Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Meno investimenti, più premi di produzione
Meno investimenti, ma con premi di produzione per tutti. Così nell’Acquedotto Pugliese, di proprietà della Regione, la competitività continua a crescere. Non tanto per la mole dei cantieri avviati, ma per l’asticella che regolarmente si abbassa. E che alla fine fa tutti contenti. L’effetto della delibera di giunta numero 1133 dell’11 luglio 2017 ha creato una cascata di riconoscimenti economici: la nomina di Nicola De Sanctis a direttore generale di Aqp, voluta del governatore Emiliano, è combaciata con la riduzione degli obiettivi di investimento scesi da un minimo di 198 milioni (su 259 milioni preventivati) a 150 milioni del revised budget. Cifra diminuita, per scarto, di un ulteriore 10% in modo da ottenere il premio anche con una soglia di 135 milioni (alla fine del 2017 gli investimenti sono risultati pari a 144 milioni). Le conseguenze? Come prevedibile anche i restanti 31 dirigenti hanno avuto via libera al pagamento del premio di risultato (variabile da 10 a 25 mila euro). Un intervento da circa 600 mila euro comunicato con mail prima della pausa estiva. Ma non è tutto: l’effetto delibera De Sanctis ha interessato anche il restante personale: per assegnare il premio ai 1.900 dipendenti, come previsto da un accordo sindacale del 27 giugno scorso, sono stati stanziati circa 4 milioni. A De Sanctis, invece, è andata una somma di 20.707 euro, ovvero la quota parte di 45 mila euro complessivi (23.235 euro sono stati riconosciuti all’ex direttore generale Nicola Di Donna in carica fino al 12 luglio 2017). «È l’ennesima prova — commenta Antonella Laricchia, consigliera regionale del M5S — che c’è qualcosa di strano. Sui livelli di investimento previsti la stessa maggioranza di centrosinistra, prima con Vendola poi con Emiliano, ha cambiato le carte in tavola. Qualcuno evidentemente deve aver sbagliato e a pagare sono i cittadini che non usufruiscono di un servizio pari a quanto pagato in tariffa». Laricchia, che ha denunciato più volte la gestione inefficiente dell’acquedotto più grande d’Europa, ha deciso di cambiare passo. Le proposte di ripubblicizzazione dell’Aqp o la trasformazione della società per azioni in un’azienda speciale «non sono state prese in considerazione». «Ora con Emiliano non c’è più da discutere — prosegue la consigliera pentastellata — perché nonostante parli di confronto e partecipazione fa sempre come ritiene. Il nostro interlocutore in questa battaglia per ridare dignità ai pugliesi diventerà il governo. D’altronde Emiliano mi sembra in una situazione imbarazzante: credo
Antonella Laricchia Il nostro interlocutore adesso sarà il governo
che abbia sbagliato nella scelta del management e non voglia prendere decisioni».
In più, nei piani di Aqp ci’è anche la possibilità di affiancare a De Sanctis (che è contemporaneamente vice presidente, amministratore delegato e direttore generale) due vice direttori generali. «Più volte abbiamo chiesto di audire il presidente Emiliano in Commissione — conclude Laricchia — per fare chiarezza sulle nomine, ma il governatore non si è mai presentato. Ora siamo alla follia più totale: dove una volta c’erano due figure, ce ne sarebbero addirittura otto, se fossero confermate le nomine dei due vicedirettori. Il tutto mentre tanti cittadini pugliesi continuano a non avere l’acqua nelle proprie abitazioni, non si sente più parlare di ripubblicizzazione».