Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lanza, il benzinaio-presidente del Molfetta in serie D

Negli anni Ottanta guidava il Molfetta: assunse tutti gli incarichi interni alla squadra

- di Gianni Spinelli

Negli anni Ottanta scrivevano tutti male di lui. E la «vittima» ogni tanto programmav­a una cerimonia solenne: prendeva i giornali nemici, colleziona­ti con astio e scrupolo, faceva un mucchio e accendeva un falò pubblico. Potevano, anzi «dovevano», assistere tifosi, non tifosi, donne, uomini, cani e gatti. A cenere ottenuta, c’era la possibilit­à di una bevuta gratis.

L’uomo dei falò vendicativ­i contro quelle vipere di corrispond­enti era Mauro Lanza, benzinaio di larghe vedute. Non solo benzinaio. Ma benzina io-presidente-allenatore giocatore -” medico ”- massaggiat­ore del Molfetta che giovava in serie D.

All’epoca fu cordiale con l’inviato, dopo aver assunto informazio­ni a destra e a manca. Pur gongolante, non si spiegava l’interesse di un giornale come il «Guerin Sportivo» e pensava a uno scherzo dei soliti «cornutazzi». Poi, dopo aver accertato la verità, salì in cattedra e lanciò strali in vernacolo all’indirizzo dell’intera città che lo aveva costretto a fare tutto da solo: «Nan volne assì na lira, sti...».

Mauro Lanza, per necessità, disperazio­ne e amore, faceva tutto. Sapeva fare tutto: bilancio in pareggio, formazione della squadra, tattica, al grido «Buttate il sangue o vi strozzo». Lui, quando giocava, più un lottatore, era un «pestatore», nel senso che menava quando poteva e quando non poteva. La guerra in campo. Un mix tra Oronzo Pugliese e Lino Banfi.

Ora, anno di grazia 2018, sei portato a pensare, per la dura legge del tempo, che il «Lanza-punti-qualità», si sia dissolto, pensionato o, al massimo, alle prese con le sue attività di autosoccor­so e di benzinaio.

Macché: Mauro Lanza è lì, uguale, copia perfetta del Lanza degli anni Ottanta. Combatte ancora la crociata contro «cornutazzi e pieni di m.» e apre la sua cassaforte per investire, per dare al pallone. E accetta di parlare solo dopo aver accertato l’identità

I giornali Bruciava in pubblico gli articoli che erano stati critici o severi con il suo operato

del giornalist­a-amico. L’unica novità: non gioca più.

Terremoto per il resto, tanto che risulta difficile capire quante società gestisca: nel campionato scorso, fra l’altro, è andato di nuovo in panchina con lo Sporting Fulgor Molfetta, licenziand­o il tecnico Lo Polito. Per la storia, dopo aver tentato di comprare la Fidelis Andria, ha tolto la presidenza della Molfetta Sportiva (che ha acquisito il titolo dal Bitonto) alla figlia Antonella e si è rinominato massimo dirigente, lasciando al figlio Gianmaria il comando della Vigor Trani. Due squadre in Eccelche lenza.

Vigor, Fulgor, Trani, Foggia... Tra club, denominazi­oni e città, società che aveva e che ha, è un pasticciac­cio, tanto che lui stesso, l’indomabile Mauro Lanza, si trova costretto a chiedere delucidazi­oni al figlio Gianmaria. Tra metano, azienda, lavoro, è una bella giostra, faticosa. Ma Mauro Lanza, ha il pallone in testa. Chiodo fisso. Guai a chi gli si mette contro: «Politici, gente di... Tutti hanno interessi. Solo io... ». È così: Mauro Lanza è Mauro Lanza. Unicum del calcio ruspante.

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Mauro Lanza in una recente immagine ai bordi di campo, il luogo da sempre preferito

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