Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
PERCHÉ LA TAP RICHIEDE REALISMO
La partita locale, la sfida globale
Sfugge la complessità della partita della Tap, il gasdotto che porterà in Italia e in Europa il gas dell’Azerbaijan. Benché il governatore Michele Emiliano abbia cominciato ad allargare la visuale, ponendo il tema della gassificazione dell’Ilva, che con il gas della Tap sarebbe più agevole da realizzare, ancora in Puglia non si comprende l’importanza strategica dell’infrastruttura. Certo, il M5S in campagna elettorale si è impegnato a bloccare l’opera, ma la realtà è un po’ diversa. Di qui la prudenza del premier Giuseppe Conte nell’incontro dei giorni scorsi con il sindaco di Melendugno, Marco Potì. Al fondo ci sono questioni delicate. Intanto quella delle penali che potrebbero scattare, poi il caso geopolitico. Il gasdotto affrancherebbe in parte i Paesi dell’Europa centrale dalla dipendenza del gas russo e permetterebbe di differenziare gli approvvigionamenti energetici e di essere meno vulnerabili ad eventuali ricatti. Non a caso anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, tiene al gasdotto. La Tap ridimensionerebbe non poco il ruolo della Russia negli approvvigionamenti energetici dell’Europa. In quest’ottica, l’opera è un’infrastruttura strategica, per questo tutti i ricorsi al giudice, compreso quello alla Corte costituzionale sono stati rigettati.
Ovviamente l’Italia può decidere di bloccarla, infischiandosene dei desideri di Trump, a patto, però, di mettere in conto l’esito catastrofico di partite importanti a cui tiene. Per esempio, quella sul petrolio libico. In Libia l’Eni è azienda leader nell’estrazione di petrolio, ma la Francia da tempo vorrebbe ampliare i suoi interessi nel settore, cercando di sostituire le imprese statunitensi nel caso abbandonassero il campo. Non a caso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita in Azerbaijan, ha confermato l’importanza della Tap e non a caso il presidente del Consiglio italiano ha chiesto l’intervento di Trump per bloccare i francesi sul petrolio di Tripoli. Che cosa accadrebbe agli interessi italiani in Libia se ponessimo veti sulla Tap? Al di là delle legittime aspettative a livello locale, questi aspetti non possono essere elusi dal governo italiano.
È comprensibile il disappunto del M5S e di coloro che non vogliono l’opera. Tuttavia, è inevitabile una visione più ampia del problema. Purtroppo pensare in termini locali in un mondo globalizzato è sempre più difficile e la Puglia non fa eccezione. Guardare, quindi, le cose con realismo è solo una saggia regola di governo.