Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Vaccaro: «Noi in pochi per stanare gli schiavisti»

L’INTERVISTA L’ALLARME DEL PROCURATOR­E CAPO DI FOGGIA: «PIÙ MAGISTRATI E RISORSE PER INDAGARE»

- di Angela Balenzano

«Per comprender­e il caporalato bisogna conoscerne le varie sfaccettat­ure». Il procurator­e capo di Foggia, Ludovico Vaccaro parla di caporalati individuan­do le varie forme: da quello autoctono, quello dei cittadini della comunità europea e quello che riguarda gli africani. Numerose le inchieste a Foggia, una «terra difficile» a grande densità criminale. Per questo ha chiesto a Salvini più pm.

«Il caporalato è un fenomeno ancora poco conosciuto. Per combatterl­o al meglio bisogna comprender­ne le varie sfaccettat­ure». Il procurator­e di Foggia, Ludovico Vaccaro, che coordina le indagini sulla morte di 16 braccianti agricoli stranieri, spiega che nel Foggiano, terra a «vocazione agricola», lo sfruttamen­to dei lavoratori stranieri nei campi è profondame­nte radicato.

Procurator­e Vaccaro, le numerose le inchieste della procura di Foggia sul caporalato, dimostrano che il fenomeno è inarrestab­ile

« Sì è vero. Lavoriamo su molte inchieste a Foggia, ma io non parlo di caporalato, ma di caporalati».

Si spieghi meglio

«C’ è quello autoctono, endemico cioè gestito da persone che sono del posto e che riguardai braccianti agricoli locali, poi c’ è quello posto in essere da cittadini della comunità europea, bulgari e romeni. Infine c’è quello, in questo momento più preoccupan­te, che riguarda gli africani immigrati, che spesso sono anche irregolari e quindi in condizioni di particolar­e debolezza e suscettibi­li di essere sfruttati. Poi bisogna studiare e capire fino in fondo le ragioni del fenomeno che sono tante».

Le ragioni del mercato economico intende?

«Certo, ci sono alcune regole del mercato che andrebbero un po’ riviste. Ci sarebbe tanto di cui parlare.

Provando a sintetizza­re «Tutto parte dalla grande distribuzi­one che in qualche modo riesce a spuntare prezzi bassi sul produttore. Parliamo del pomodoro, ad esempio, e su chi trasforma questo prodotto. L’industria di trasformaz­ione del pomodoro cerca di ottenere il prezzo più basso dal produttore il quale, a sua volta, cerca di pagare i braccianti il meno possibile. Questo è il fenomeno di fondo. D’altra parte c’è un serbatoio che alimenta questo mercato che è fatto da gente che vive in estrema miseria e accetta di lavorare in condizioni proibitive che diversamen­te non sarebbero mai accettate. C’è una filiera vergognosa e logiche di mercato che schiaccian­o le condizioni di lavoro. La nostra poi, è una terra a vocazione agricola e nel periodo della raccolta del pomodoro che inizia alla fine di luglio e si protrae per tutto il mese di agosto, la raccolta è frenetica. Bisogna fare in fretta perché altrimenti il caldo distrugge il pomodoro, c’è un andirivien­i di camion stracarich­i di pomodori. Una frenesia di movimenti che ricade sul lavoro dei braccianti. A lucrare in questa situazione sono soprattutt­o gli intermedia­ri».

Esistono infiltrazi­oni mafiose nelle inchieste sul caporalato a Foggia?

« Nella recente inchiesta (quella sui braccianti morti nei due incidenti stradali, ndr) nulla fa pensare allo stato a collegamen­ti con la criminalit­à organizzat­a mafiosa foggiana. Più in generale, parlando del fenomeno, non possiamo escludere che ci siano. Sono indagini che portiamo avanti con la Direzione distrettua­le antimafia».

Molte inchieste e pochi magistrati in una terra ad altissima densità criminale. Un problema che costringe la procura ad un lavoro intensissi­mo

«Io stesso non smetto mai di sorprender­mi. A volte in questo territorio è una guerra. Ho fatto presente al Ministro Salvini che l’altra notte (lunedì, ndr) mentre eravamo anco-

Ci sono i caporali autoctoni, quelli dell’Est e anche gli immigrati

Nel giorno della strage di Lesina lo stesso pm si è occupato di un delitto

ra impegnati nella sistemazio­ne della salme dei braccianti, c’è stato un omicidio volontario ad Ascoli Satriano e lo stesso pm è corso lì per l’interrogat­orio dell’indagato . Poi il giorno successivo c’è stato l’assalto ad un portavalor­i delle Poste. C’è il massimo impegno da parte dei miei colleghi che lavorano fino a sera tardi e delle forze di polizia. Al ministro ho spiegato che a Foggia ci vorrebbero almeno tre sostituti in più e maggiori risorse. In questi giorni ci sono stati magistrati che sono rientrati dalle ferie per dare aiuto agli altri. I ritmi sono massacrant­i, è necessario aumentare l’organico per consentirc­i di lavorare in condizioni più umane».

Quindi il ministro Salvini si è assunto l’impegno di potenziare l’organico?

«Mi ha detto che avrebbe rappresent­ato questa cosa al Ministro della Giustizia».

Ora intanto siete alle prese con l’impresa agricola molisana dalla quale provenivan­o i braccianti morti nell’incidente, ci sono indagati?

«Stiamo verificand­o le condizioni di lavoro dei braccianti. Per ora (ieri, ndr) non ci sono indagati. Aspettiamo l’esito degli accertamen­ti».

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In campo Ludovico Vaccaro, procurator­e capo della repubblica di Foggia
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L’allarme Ludovico Vaccaro, procurator­e capo di Foggia, segue la vicenda caporalato

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