere alla nostra regione i prossimi due anni, che saranno decisivi. Siamo in una fase in cui la Puglia e il Mezzogiorno devono intercettare la ripresa che altrove è già in atto. Più che reclamare maggiore autonomia – come si appresta a fare e su cui in linea di principio il nostro partito sarebbe pure d’accordo – Emiliano andrebbe commissariato. Su tutte le deleghe. Farebbe bene a terminare in anticipo la sua stagione, già chiusa da tempo».