Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
IL LUNGO SONNO CHE FRENA IL SUD
Ascuola ci insegnavano che Stato si scrive con la maiuscola, non so se per distinguerlo da un participio passato o per ossequio al suo ruolo. Oggi alla maiuscola badano in pochi anche perché sembra sia rimasto solo il participio passato. Il drammatico crollo di Genova è anche una metafora delle vicende dello Stato italiano che, giorno dopo giorno, sembra venire giù a pezzi per incuria o interessata disattenzione. Anche l’evacuazione del palazzo di giustizia di Bari può essere letta come metafora di una giustizia pericolante ed a cui, soprattutto, è rischioso rivolgersi. Sembra, infatti, che il suo funzionamento sia fatto su misura per chi i reati li commette e non per chi li subisce. Una volta sui crolli ci si poteva anche scherzare: nel ‘63 Alighiero Noschese in Scanzonatissimo al Sistina poteva dire, riferendosi, se non ricordo male, a Fanfani, «ci ha promesso di far crollare i prezzi e di moltiplicare i ponti e le autostrade, invece sono crollati i ponti e moltiplicati i prezzi». Il pubblico rideva, oggi, dopo il Vajont, l’Aquila, Genova, eccetera, avrebbe lanciato le sedie.
Lo Stato non è solo Roma. È nelle regioni e nelle amministrazioni locali; è nelle ferrovie e negli ospedali; è nelle università e nelle aule dei tribunali. Lo Stato lo incontriamo soprattutto nella nostra esperienza quotidiana. Insoddisfazione, risentimento, protesta ed accusa si fondono creando una miscela politica esplosiva. La strada delle analisi e delle proposte razionali sembra tutta in salita. La prossima primavera comincerà anche in Puglia una lunga stagione elettorale: dalle comunali di Bari alle regionali. Lo scenario e la competizione politica a livello locale assumono tratti diversi da quelli nazionali perché nella città la protesta e le proposte generiche e fantasiose non bastano. Il quotidiano è il campo di verifica di ogni promessa.
Oggi, a Bari come in Regione, abbiamo la più difficile delle situazioni: vi sono partiti con i voti ma senza candidati e partiti con i candidati ma senza voti. Sembrano lontani i tempi della Puglia laboratorio politico ed ancora più quelli della regione presentata come locomotiva del Mezzogiorno. Per non parlare di Bari narrata come esempio di un altro e migliore Sud. Servono idee nuove ma, al momento, se ne vedono poche. Della progettualità di cui la città ha bisogno non si parla. Di questo silenzio non hanno però colpa solo i candidati e le formazioni che li propongono; il silenzio è anche nella società civile. Sembra che insoddisfazione, risentimento e protesta abbiano condotto ad una sorta di sonnolenza anche i ceti e le categorie che tradizionalmente hanno spinto in avanti la città e la regione. A produrre mostri non è solo il sonno della ragione, ma anche la sua sonnolenza.