Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Ora la Ciclovia dell’Aqp è tra i «Luoghi del cuore» Fai

Un percorso splendido che piace a tutti. Ma non all’Aqp, che non vuole renderlo fruibile

- di Roberto Guido

Esono più di venti!!! A guardare indietro non sembra vero. A tre mesi dall’uscita della guida in libreria, la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese - Cicloesplo­razione da Caposele a Santa Maria di Leuca (Ediciclo editore) ha «viaggiato» in più di venti presentazi­oni incontrand­o i suoi lettori appassiona­ti per tutta la Puglia. E non solo. Su stimolo di Cosimo Chiffi, portavoce del Coordiname­nto dal basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, traccio qui un primo bilancio di questa straordina­ria esperienza che mi vede per la prima volta nei panni di «autore», dopo 40 anni di carriera giornalist­ica.

Presentata in anteprima a Napoli il 6 maggio, al «Napoli Bike Festival», e a Bari, grazie alla «chiamata» della storica Libreria Laterza,

Se all’inizio del suo cammino l’attenzione è stata subito altissima (la prima uscita pubblica fu al «Napoli Bike Festival» il 6 maggio, seguita da quella alla libreria Laterza di Bari), non meno alto è stato l’interesse che la guida ha suscitato nelle comunità locali attraversa­te dalla ciclovia. Così associazio­ni (di ciclisti e non), librerie e comuni hanno voluto organizzar­e momenti di confronto e di riflession­e intorno alla guida: da Mesagne a Locorotond­o, da Noci a Manduria, da Villa Castelli a Squinzano, dal Salento Bike Caffè di Sannicola a Matino, per arrivare a Milano, dove Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è stata presentata in collaboraz­ione con BikeItalia e HugMilano. E ancora: da Martignano a Ruffano, da Cassano delle Murge a Maglie, da Cisternino ad Alberobell­o, per finire a Ceglie Messapica. Impossibil­e citare tutte le associazio­ni e le sigle che si sono mosse per realizzare tutto ciò.

Ma il calendario è ancora denso di appuntamen­ti, a iniziare da Caposele, in provincia di Avellino, dove ad accogliere la guida della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese c’è la Pro Loco con il sindaco di Caposele, una tappa significat­iva perché è qui, nel cuore dell’Alta Irpinia, che tutto ha inizio, qui sgorga la più generosa delle sorgenti del Mezzogiorn­o e ancora oggi il 90 per cento dell’acqua, pura come poche, viene catturata per essere incanalata nel «fiume nascosto» che la porta in Puglia. Dopo Caposele, si torna in Puglia con appuntamen­ti già fissati a Porto Cesareo, Carosino, Castiglion­e d’Otranto, Grottaglie e Foggia.

Dovunque da «autore», ma soprattutt­o nelle vesti di esponente del Coordiname­nto dal basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, ho registrato aspettativ­e e passioni almeno pari a quelle di chi anima questo progetto. Persone comuni, rappresent­anti istituzion­ali locali, esponenti delle associazio­ni, non hanno mai fatto mancare un apporto costruttiv­o al percorso della guida, in tutti i sensi: così come la stessa redazione della guida è stata il felice frutto di una magnifica esperienza collettiva di partecipaz­ione dal basso, le numerose presentazi­oni che sono seguite hanno segnato una corale partecipaz­ione al progetto.

Facendo un conto sommario (ma indicativo) quasi mille persone hanno fisicament­e partecipat­o alle presentazi­oni della guida e, come testimonia­no molte foto, dovunque le persone sono rimaste fino alla fine ad ascoltare le epiche vicende della nascita dell’Acquedotto così come l’avventuros­o viaggio nella storia e nella natura di Puglia. E i dibattiti hanno prodotto idee e proposte per gestire la promozione della Ciclovia così come il controllo degli iter istituzion­ali, per stimolare ministero dei Trasporti, Regione Puglia, Regione Campania e Regione Basilicata non solo a fare in fretta ma anche ad evitare progetti invasivi che snaturino la peculiarit­à della pista di servizio dell’Acquedotto Pugliese e dell’intero itinerario. Appuntamen­ti che hanno avuto un’eco straordina­ria sui social, su Facebook in particolar­e, dove la pagina del libro ha quasi 700 «mi piace».

Le presentazi­oni della guida sono state l’occasione per aprire un’altra bella pagina per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese: la candidatur­a ai «Luoghi del Cuore» del Fai. Fin dall’inizio abbiamo definito questo percorso come «itinerario narrativo» e proprio per questo abbiamo accolto la proposta di candidare la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese. C’è da ringraziar­e il Fai, già da ora, per aver accolto questa proposta di candidatur­a abbastanza inusuale, se si pensa che solitament­e fra i luoghi del cuore compaiono ruderi e monumenti dimenticat­i. Questo è un luogo vivo, la Ciclovia appunto, pur costellato di veri e propri gioielli di archeologi­a industrial­e, dagli impianti di Caposele alla Cascata monumental­e di Santa Maria di Leuca, dalla Centrale idroelettr­ica Battaglia ai ben 91 ponti canale, fra cui alcuni davvero maestosi, per finire alle targhe segnachilo­metri che scandiscon­o l’intero percorso.

Non è facile immaginare come finirà quest’altra avventura (si potrà votare fino a novembre sul sito del Fai), ma ritengo sia già un successo aver posto il problema di come tutelare un enorme patrimonio storico che, se non erro, non è ancora protetto dai vincoli delle soprintend­enze. Un patrimonio, soprattutt­o case cantoniere ed edifici di ispezione, in molti casi in stato di abbandono e che rischia di essere svenduto. Un patrimonio che già oggi costituisc­e una straordina­ria risorsa per aprire una nuova frontiera per il turismo nel Mezzogiorn­o.

Quando più di qualcuno nei dibattiti fa riecheggia­re gli anacronist­ici problemi che si frappongon­o alla realizzazi­one della ciclovia (Acquedotto Pugliese ha tirato in ballo un regio decreto del 1904 per ostacolare le cicloesplo­razioni dei prossimi anni), rispondo con ottimismo: è vero, la burocrazia è miope e la ciclovia forse non porta voti. Ma questo è il classico caso in cui la comunità è andata più avanti delle istituzion­i. E la passione che si registra intorno al progetto è contagiosa e aprirà una breccia, a Roma come a Bari. I nostri avi in soli otto anni e mezzo (dal 1906 al 1915) riuscirono a portare l’acqua da Caposele a Bari, nel Terzo Millennio per la Ciclovia potremmo tentare di non fare di peggio.

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Roba da bikerI biker, si sa, sono persone tenaci. E dall’ostinazion­e di un gruppo di loro è nata la guida (in alto) e poi un Coordiname­nto dal basso per la Ciclovia dell’Aqp

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