Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ora la Ciclovia dell’Aqp è tra i «Luoghi del cuore» Fai
Un percorso splendido che piace a tutti. Ma non all’Aqp, che non vuole renderlo fruibile
Esono più di venti!!! A guardare indietro non sembra vero. A tre mesi dall’uscita della guida in libreria, la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese - Cicloesplorazione da Caposele a Santa Maria di Leuca (Ediciclo editore) ha «viaggiato» in più di venti presentazioni incontrando i suoi lettori appassionati per tutta la Puglia. E non solo. Su stimolo di Cosimo Chiffi, portavoce del Coordinamento dal basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, traccio qui un primo bilancio di questa straordinaria esperienza che mi vede per la prima volta nei panni di «autore», dopo 40 anni di carriera giornalistica.
Presentata in anteprima a Napoli il 6 maggio, al «Napoli Bike Festival», e a Bari, grazie alla «chiamata» della storica Libreria Laterza,
Se all’inizio del suo cammino l’attenzione è stata subito altissima (la prima uscita pubblica fu al «Napoli Bike Festival» il 6 maggio, seguita da quella alla libreria Laterza di Bari), non meno alto è stato l’interesse che la guida ha suscitato nelle comunità locali attraversate dalla ciclovia. Così associazioni (di ciclisti e non), librerie e comuni hanno voluto organizzare momenti di confronto e di riflessione intorno alla guida: da Mesagne a Locorotondo, da Noci a Manduria, da Villa Castelli a Squinzano, dal Salento Bike Caffè di Sannicola a Matino, per arrivare a Milano, dove Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è stata presentata in collaborazione con BikeItalia e HugMilano. E ancora: da Martignano a Ruffano, da Cassano delle Murge a Maglie, da Cisternino ad Alberobello, per finire a Ceglie Messapica. Impossibile citare tutte le associazioni e le sigle che si sono mosse per realizzare tutto ciò.
Ma il calendario è ancora denso di appuntamenti, a iniziare da Caposele, in provincia di Avellino, dove ad accogliere la guida della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese c’è la Pro Loco con il sindaco di Caposele, una tappa significativa perché è qui, nel cuore dell’Alta Irpinia, che tutto ha inizio, qui sgorga la più generosa delle sorgenti del Mezzogiorno e ancora oggi il 90 per cento dell’acqua, pura come poche, viene catturata per essere incanalata nel «fiume nascosto» che la porta in Puglia. Dopo Caposele, si torna in Puglia con appuntamenti già fissati a Porto Cesareo, Carosino, Castiglione d’Otranto, Grottaglie e Foggia.
Dovunque da «autore», ma soprattutto nelle vesti di esponente del Coordinamento dal basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, ho registrato aspettative e passioni almeno pari a quelle di chi anima questo progetto. Persone comuni, rappresentanti istituzionali locali, esponenti delle associazioni, non hanno mai fatto mancare un apporto costruttivo al percorso della guida, in tutti i sensi: così come la stessa redazione della guida è stata il felice frutto di una magnifica esperienza collettiva di partecipazione dal basso, le numerose presentazioni che sono seguite hanno segnato una corale partecipazione al progetto.
Facendo un conto sommario (ma indicativo) quasi mille persone hanno fisicamente partecipato alle presentazioni della guida e, come testimoniano molte foto, dovunque le persone sono rimaste fino alla fine ad ascoltare le epiche vicende della nascita dell’Acquedotto così come l’avventuroso viaggio nella storia e nella natura di Puglia. E i dibattiti hanno prodotto idee e proposte per gestire la promozione della Ciclovia così come il controllo degli iter istituzionali, per stimolare ministero dei Trasporti, Regione Puglia, Regione Campania e Regione Basilicata non solo a fare in fretta ma anche ad evitare progetti invasivi che snaturino la peculiarità della pista di servizio dell’Acquedotto Pugliese e dell’intero itinerario. Appuntamenti che hanno avuto un’eco straordinaria sui social, su Facebook in particolare, dove la pagina del libro ha quasi 700 «mi piace».
Le presentazioni della guida sono state l’occasione per aprire un’altra bella pagina per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese: la candidatura ai «Luoghi del Cuore» del Fai. Fin dall’inizio abbiamo definito questo percorso come «itinerario narrativo» e proprio per questo abbiamo accolto la proposta di candidare la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese. C’è da ringraziare il Fai, già da ora, per aver accolto questa proposta di candidatura abbastanza inusuale, se si pensa che solitamente fra i luoghi del cuore compaiono ruderi e monumenti dimenticati. Questo è un luogo vivo, la Ciclovia appunto, pur costellato di veri e propri gioielli di archeologia industriale, dagli impianti di Caposele alla Cascata monumentale di Santa Maria di Leuca, dalla Centrale idroelettrica Battaglia ai ben 91 ponti canale, fra cui alcuni davvero maestosi, per finire alle targhe segnachilometri che scandiscono l’intero percorso.
Non è facile immaginare come finirà quest’altra avventura (si potrà votare fino a novembre sul sito del Fai), ma ritengo sia già un successo aver posto il problema di come tutelare un enorme patrimonio storico che, se non erro, non è ancora protetto dai vincoli delle soprintendenze. Un patrimonio, soprattutto case cantoniere ed edifici di ispezione, in molti casi in stato di abbandono e che rischia di essere svenduto. Un patrimonio che già oggi costituisce una straordinaria risorsa per aprire una nuova frontiera per il turismo nel Mezzogiorno.
Quando più di qualcuno nei dibattiti fa riecheggiare gli anacronistici problemi che si frappongono alla realizzazione della ciclovia (Acquedotto Pugliese ha tirato in ballo un regio decreto del 1904 per ostacolare le cicloesplorazioni dei prossimi anni), rispondo con ottimismo: è vero, la burocrazia è miope e la ciclovia forse non porta voti. Ma questo è il classico caso in cui la comunità è andata più avanti delle istituzioni. E la passione che si registra intorno al progetto è contagiosa e aprirà una breccia, a Roma come a Bari. I nostri avi in soli otto anni e mezzo (dal 1906 al 1915) riuscirono a portare l’acqua da Caposele a Bari, nel Terzo Millennio per la Ciclovia potremmo tentare di non fare di peggio.