Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Da Capossela a CR7 il fumetto secondo Pastore
L’autore di Gioia del Colle: «La musica mi ha formato, il calcio trasmette emozioni»
Vinicio Capossela, la sua passione. Sì, Capossela, «un onnivoro gourmet della canzone, capace di inseguire suoni, storie, culture e personaggi di ogni epoca... un canzoniere straripante e universale».
Ecco, le canzoni, i cantautori. Il quid del fumetto è sorto ascoltando musica di qualità e traducendo in immagini le emozioni. Le canzoni capaci di far maturare la voglia di raccontare storie. Così è nato Valerio Pastore fumettista, per l’anagrafe nato a Bari nel 1983, ma di Gioia del Colle, location del suo studio Arte in scatola, dove lavora con la sua gatta, attenta osservatrice.
Ovviamente, Valerio non è un autodidatta. Ha frequentato il corso triennale di fumetto (2002-2004) e il corso triennale di animazione 2D-3D (2005-2008) presso la Scuola internazionale di Comics di Firenze. Moto-perpetuo, ha all’attivo molte esperienze che spaziano dall’illustrazione alla grafica, al fumetto e infine all’animazione 2D. Ma il fumetto è il suo totem. Ha pubblicato, fra l’altro, Horses, graphic novel edita da Noreply, ispirata alla canzone e alla musica di Patty Smith, e Ritmo lento in fondo al mare (Hyppostyle), altra graphic novel che prende spunto da Canzone a Manovella di Vinicio Capossela. Attualmente sta ultimando una graphic novel per BeccoGiallo.
La musa-canzone al primo posto, ma la mente, la matita e il computer aperti a tutto. Perché la curiosità di Pastore è totale. È accaduto con il regista Maurizio Vacca per una drammaturgia su Trollmann, il pugile rom umiliato e ucciso in un lager nazista, rappresentata al Teatro Rossini. Doveva disegnare il libretto di scena. Risultato: un capolavoro, anche nella rappresentazione del pugile sul ring.
Dalla boxe, anche se solo per certi versi, al calcio. Quel calcio che non ama, che non le interessa...
«Incredibile, ma vero: non capisco niente di pallone. Ma le novità mi stuzzicano. Ho studiato, ho dovuto studiare e ho visto che anche i calciatori trasmettono qualcosa. Magari io li ho visti e disegnati in maniera diversa, interpretando la sceneggiatura. Esempio: cogliere i gesti e lo stato d’animo del campione che batte un rigore. Il corpo è contratto, vibra.».
Ha raffigurato un Ronaldo seduto in poltrona che legge un libro. Accostamento ardito?
«Meno banale che vederlo come idolo, osannato dalla folla. Ho immaginato un Ronaldo diverso, in un momento di relax, quel relax che forse non conosce».
L’idea su Cassano Mi piacerebbe disegnarlo con la maglia del Bari mentre fa footing tra i vicoli della città vecchia
Siamo a Bari. Come tradurrebbe in fumetto la venuta di De Laurentiis a Bari?
«Inventerei poco in questo caso: una controstoria-panettone, con un tipo alla Lino Banfi in panchina e con il presidente Luigi De Laurentiis che viene continuamente rimproverato dal padre Aurelio. Una cosetta da ridere».
E un immaginifico Antonio Cassano che ritorna a vestire la maglia del Bari, magari quella della gioventù?
«Rivedrei il bellissimo cortometraggio di Pippo Mezzapesa, per acculturarmi, e farei correre Cassano con pancetta per Bari Vecchia».