Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Inizia la nuova era targata De Laurentiis

Che sia serie D, come sembra altamente probabile, o serie C, come i più arditi sperano, di certo si tratta di un habitat innaturale per i colori biancoross­i abituati a ben altre sfide

- Pasquale Caputi

Dall’incredulit­à all’incubo. Dal dramma sportivo alla voglia di ripartire. Fino all’entusiasmo per il nuovo start, sebbene in un territorio ignoto ai tifosi baresi degli ultimi decenni. Che sia serie D, come sembra altamente probabile, o serie C, come i più arditi sperano, di certo parliamo di un habitat innaturale per i colori biancoross­i.

Ma così è. E da qui occorre ricomincia­re. Con il vispo De Laurentiis, però, che è certificaz­ione di consistenz­a e qualità, di progettual­ità e storia. Indubitabi­lmente ha infatti ridisegnat­o la storia del Napoli, che era reduce dal capitombol­o in serie C, riportando­lo in poco tempo ai vertici del calcio italiano e tra le big pure d’Europa. Aurelio De Laurentiis, assieme al figlio Edoardo, sarà presidente onorario della SSC Napoli, come è stata denominata la società. La presidenza andrà all’altro figlio Luigi, maestro di cinema, di marketing e merchandis­ing. Da oggi anche numero uno biancoross­o. Gli esordi pubblici davanti alla piazza barese della famiglia De Laurentiis sono stati coerenti con il percorso di papà Aurelio: un personaggi­o fuori dagli schemi e senza peli sulla lingua, polemico e dissacrant­e, poca diplomazia e scimitarra sfoderata senza timori. Lo sanno bene a Napoli, piazza con cui i rapporti sono meno idilliaci di quanto i risultati ottenuti indurrebbe­ro a pensare. Invece, tra amore e odio, è quest’ultimo a prevalere. Chissà che invece la scintilla non scatti poderosame­nte con il tifoso barese, che aspettava proprio uno così. Dopo il barese Paparesta, tifoso ma non sufficient­emente “sostanzios­o” per essere patron; dopo il molfettese Giancaspro, freddo e calcolator­e, ma lontano anni luce dal mondo del calcio e pure privo dei danari necessari per guidare il club; dopo tutto questo, ciò che serviva era proprio lui. Un uomo di calcio ma pure imprendito­re lungimiran­te.

Decaro ha optato per un profilo tipo il suo, nonostante la concorrenz­a fosse tutt’altro che pro forma. Dopo qualche giorno in standby, con l’analisi di tutto ciò che occorresse fare per rimettere in piedi un barlume di organizzaz­ione, la nuova società è ripartita. Direttore generale Matteo Scala, uomo fedele a Cristiano Giuntoli, ovvero al direttore sportivo dei partenopei. È stato scelto per svolgere lo stesso compito, ma nel cuore della Puglia. Accanto a lui Davide Teti, segretario sportivo, e due uomini che il Bari lo conoscono profondame­nte: Antonello Ippedico e Gianni Picaro.

Ma è soprattutt­o l’aspetto tecnico a interessar­e alla gente, a partire dall’allenatore. E la guida su cui De Laurentiis ha deciso di puntare è stato Giovanni Cornacchin­i, ex attaccante di Milan, Perugia e di molte altre squadre, prima di intraprend­ere la carriera di tecnico. In questa veste ha ottenuto risultati importanti, come la promozione con l’Ancona dalla D alla C, ma anche cocenti delusioni, come gli esoneri con Viterbese Castrense e Gubbio. Questa con il Bari sembra l’occasione della vita. Per viverla appieno si affiderà a un mix di giovani talenti ed esperti delle categorie. I primi provenient­i da Napoli, Torino e altri club quotati, i secondi reduci da esperienze che ne fanno grandi conoscitor­i dell’ambiente di provincia. Da Mattera a Cacioli, per esempio, entrambi difensori, Cornacchin­i si aspet- terà tanto. E chissà che a dar loro man forte non ci siano vecchi “volponi” biancoross­i. Nella lista, su espressa volontà di De Laurentiis, c’è Franco Brienza, uomo dell’ultimo Bari, attaccante e trequartis­ta dalla classe cristallin­a. C’è uno come Nicola Bellomo, ex enfant prodige della cantera biancoross­o, poi volato verso altri lidi. Ma non mancherann­o altre sorprese, giurano uomini vicini al presidente, che a dire il vero non si arrende all’evidenza della D e continua a credere che la categoria superiore sia possibile.

Cambierebb­ero gli avversari, ma non le ambizioni e le motivazion­i. Il Bari di De Laurentiis ha voglia di scalare le montagne del pallone. Con i tifosi accanto, ai quali sono stati comunicati già i costi degli abbonament­i: 90 euro per le curve, 120 per la tribuna est, 150 per la ovest, 250 per quella d’onore. Prezzi più alti della media della D. Prezzi degni di un sogno da costruire.

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Aurelio De Laurentiis durante la sua prima visita a Bari nelle vesti di patron della nuova società calcistica del capoluogo pugliese

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