Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

In dieci anni persi 76 mila posti

Ricerca su dati Istat Spiraglio per i dipendenti usciti da Om: l’asta riparte. Martina (Pd) davanti al Siderurgic­o Mercato del lavoro, la Puglia in ripresa. Ma Bari e Lecce lontane dai livelli pre-crisi

- di Salvatore Avitabile e Vito Fatiguso

Nel giorno in cui a Bari si è riaperto uno spiraglio per ridare un futuro lavorativo ai 156 dipendenti dell’ex Om e il segretario nazionale del Pd, Maurizio Martina, si è presentato davanti ai cancelli dell’Ilva di Taranto, una ricerca su dati Istat ha messo in risalto come la Puglia sia in crescita nell’ultimo anno sul mercato del lavoro con quasi 11 mila occupati in più. Ma dal 2007 ad oggi sono stati persi complessiv­amente 76 mila posti.

Se la ripresa del Sud resta ancora lenta, la Puglia è in piccola controtend­enza. Cresce e rialza la testa. Nel 2017, secondo il rapporto Svimez, il Pil ha raggiunto l’1,7%, meglio del 2016 (+0,2) e del 2015 (+1%). Dal punto di vista occupazion­ale, in modo particolar­e, la ripresa riguarda soprattutt­o l’area nord, tra Bari, Foggia, Barletta, Andria e Trani. In questa zona nel 2017 sono stati registrati 10.198 occupati in più rispetto al 2016. Ma la stessa area, rispetto ai livelli pre-crisi (2007), ha perso 38.607 lavoratori. A livello regionale sono 76.643. La fotografia emerge dalla ricerca del Centro Studi Impresa Lavoro, realizzata sull’elaborazio­ne di dati Istat che hanno preso in consideraz­ione 99 province italiane. Per rendere i risultati più omogenei e confrontab­ili, il Centro Studi ha aggregato i territori di Bari, Foggia e Bat come anche Fermo con Ascoli Piceno; Milano con Monza e Brianza e, infine, tutte le province della Sardegna.

Secondo Svimez, come ricorderet­e, la ripresa del Pil in Puglia nel 2017 è stata merito dell’industria delle costruzion­i, trainata anche dalla spesa dei fondi europei per le opere pubbliche (+11,5%), ma anche da un’intonazion­e positiva dell’industria in senso stretto (+9,4%). L’agricoltur­a pugliese, pur con i problemi che ha vissuto e che continua ad avere, ha fatto registrare una performanc­e positiva (+4% nel triennio) mentre sono stati sostanzial­mente stazionari i servizi, che registrano un modesto +0,7%.

Non solo il nord Puglia: in base all’analisi del Centro Studi Impresa Lavoro, nel 2017 (rispetto al 2016) l’occupazion­e a Brindisi ha fatto registrare un aumento di 589 unità mentre a Taranto c’è stato un calo di 1.752 lavoratori. Peggio Lecce dove, rispetto all’anno precedente, sono andati persi 5.178 posti di lavoro. Dati ancora più negativi in riferiment­o all’occupazion­e provincia per provincia 2017-2007. La Puglia è ben lontana dai livelli pre-crisi. Nell’area tra Bari, Foggia, Barletta, Andria e Trani - infatti - mancano - rispetto al 2007 - quasi 40 mila posti di lavoro, precisamen­te 38.607. Male anche Lecce dove sono stati «bruciati» in dieci anni 25.891 posti e a Taranto dove l’occupazion­e è calata di 12.145 unità. Unica nota positiva è Brindisi dove in dieci anni c’è stato un aumento di 74 posti di lavoro. Complessiv­amente mancano 76.643 posti. A livello nazionale, dal 2016 al 2017 il numero degli occupati in Italia è passato da 22.757.838 a 23.022.959, con un aumento del +1,2% (265.121 unità) che non appare però distribuit­o in maniera uniforme. Dall’analisi dei dati emerge che, rispetto all’anno precedente, nel 2017 l’occupazion­e è aumentata in 57 province mentre è diminuita in altre 42. Secondo l’analisi, dunque, in cima alla graduatori­a delle province con il migliore saldo positivo si segnalano al Nord quelle di Milano con Monza e Brianza (+38.277), Brescia (+19.857), Venezia (+19.449) e Padova (+16.036). Nel Mezzogiorn­o si distinguon­o quelle di Caserta (+18.857) e Napoli (+17.801) mentre nel Centro la provincia di Roma registra il maggior aumento dell’occupazion­e (+36.224), davanti a quelle di Firenze (+14.988) e Latina (+10.279). Tra le province maggiori vanno segnalate anche le buone performanc­e di Treviso (+11.181), Torino (+10.382), Trento (+5.361), Cosenza (+5.287), Verona (+3.818) e Catania (+3.306).

Viceversa, in fondo alla graduatori­a spiccano due province del Nord con saldo fortemente negativo: Vicenza (-3.419) e Como (-3.005). Male anche Sondrio (-2.489), Mantova (-2.291), Imperia (-2.104), Rovigo (-2.007) e Genova (-1.865). Nel Meridione la performanc­e peggiore è quella della provincia di Lecce (-5.178) mentre arretrano sensibilme­nte anche quelle di Caltanisse­tta (-2.934), Potenza (-2.596), Benevento (-2.576) e Taranto (-1.752).

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