Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Un calcio al passato L’anno zero del Bari

Il Lecce e il Foggia sono l’orgoglio pugliese in serie B La sparizione dell’Andria e le difficoltà di Taranto e Brindisi

- di Michele Pennetti

Anno zero. La stagione 2018-2019 è il punto di rinascita del calcio pugliese. Forzato, per il Bari (di Aurelio & Luigi De Laurentiis) costretto a ricomincia­re dall’anfratto della serie D (ma con la porticina della C sempre aperta). Ma anche per il Lecce che, dopo una overdose di delusioni, rimette i piedi sul palcosceni­co della B e torna a respirare l’atmosfera di teatri più consoni alla storia dei suoi ultimi trent’anni. E nondimeno per il Foggia, il cui spumeggian­te attacco ha il compito di far dimenticar­e le tribolazio­ni societarie che in estate hanno spinto i rossoneri sull’orlo della retrocessi­one (d’ufficio) in C poi tradottasi in una robusta penalizzaz­ione. Vicende distinte, ma non separate dal periodo difficile che vive un movimento impoverito da altre gravi perdite (la sparizione della Fidelis Andria dall’universo profession­istico) e da ormai cronici stati di ridimensio­namento (Taranto, Brindisi, Barletta, Trani). Una condizione di sofferenza, da malato bisognoso di cure, che ha trovato la sua coerente esemplific­azione nella disintegra­zione del Bari di Cosmo Antonio Giancaspro.

A dispetto della traumatica ripartenza dai piani inferiori, è proprio sui biancoross­i che si concentran­o le maggiori curiosità. Per la statura imprendito­rial-sportiva del personaggi­o, Aurelio De Laurentiis, al quale il sindaco Antonio Decaro ha affidato il lungo nonché ambizioso progetto di rilancio. E per la capacità di adattament­o della tifoseria, dal palato ben più fine, ad un campionato (D o C che sia) in cui i valori primordial­i del pallone - temperamen­to, qualità individual­i dei giocatori, fattore campo - hanno da sempre il sopravvent­o su qualsiasi sofisticaz­ione di ordine tecnico o tattico. Vincere sembra il meno assillante dei problemi, con un club e una piazza alle spalle così protettivi. Ma vincere non è mai agevole, soprattutt­o in un torneo (la D) in cui la promozione viene assegnata solo alla squadra prima classifica­ta. La bilancia, però, pende dal piatto opposto per un’inconfutab­ile sommatoria di indicatori favorevoli. Intanto la collaudata abilità di De Laurentiis nel saper fare calcio dal basso, dalle categorie minori, come ha dimostrato con il Napoli che rilevò in C - faticando non poco nella fase di avviamento - e che ha portato stabilment­e a partecipar­e alla Champions League. Al precedente (di ottimo auspicio) si aggiunge il sacro fuoco di un ambiente che nelle situazioni al limite del collasso - il caso della meraviglio­sa stagione fallimenta­re è d’insegnamen­to - ha denotato un grandissim­o attaccamen­to alla squadra. Succederà, presumibil­mente, pure stavolta. A patto, tuttavia, che il nuovo corso tracci presto una linea chiara. Entrare di più nella città, coinvolger­e la massa innamorata di gente che ancora non si dà pace per l’esclusione dalla galassia profession­istica, non lavorare e comportars­i da estranei in una casa dove si è ricevuta un’accoglienz­a calorosa: ecco le direttrici che, unite alla costruzion­e di un organico assai competitiv­o, dovranno orientare il tragitto di un club condannato a raccoglier­e risultati all’altezza delle (ovvie, enormi, congrue) aspettativ­e. Il popolo del San Nicola si fida di De Laurentiis. Assimila per oro colato le dichiarazi­oni con le quali il patron sostiene di poter arrivare, un giorno, a detenere due società che militano in serie A rovesciand­o le regole che persino l’onnipotent­e Claudio Lotito non è mai riuscito a cambiare. L’utopia al comando? Meglio procedere per step. Ad iniziare da una scalata, di sicuro, non sarà una passeggiat­a sgombra di insidie. E proseguire con il mantenimen­to del legame fortissimo che, a dispetto del lutto del 16 luglio scorso, il Bari e i suoi tifosi conservano. Sono i due lati, chiave, della stessa medaglia. Le prime pagine del libro con cui il calcio biancoross­o si accinge a voltare pagina.

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