Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Volpe scrive a Mattarella: ci aiuti sul Tribunale
Lettera al Capo dello Stato per chiedere interventi urgenti Bonafede telefona a Decaro, oggi nuovo appuntamento L’Anm: «Indagini a rischio»
Il procuratore del Tribunale di Bari Giuseppe Volpe (foto) ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere interventi urgenti per sbloccare la situazione dell’edilizia giudiziaria a Bari, dove il palazzo che ospita gli uffici penali in via Nazariantz è stato dichiarato inagibile. Nello stesso tempo il governo sembra battere un colpo: il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha infatti telefonato al sindaco Antonio Decaro, che lo aveva sollecitato a prendere contatti con lui dopo un lungo periodo di silenzio da parte di Palazzo Chigi. Oggi Bonafede e Decaro dovrebbero risentirsi per fare il punto della situazione ed è possibile che a breve ci sia una svolta. Il 31 agosto scade il termine per lo sgombero del Palagiustizia di via Nazariantz e c’è preoccupazione tra i magistrati perché non è ancora stata individuata una nuova sede. Secondo il presidente dell’Anm di Bari, Giuseppe Battista, «le indagini sono a rischio».
La soluzione, o almeno una soluzione tampone per cominciare a far uscire la giustizia penale barese dal caos in cui è precipitata dopo la dichiarazione di inagibilità del palazzo di via Nazariantz, è attesa da un momento all’altro. Dopo giorni di immobilismo ieri si è mosso qualcosa. Il ministro Alfonso Bonafede ha infatti telefonato al sindaco Antonio Decaro che lo aveva sollecitato a prendere contatti con lui. Il procuratore Giuseppe Volpe e gli altri magistrati della Procura hanno invece scritto, tra gli altri, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo che si intervenga con la massima urgenza.
La prima mossa è stata quella del Guardasigilli, il quale ha confermato al primo cittadino che i tecnici del Ministero sono al lavoro, soprattutto dopo la clamorosa revoca prima di Ferragosto dell’aggiudicazione della ricerca di mercato che aveva portato ad individuare nell’ex palazzo dell’Inpdap l’immobile in cui ospitare il tribunale. Oggi ci sarà un altro contatto per fare il punto. E per tentare di sbrogliare una matassa che sembra ingarbugliarsi sempre più. Quasi in contemporanea, stanchi di aspettare, i magistrati della Procura hanno preso carta e penna e scritto oltre che agli uffici competenti, al presidente Mattarella, allo stesso ministro Bonafede, al Csm, al Commissario europeo per la Giustizia, al presidente della Regione e al sindaco. Il timore espresso nella nota è che le «funzioni istituzionali proprie della Procura» siano «fortemente compromesse, se non addirittura paralizzate, con conseguenti riflessi in tema di tutela dei diritti e della sicurezza delle persone».
Secondo il presidente dell’Anm, Giuseppe Battista, a rischio ci sarebbero importanti attività di indagine, fra cui le intercettazioni. A preoccupare gli addetti ai lavori, oltre al clamoroso dietrofront sul palazzo ex Inpdap, è il fatto che lo sgombero ordinato dal Comune degli uffici di via Nazariantz non sarà terminato, come prescritto, entro la fine di agosto e che i lavori per l’adeguamento delle due sedi provvisorie di Modugno e di via Brigata Bari, (comunque troppo piccole) sono in ritardo. L’obiettivo minimo, in attesa dell’individuazione di un’altra sede unica, è di rinviare
Nuovo contatto
Oggi il ministro si risentirà con il sindaco per tentare di sbloccare la situazione
almeno la fine dello sgombero del vecchio Palagiustizia. La Procura nei giorni scorsi ha chiesto alla proprietà (l’Inail) di sollecitare in tal senso l’amministrazione comunale, anche alla luce di una nuova perizia tecnica che, dopo l’alleggerimento dei piani superiori dai carichi pesanti, riterrebbe il rischio crollo attenuato. L’Inail ha scritto al Comune dichiarando il proprio nulla osta alla richiesta della Procura, ma il sindaco ha messo la patata bollente nelle mani del ministero, competente sull’edilizia giudiziaria. E ora tutti attendono un responso da Roma.