Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tutti al mare, a patto di arrivarci
Fermate bus lontane dai lidi, treni a singhiozzo: i disagi per chi vuol fare il bagno in città
Sul lungomare nord, nella zona del nascente waterfront di San Girolamo, i bus lasciano a centinaia di metri dal mare costringendo i bagnanti a percorrere un bel pezzo di strada a piedi con sdraio e ombrelloni sotto braccio. Per chi vuole arrivare sulla spiaggia trendy, Torre Quetta, sul lungomare sud, i pullman transitano con frequenza inferiore rispetto a Pane e Pomodoro e i treni viaggiano a singhiozzo, con corse molto distanti l’una dall’altra. Per chi non usa l’auto e preferisce viaggiare con i mezzi pubblici, il mare di Bari non è facilmente raggiungibile. Discorso che vale anche per chi vuole andarci in bicicletta.
Percorsi il più delle volte lunghi e tortuosi. Orari spesso con il contagocce e servizi poco pubblicizzati. Perché il viaggio della inizia idealmente dalla stazione centrale, indossando per un giorno i panni del bagnante metropolitano. Colui che lascia alle spalle l’entroterra per tentare di concedersi un tuffo nelle fresche acque della città. Tra non poche peripezie, da farne tesoro per la prossima volta, quando l’unica soluzione più veloce e certa sarà inevitabilmente solo una: prendere l’auto e raggiungere il litorale imbottigliandosi nel traffico e nell’esodo dei vacanzieri. Con buona pace della mobilità dolce, ecosostenibile e a minor impatto ambientale.
«Mare mio non ti conosco» sembra l’adagio più calzante per Bari, distesa su 42 chilometri di costa ma non sempre raggiungibile per chi volesse per un giorno lasciare l’auto a casa e tentare di spostarsi con i mezzi pubblici e più economici. Per la tanto sognata tintarella. Che rischia di diventare serale se ci si affida al trasporto pubblico locale o se si sceglie la destinazione meno attrezzata. Perché da spiaggia a spiaggia cambiano, e di molto, le opzioni sulla mobilità. Sulle spiagge a nord l’imperativo d’obbligo è il bus, con la linea 53 dell’Amtab per San Girolamo-Fesca – dove insiste il nuovo waterfront - e con la linea 1 per spingersi oltre, sino a Palese e Santo Spirito, tra fermate impossibili e veri e propri anfratti ricavati su rotatorie e a ridosso della tangenziale. Con i bagnanti costretti a spostarsi a piedi con ombrelloni, sedie e cibarie da un cavalcavia all’altro o a incamminarsi tra vicoli e vicoletti e fazzoletti di ville per sbucare, finalmente, sul mare. A sud resta invece il paradosso: un ventaglio di soluzioni per Pane e Pomodoro, poco o nulla per Torre Quetta. Nel primo caso c’è il servizio dei bus navetta delle linee A, AB e 42 che, in pochi minuti, collegano il centro città (ma non piazza Moro) alla spiaggia con vista parco Punta Perotti. Per Torre Quetta, il lido bonificato dall’amianto e gettonatissima meta serale con locali e bar, resta invece solo la linea 12, quella che conduce a Torre a Mare e con una frequenza di circa 30-32 minuti. Poca cosa se si pensa che sino a qualche anno fa c’era persino un bus navetta dedicato – con capolinea in corso Cavour – ma subito archiviato per i troppi portoghesi a bordo e per le continue aggressioni perpetrate ai danni di autisti e controllori.
Torre Quetta in compenso resta l’unica spiaggia cittadina dotata di una stazione ferroviaria. Ma non senza sorprese di orari. Al mattino, ad esempio, dopo quelle delle 8.45 e delle 9.48 con partenza dalla stazione ferroviaria, ci sono solo altre due corse, alle 11.41 e alle 13.31. Poi un aumento costante delle frequenze, con un orario sì estivo ma che assomiglia semmai a quello del perfetto pendolare da ufficio. Nei festivi, c’è anche Ferragosto incluso, le corse mattutine da Bari Centrale scendono appena a tre: una poco prima delle 8, una alle ore 10 e un’altra intorno alle ore 12. Poi si riprende alle 14 e la giornata finisce lì. In ogni caso a parità di prezzo (un euro per il bus e un euro e dieci centesimi per il treno) la soluzione ferroviaria resta la più vantaggiosa e veloce. Si arriva al mare in appena otto minuti. Rapidamente.
Dalle gomme e dal ferro si passa poi alle due ruote delle bici. Alternativa fattibile ma solo a macchia di leopardo, in attesa del lavoro di cucitura dei percorsi ciclabili che permetterà di collegare il centro città sino alle porte di Palese e Santo Spirito. Pedalare dal centro città sino al mare – verso Nord – significa percorrere solo la pista che va da corso Vittorio Veneto e che finisce alla Fiera del Levante, immettersi sul lungomare tra le auto per poi dirigersi verso San Girolamo, unica spiaggia grazie ai lavori del waterfront, dotata di un percorso per le due ruote non inquinanti. Diametralmente opposta la situazione a sud. Solo la pista budello di via Caldarola permette in parte di avvicinarsi al litorale tra non pochi attraversamenti da una strada all’altra. «Otto chilometri di metrobus per collegare Pane e Pomodoro con Lamasinata. Questo sarà uno degli obiettivi realizzabili nel periodo 2014-2019», diceva in campagna elettorale l’allora candidato sindaco Antonio Decaro annunciando il “tram del mare”, anticamera dal 2020 «di una rete tramviaria che partirà da Torre a Mare e arriverà a Santo Spirito collegando così le due ex frazioni marine lungo un corridoio unico». Ma intanto di anni ne sono già trascorsi quattro.
Diverse Torre Quetta meno fruibile di Pane e Pomodoro
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