Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Molfetta, al «Paolo Poli» si ricostruisce il sogno
Due le società di calcio nel campionato regionale: quella di Mauro Lanza e l’altra di una cordata
era una volta “la Molfetta”, quella del presidente Sandrino Fiore, della C2, del “Paolo Poli” gremito. Una città intera che sognava ai piedi di Emanuele Del Zotti, il bomber protagonista dell’ultima promozione dalla D nella stagione 1989-90, o di Francesco Micciola, il centravanti della squadra che a metà anni Novanta imperversava nei campi di provincia e non solo. Nessuno, forse, in quell’epoca dorata avrebbe pensato che circa 20 anni dopo il calcio sarebbe letteralmente scomparso nella città che ha dato i natali a Gaetano Salvemini, Angelo Terracenere, Vito Grieco, giusto per citare i nomi di maggior prestigio negli ultimi 30 anni. In quella città che resta sulle pagine dei giornali sportivi per una folta schiera di arbitri e guardalinee. Dai fratelli Ayroldi a i più recenti Abbattista e Illuzzi, senza dimenticare una ricca batteria di fischietti nelle categorie inferiori.
Tra un tentativo e l’altro, un po’ goffo, un po’ ardito, il pallone molfettese s’era sgonfiato in questi decenni. E il simbolo del football di casa, il “Paolo Poli” che fungeva da laico luogo di preghiera domenicale, s’era intristito. Spelacchiato, ingiallito, nei momenti di maggior prestigio brulicante delle gesta di aspiranti giocatori di Promozione o Eccellenza. Quando andava bene, era imborghesito dalle giocate di qualche funambolo di passaggio. Oggi il Molfetta ci riprova. Nello stadio rimesso a nuovo, con erba sintetica, riqualificazione degli spalti e degli spogliatoi, ha voglia di ricrederci. Venerdì 24 agosto è stato segnato sul calendario degli appassionati come il simbolo dell’anno zero. Il “Paolo Poli” è stato inaugurato, una parte degli spalti intitolata a Sandrino Fiore. Un modo per ricongiungere, non solo idealmente, passato e presente. Chissà, anche futuro. Sono due le società di calcio che parteciperanno al campionato di Eccellenza regionale. Da una parte la Molfetta Sportiva di Mauro Lanza, il lunatico e vulcanico patron tuttofare che fa e disfa le squadre dal giorno alla notte, interpretando al contempo il ruolo di investitore, presidente, direttore sportivo, allenatore e massaggiatore. Dall’altra la Molfetta Calcio, rappresentata da una cordata di imprenditori che punta con raziocinio a ricostruire pezzi di sogno. Allenatore Pino Giusto, uno che conosce il calcio e i giovani. Con ragazzi di qualità più uomini di esperienza si può tentare l’exploit. Chissà che non sia la volta buona. In fondo la serie D è solo un gradino più su. E certe emozioni, nella curva biancorossa non possono più rimanere in un cassetto.
Lo stadio
Venerdì scorso è stato riaperto dopo i lavori di rifacimento degli spalti e del campo di gioco