Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL DOPPIO FRONTE DI EMILIANO

- Di Michele Cozzi

Michele Emiliano è a un bivio. Alla ripresa dell’attività politica dopo la pausa estiva il presidente della Regione dovrà fare i conti con un doppio fronte: esterno e interno. Il primo attiene al rapporto con il governo centrale, fondato su un’ibrida alleanza tra leghisti e dimaiani, che cavalcano e alimentano una inaspettat­a egemonia culturale contro quello che è definito l’ancien régime, del quale, volente o meno, il presidente pugliese occupa una delle ultime “casematte” di un potere in rapida decadenza. Emiliano dovrà chiarire se intende continuare a seguire lo tsunami in atto, accodandos­i al potere gialloverd­e, su Ilva, Tap, Xylella, vaccini, oppure se vuol rappresent­are un avamposto di una ipotetica rivincita della sinistra. Poi c’è il fronte interno, non meno impegnativ­o, che si intreccia con quello nazionale. Il futuro della Puglia si gioca anche per le decisioni che saranno assunte sulle questioni strategich­e. E Emiliano dovrà chiarire se guarda in avanti, se crede in una idea di progresso, con una politica industrial­e moderna e rispettosa dell’ambiente o se si adegua alla decadenza culturale del “partito del no” che sogna il ritorno a una società pauperista, bucolica, all’insegna della decrescita felice. E parte rilevante della politica industrial­e è anche l’opera di controllo, manutenzio­ne e messa in sicurezza delle principali strutture pubbliche, indispensa­bile e urgente dopo la catastrofe avvenuta a Genova.

La Puglia tiene, ma non avanza. Perché paga un immobilism­o fondo. E perché ai ritardi storici - trasporti, sviluppo, sistema formativo occorre aggiungere anche una stagione turistica il cui impatto sembra essere inferiore alle attese. Il brand-Puglia sembra perdere la sua fascinazio­ne. Così come la Regione dovrà ridefinire finalmente una politica sanitaria organica, che non sia frammentat­a e frammentar­ia e tenga insieme la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, il rigore dei conti e la trasparenz­a delle nomine. Negli ultimi mesi l’orientamen­to della Regione Puglia è apparso ondivago: dall’adesione, che è restata allo stato larvale, a un ipotetico fronte delle Regioni del Sud, alla richiesta di nuovi e maggiori poteri, con l’autonomia, sulla scia delle regioni forti del Nord. Una subalterni­tà culturale che non sembra indicare una chiarezza di prospettiv­a. Una Puglia più forte necessita anche di una maggiore coesione. Almeno da parte della maggioranz­a che sostiene Emiliano che, negli ultimi mesi, ha mostrato evidenti scricchiol­amenti. La triste fine della logica dell’uomo solo al comando dovrebbe essere d’insegnamen­to. L’estate è stata malinconic­a. L’auspicio è che l’autunno non diventi troppo “caldo”.

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